IL GRIDO DEL PAPA CRISTIANI PERSEGUITATI
Il Pontefice attacca Pechino La Cina lo oscura
“I fedeli di Cristo vittime di violenza e intolleranza”
GIACOMO GALEAZZI
CITTÀ DEL VATICANO
Stop al martirio dei cristiani e alle violazioni della libertà religiosa («autentica arma della pace»). «A Natale la terra si è macchiata ancora di sangue» nelle Filippine, in Nigeria, in Pakistan e Benedetto XVI lancia un appello «ad abbandonare le vie dell’odio per trovare soluzioni pacifiche dei conflitti e donare alle popolazioni sicurezza e serenità».
Il Papa condanna «le violenze rivolte specialmente contro i discepoli di Cristo», invoca riconciliazione ovunque, pace tra israeliani e palestinesi, difesa dei cristiani in Medio Oriente ed esorta alla resistenza i fedeli cinesi che subiscono «persecuzione e limitazioni alla loro libertà di coscienza» (Pechino reagisce oscurando il messaggio papale).
Nel giorno in cui si celebra «la Santa Famiglia che visse la drammatica esperienza di dover fuggire in Egitto per la furia omicida di Erode», Joseph Ratzinger pranza tra i senza tetto con un musulmano e un cinese, invita alla collaborazione per il bene comune i leader politici (sul modello di Madre Teresa e dei quattro architetti cristiani dell’Ue, Adenauer, De Gasperi, Schuman, Monnet) e ricorda «tutti coloro che sono costretti ad abbandonare le proprie case a causa della guerra, della violenza e dell’intolleranza». I bambini «hanno bisogno dell’amore del padre e della madre».
Presentando alla stampa il messaggio di Benedetto XVI, il cardinale Peter Turkson ha detto: «La libertà religiosa ha una dimensione pubblica che consente ai credenti di contribuire alla costruzione dell’ordine sociale. Non è un diritto concesso dallo Stato, che però deve riconoscerla e proteggerla». Nell’esercizio di tale diritto l’uomo «trova la sua pace» e diviene uno «strumento di pace».
Il teologo Gianni Gennari riflette sul fatto che «i veri cristiani sono, come Gesù, scomodi ostacoli per tutti coloro la cui legge è la prepotenza. Li osteggiano coloro che vogliono dominare sui poveri e gli indifesi: il Vangelo attira l’opposizione dei potenti violenti». Oltre alle dittature, gli attuali persecutori della Chiesa sono «gli integralismi dei non cristiani che temono concorrenze "religiose" alla propria fede». Ma adesso agli schiaffi (come gli «atti inaccettabili e ostili» della Cina), il Vaticano non porge più l’altra guancia. «Come voce pubblica internazionale è giusto che la Santa Sede alzi la voce in difesa delle vittime - prosegue Gennari -. Tocca a vescovi, preti e laici lottare per l’affermazione dei diritti dei fratelli di fede oltraggiati e perseguitati. La risposta del Papa, accompagnata da quella degli episcopati, risuona forte e deve essere ascoltata».
Le statistiche dimostrano che «sono i cristiani a subire la maggior parte delle violenze e delle persecuzioni», evidenzia lo scrittore cattolico Andrea Tornielli, direttore del quotidiano on line «La Bussola». Decimare le comunità cristiane equivale ad «abbattere ponti ed eliminare un elemento pacificatore» nelle società del Terzo Mondo. Per questo, conclude Tornielli, il Pontefice «reclama il riconoscimento pubblico della libertà religiosa, visto anche come contributo alla convivenza e tiene desta l’attenzione sul martirio dei credenti per impedire che venga derubricato a effetto collaterale». Il 75% degli episodi di violenza e di discriminazione contro gruppi religiosi ha come vittime i cristiani.
© Copyright La Stampa, 27 dicembre 2010
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