Consigli del «Catholic Herald» ai giornalisti
Vuoi il successo? Parla male di Benedetto XVI
Pubblichiamo, quasi per intero e in una nostra traduzione, un articolo apparso sul «Catholic Herald».
di Milo Yannoupoulos
Immaginate di essere un nuovo giornalista della Bbc News. È il primo giorno in ufficio, freschi di laurea in comunicazioni sociali e produzione digitale conseguita dell'università di Salford che vi brucia in tasca tanto da provocare un buco. Ci siete riusciti! Avete raggiunto le vette vertiginose della redazione della televisione di Stato. Siete pronti a conquistare il mondo.
Tuttavia, incombe il disastro: il direttore vi affida il vostro primo compito e si tratta di un articolo sulla Chiesa cattolica. Papa «Benedetto qualche cosa» è andato da qualche parte per fare un discorso su Dio e argomenti simili. Volete fare una buona impressione, ma siete completamente spaesati. Che cosa fare? A chi rivolgersi?
Bene, qui al «Catholic Herald» sappiamo quanto arcano e particolare deve apparire il mondo del cattolicesimo a corrispondenti nuovi del campo. Per questo abbiamo esaminato gli archivi dei più importanti giornali e delle maggiori emittenti per trasmettervi gli insegnamenti di colleghi più anziani.
Condividendo queste linee guida di buona prassi speriamo di poter aiutare i corrispondenti a tenere alta la tradizione del giornalismo equilibrato e corretto su questioni cattoliche per cui la stampa britannica è giustamente nota. Ecco allora i nostri principali consigli per il successo.
Qualunque sia l'evento a cui il Papa partecipa, gonfiate sempre le cifre di quanti protestano. Quest'anno, in occasione della Giornata mondiale della gioventù a Madrid, il numero di persone che protestavano era meno dello 0,04 per cento di quello dei sostenitori (cinquemila contro un milione e mezzo), ma questo non ha impedito alle teste pensanti della Bbc di concentrarsi quasi esclusivamente sui contestatori e di ignorare la dimensione e il successo della gioiosa celebrazione dei giovani cattolici.
Nello stesso modo, la scorsa settimana, in un altro servizio della Bbc sul viaggio del Papa in Germania, un paio di centinaia di contestatori sono diventati «diverse migliaia». Parole come «diverse» sono utili perché sono più evasive delle cifre vere.
Se siete in dubbio, siate vaghi e approssimativi sul motivo di qualsiasi contestazione, in particolare se sembra che non ce ne sia nessuna, tanto quei simpatici cristiani «porgono sempre l'altra guancia», non come i contestatori che, se non ottengono i doverosi omaggi e la dovuta copertura mediatica, vi bombardano il centralino di lamentele angosciose e inondano la blogsfera di speciose contumelie per la vostra mancanza di precisione.
Qualsiasi voce su possibili disaccordi da parte di politici o di altri leader religiosi su una visita del Papa deve essere raccontata come un fatto, in altre parole come se fosse già accaduto. Non correggete la storia se poi viene fuori che solo una piccola parte di rappresentanti del Governo non ha partecipato all'evento. Non spaccate il capello in quattro!
Usate la triade «divisa», «dividente» e «divisione». Abbiate queste parole sempre sulla punta della lingua. Ricordate che le opinioni del Papa sono sempre pericolose e allarmanti. Non permettete che la passi liscia ed esprima un'opinione senza che voi inseriate nel vostro pezzo una fulminante invettiva. È anche utile mischiare vari tipi di cristianesimo, tanto i lettori non conoscono la differenza fra l'arcivescovo Rowan Williams e l'arcivescovo Vincent Nichols, e questo contribuisce a trasmettere l'immagine di una Chiesa divisa e malridotta.
Ci sono molti aggettivi che si possono usare in modo suggestivo. Esagerate pure. Il vostro professore di giornalismo vi avrà insegnato a essere cauti con gli aggettivi, ma non si riferiva alle cronache religiose. Non fa niente se la vostra prosa elaborata rende il titolo sgraziato e nemmeno se non potete provare le accuse.
Prendete in giro e sminuite la posizione della Chiesa su questioni morali definendola «la politica della Chiesa», implicando così in modo erroneo che per esempio, come le politiche di un qualsiasi Governo, anche quelle della Chiesa potrebbero essere cambiate da un momento all'altro, se solo quei tizi in tonaca si preoccupassero veramente della gente comune.
Assicuratevi di far notare come gli insegnamenti della Chiesa contrastino con la morale di moda oggi, che si tratti di contraccezione, di cambiamento climatico o di immigrazione. Se potete, cercate di impadronirvi del linguaggio della Chiesa, leggete i discorsi dei vescovi e subordinateli al vostro lessico urbano e politicamente corretto di uguaglianza, correttezza e «giustizia sociale».
Non affidatevi solo alle tensioni percepite, ma fomentate attivamente il malcontento cercando su Google quante più storie negative riuscite a trovare sulla Chiesa e sintetizzate le lamentele che vi sono contenute. I paragrafi dal nono al diciottesimo del vostro articolo sono perfetti per infervorarvi, rivangando qualunque risibile tirata di Johann Hari o qualsiasi infantile e rozza trovata di Richard Dawkins abbiate a disposizione.
Se non avete tempo per approfondire il senso di alcuni passaggi più significativi del discorso del Papa, dite semplicemente che esso «ha virato verso il tono accademico». Nessuno vi accuserà di non prestare attenzione perché c'era qualcosa di meglio da un'altra parte e in più potrete dare l'impressione che il Papa è un oratore noioso. Goal!
Raccogliere dichiarazioni può essere difficile. La regola aurea è non raccogliere mai e poi mai dichiarazioni dai sostenitori, ma solo da chi protesta. Andate dalla femminista più arrabbiata che potete trovare e provocatela sull'egemonia patriarcale e sul sacerdozio solo maschile. Se includerete soltanto dichiarazioni negative, sembrerà che tutte le persone corrette si oppongono alla presenza del Papa.
Faticate a dimostrare abbastanza falsa indignazione? Provate questa nuova tattica, sperimentata dal «Guardian»: insinuate che sia i cattolici sia i non cattolici sono stufi di baracca e burattini.
Se possibile, usate foto con il Papa di schiena. Sono fantastiche perché implicano che è isolato e impopolare. Non lasciatevi convincere dalle testimonianze oculari che lo descrivono come una persona energica e circondata da migliaia di sostenitori.
Infine, ed è molto importante, usate generosamente Adolf Hitler. Hitler è un ingrediente principale della dieta di qualsiasi moderno corrispondente di cronache religiose. Nessuna cronaca su Benedetto XVI o sulla Chiesa cattolica è completa senza un riferimento ai nazisti, e soprattutto al fatto che il Papa è stato membro della Gioventù hitleriana. Non perdete tempo a leggere le sue dichiarazioni in proposito o a chiedere a qualcuno che conosca bene la storia di quel periodo. Potreste scoprire che Ratzinger era un giovane riluttante, obbligato a far parte di quel gruppo equivalente a un servizio militare in un periodo in cui tutti i giovani erano costretti a far parte di qualche organizzazione statale. Cosa avreste fatto voi? No, ricordatevi soltanto che ne faceva parte. Otterrete un bonus se riuscirete a nominare Hitler o i nazisti due volte nello stesso paragrafo.
(©L'Osservatore Romano 2 ottobre 2011)
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sabato 1 ottobre 2011
Vuoi il successo? Parla male di Benedetto XVI. Consigli del «Catholic Herald» ai giornalisti (Milo Yannoupoulos su Osservatore Romano)
3 commenti:
Ci siamo trasferiti ad altro indirizzo
:-)
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IL BLOG DEGLI AMICI DI PAPA RATZINGER 5
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Non avrei mai immaginato che un articolo del genere finisse sul giornale del Papa! Benedetto è troppo intelligente per prendersela, però non mi sembra il caso di sottolineare troppo un modo così scorretto, volgare e imbecille di fare giornalismo, o meglio, cattiva informazione
RispondiEliminaLaura, guarda che l'articolo è ironico. Fa il verso a come i giornali laicisti trattano Benedetto XVI. Il Catholic Herald parla della BBC ma se da noi sostituisci con Repubblica ti accorgerai che è proprio così!
RispondiEliminaQuesto articolo è uno spasso... :) solo la rete può salvare questo Papa, perché tra giornali e tv non si sa chi sia peggio!!! Brava Raffaella!!
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