PAPA: SENZA DIO SI COSTRUISCE UN MONDO INOSPITALE E INGIUSTO
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 27 nov.
"Tutti i membri della comunita' internazionale concordino una risposta responsabile, credibile e solidale" riguardo al "preoccupante e complesso fenomeno" dei cambiamenti climatici".
Lo ha chiesto oggi Benedetto XVI, che ha esortato i delegati dei governi di tutto il mondo a tener conto "delle esigenze delle popolazioni piu' povere e delle generazioni future" nelle scelta che saranno assunte nella Convenzione dell'Onu sui cambiamenti climatici, convocata a Durban, in Sud Africa, per una verifica e una possibile revisione del "Protocollo di Kyoto".
E dopo la preghiera dell'Angelus, il Papa ha rivolto anche un appello alla solidarieta' per alleviare le conseguenze della crisi economica internazionale. Parlando ai responsabili europei della Societa' di San Vincenzo De Paoli, ha voluto infatti incoraggiare "all'impegno per affrontare con lo spirito del Vangelo vecchie e nuove poverta'".
Ai 30 mila fedeli presenti in piazza San Pietro e all'opinione pubblica internazionale il Pontefice ha motivato le sue raccomandazioni con una riflessione sulle conseguenze nefaste di un "mondo post moderno" costruito come se Dio non esistesse. "Nessuno invocava il tuo nome, nessuno si risvegliava per stringersi a te; perche' tu avevi nascosto da noi il tuo volto, ci avevi messo in balia della nostra iniquita'", scriveva, ha ricordato, il profeta Isaia, in un testo che nella liturgia di oggi "ci fa riflettere con una preghiera accorata, rivolta a Dio a nome del popolo", con la consapevolezza "delle mancanze della sua gente".
"Come non rimanere colpiti da questa descrizione?", si e' chiesto il Pontefice. "Sembra rispecchiare - ha osservato - certi panorami del mondo post-moderno: le citta' dove la vita diventa anonima e orizzontale, dove Dio sembra assente e l'uomo l'unico padrone, come se fosse lui l'artefice e il regista di tutto: le costruzioni, il lavoro, l'economia, i trasporti, le scienze, la tecnica, tutto sembra dipendere solo dall'uomo".
"A volte, in questo mondo che appare quasi perfetto - ha soggiunto Papa Ratzinger - accadono cose sconvolgenti, o nella natura, o nella societa', per cui noi pensiamo che Dio si sia come ritirato, ci abbia, per cosi' dire, abbandonati a noi stessi". In proposito, Benedetto XVI ha ricordato che questo angoscioso senso di solitudine e' dell'uomo di ogni tempo, e che lo descrive anche la Bibbia.
Ma "in realta' il vero padrone del mondo non e' l'uomo, ma Dio" e "il Tempo di Avvento che inizia oggi viene ogni anno a ricordarci questo, perche' la nostra vita ritrovi il suo giusto orientamento, verso il volto di Dio. Il volto non di un 'padrone', ma di un Padre e di un Amico".
"Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornera', se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; fate in modo che, giungendo all'improvviso, non vi trovi addormentati - ha spiegato - e' l'appello che Gesu' rivolge non solo ai suoi discepoli, ma a tutti, un richiamo salutare a ricordarci che la vita non ha solo la dimensione terrena, ma e' proiettata verso un 'oltre', come una pianticella che germoglia dalla terra e si apre verso il cielo".
Un'immagine che per il Papa teologo descrive la condizione dell'uomo, "pianticella pensante, dotata di liberta' e responsabilita'". "Ognuno di noi - ha scandito - sara' chiamato a rendere conto di come ha vissuto, di come ha utilizzato le proprie capacita': se le ha tenute per se' o le ha fatte fruttare anche per il bene dei fratelli".
"Con questa prima Domenica d'Avvento - ha poi concluso in lingua polacca - abbiamo iniziato il nuovo anno liturgico.
Un'atmosfera di riflessione, di speranza e di gioiosa attesa pervade di nuovo la storia del mondo, della Chiesa e di ciascuno di noi.
Si ravviva in noi il ricordo della nascita del Messia, il Salvatore, l'annunzio della sua nuova venuta nella gloria. Dobbiamo vigilare affinche' i nostri cuori, pensieri, sentimenti, desideri, siano irreprensibili nel giorno del Signore nostro Gesu' Cristo".
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