lunedì 3 ottobre 2011

Il Papa: severo monito del Vangelo rivolto prima di tutto ai Pastori. L'orgoglio e l'egoismo ci impediscono di riconoscere Gesù (Izzo)

PAPA: SEVERO MONITO VANGELO RIVOLTO PRIMA DI TUTTO AI PASTORI

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 2 ott.

"Un monito particolarmente severo", e' per il Papa quello del Vangelo di oggi che dice "a voi sara' tolto il Regno di Dio e sara' dato ad un popolo che ne produca i frutti" e suona come diretto prima di tutto ai pastori.
Quelle rivolte da Gesu' ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo, ha spiegato nel breve discorso che ha preceduto l'Angelus di oggi in piazza San Pietro, "sono parole che fanno pensare alla grande responsabilita' di chi, in ogni epoca, e' chiamato a lavorare nella vigna del Signore, specialmente con ruolo di autorita', e spingono a rinnovare la piena fedelta' a Cristo".
"Il proprietario della vigna - ha detto ancora il Pontefice - rappresenta Dio stesso, mentre la vigna simboleggia il suo popolo, come pure la vita che Egli ci dona affinche', con la sua grazia e il nostro impegno, operiamo il bene".
Gesu', ha continuato, e' "la pietra che i costruttori hanno scartato perche' l'hanno giudicato nemico della legge e pericoloso per l'ordine pubblico; ma Lui stesso, rifiutato e crocifisso, e' risorto, diventando la 'pietra d’angolo' su cui possono poggiare con assoluta sicurezza le fondamenta di ogni esistenza umana e del mondo intero".
Con le parole di Sant'Agostino, Benedetto XVI ha quindi osservato che "Dio ci coltiva come un campo per renderci migliori" ed ha ricordato in proposito quanto scrisse il servo di Dio Paolo VI: "Il primo frutto dell'approfondita coscienza della Chiesa su se stessa e' la rinnovata scoperta del suo vitale rapporto con Cristo. Notissima cosa, ma fondamentale, ma indispensabile, ma non mai abbastanza conosciuta, meditata, celebrata".

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PAPA: ORGOGLIO E EGOISMO CI IMPEDISCONO DI RICONOSCERE GESU'

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 2 ott.

"Dio ha un progetto per i suoi amici, ma purtroppo la risposta dell'uomo e' spesso orientata all'infedelta', che si traduce in rifiuto".
Lo ha detto il Papa nel suo primo Angelus da piazza San Pietro dopo il soggiorno a Castelgandolfo.
"L'orgoglio e l'egoismo - ha spiegato - impediscono di riconoscere e di accogliere persino il dono piu' prezioso di Dio: il suo Figlio unigenito" Gesu'. In proposito, Benedetto XVI ha citato la parabola dei vignaioli infedeli che dopo aver malmenato gli inviati del loro padrone quando questi mando' loro il proprio figlio, scrive l’evangelista Matteo, "lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero". "Dio - ha ricordato il Pontefice teologo - consegna se stesso nelle nostre mani, accetta di farsi mistero insondabile di debolezza e manifesta la sua onnipotenza nella fedelta' ad un disegno d'amore che, alla fine, prevede pero' anche la giusta punizione per i malvagi".
"Saldamente ancorati nella fede alla pietra angolare che e' Cristo, rimaniamo in Lui - ha concluso Papa Ratzinger rivolto ai 40 mila fedeli che affollavano piazza San Pietro - come il tralcio che non puo' portare frutto da se stesso se non rimane nella vite".

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