Novità nei presepi allestiti in piazza San Pietro, nella basilica Vaticana e nella Parrocchia pontificia di Sant'Anna
Accanto alla grotta una famiglia di pescatori filippini
di Nicola Gori
Non c'è appartamento, ufficio, luogo di lavoro o sala pubblica all'interno del Vaticano che non abbia il suo presepe. Si va da quelli tradizionali e monumentali, fino ai più originali e innovativi. Nei palazzi della Città trovano spazio le capanne e le grotte, abbellite da striscioni, angeli, stelle comete e miriadi di luci. Ogni materiale è stato utilizzato: legno, oro, plastica, latta, cera, ceramica, ferro, bronzo, ebano. Ci sono rappresentazioni a dimensioni millesimali ma anche a grandezza doppia del naturale. Per le ambientazioni, gli ideatori hanno lasciato campo libero alla fantasia: quanto ai luoghi, si passa dalle montagne al deserto, dai ruscelli ai boschi; quanto ai tempi, si va dall'epoca romana all'attualità.
In un giro ideale per visitare questi presepi, è d'obbligo cominciare con quello allestito in piazza San Pietro, il cui nucleo è composto dalle storiche statue del Bambino Gesù, della Vergine Maria, di san Giuseppe e dei re Magi con i relativi paggetti, scolpite da Pietro Cantagalli su commissione del principe Alessandro Torlonia per farne dono a san Vincenzo Pallotti allo scopo di rendere ancora più solenne l'ottavario dell'Epifania. Alte quasi tre metri, le figure furono utilizzate dal santo nel 1842 per la basilica di Sant'Andrea della Valle. A quelle tradizionali, quest'anno si sono aggiunte quelle donate dalle Filippine per celebrare i sessant'anni dello stabilimento delle relazioni diplomatiche con la Santa Sede.
Per l'ambientazione della ventinovesima edizione del presepe in piazza ci si è ispirati a un genere iconografico essenziale e semplice allo stesso tempo. La nascita di Gesù avviene in una grotta aperta ai pastori, ai quali un angelo annuncia la venuta del Salvatore. La scena principale è delimitata sullo sfondo dalle mura cittadine, ai cui lati sono stati riprodotti dei paesaggi tipici della Palestina. A sinistra della natività, l'interno di una costruzione usata da una famiglia di pescatori. Accanto si vedono una barca e una rete colma di pesci. L'insieme vuole ricordare la chiamata degli apostoli sul lago di Tiberiade. Tutte le statue e gli oggetti della scena sono giunti dalle Filippine e sono stati realizzati dallo scultore Kublai Ponce-Millan. Le statue rappresentano i differenti gruppi etnici del Paese asiatico, mentre festeggiano la nascita di Gesù. Si tratta di nove personaggi: alcuni di loro stanno tirando a bordo di una barca la rete piena di pesci, mentre altri suonano vari strumenti musicali. Vicino a loro si vedono dei cestini pieni di diversi frutti tropicali tipici delle Filippine.
A destra della natività, sotto una tettoia, è stato riproposto uno scorcio legato alla vita contadina e alla pastorizia. Due elementi fondamentali della natura, acqua e fuoco - che scaturiscono rispettivamente da un pozzo e da un focolare all'interno della grotta - simboleggiano il battesimo, la rinascita spirituale e la vittoria della luce sulle tenebre. Le dimensioni complessive del presepe - allestito dai Servizi tecnici del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano - sono notevoli: 25 metri il fronte, per un'altezza di 8 metri e una profondità di 13-14 metri. È inaugurato venerdì pomeriggio 24 dicembre e per sottolineare l'importanza dell'evento Benedetto XVI, poco dopo le 18, si affaccia dalla finestra del suo studio privato e accende un lume sul davanzale.
Un altro presepe monumentale si trova nella cappella della Presentazione, all'altare di san Pio x, nella navata laterale sinistra della basilica Vaticana. Si tratta di una rappresentazione sacra in legno scolpito e dipinto con colori policromi, opera dello scultore tedesco Heinrich Zunterer, di Oberammergau. Il presepe era stato donato a Giovanni Paolo ii, che a sua volta lo aveva regalato alla basilica. È stato esposto per la prima volta nel 1985, all'interno della cappella del coro dei canonici, e successivamente collocato nella cappella attuale. Da allora, ogni anno, i sampietrini allestiscono il tradizionale presepe aggiungendovi piccole innovazioni per fornire maggiore animazione. Oltre all'alternarsi automatico del giorno e della notte e alla collocazione di un mulino con una grande ruota di legno mossa dalla forza dell'acqua, sono stati introdotti due personaggi che si muovono grazie ad automatismi interni: si tratta di un fabbro intento a battere il martello sull'incudine e di un pescatore che getta la lenza nell'acqua di un ruscello. Le due figure sono state donate da Sonia Bernardini di Loreto, che le ha presentate personalmente al cardinale Angelo Comastri, arciprete della basilica di San Pietro, spiegandone la simbologia: il fabbro evoca il nome della Fabbrica e il lavoro dei sampietrini, mentre il pescatore rimanda al ricordo di san Pietro. Quest'anno la donatrice ha regalato anche una forgia incandescente per la bottega del fabbro e un pastore che si toglie il cappello.
Si arriva così alla rappresentazione del Natale - ispirata a uno spaccato di vita quotidiana della Palestina al tempo di Gesù - allestita nella parrocchia pontificia di Sant'Anna. Sullo sfondo si nota il tempio di Gerusalemme, mentre sul lato sinistro sono state collocate delle viti con i tralci e si vede un vignaiolo che porta una gerba piena di uva. Il tempio rappresenta l'antico Testamento - spiega il parroco, l'agostiniano Bruno Silvestrini - mentre Cristo che nasce in una grotta simboleggia il nuovo Testamento, il compimento delle Scritture. L'insieme vuole trasmettere il messaggio sotteso al Vangelo di Matteo: la nascita di Cristo realizza le attese del Popolo di Dio.
Le statue, in ceramica dipinta a mano, modellate artigianalmente da Giordano Rosalia, di Monreale, sono espressione della quotidianità, della vita che ruota intorno alla scena principale. Gesù è circondato da piccoli pastori. La gente è intenta alle loro occupazioni, i loro abiti sono poveri, espressione di una società rurale. In primo piano, infatti, è stato posto lo spaccato di una casa di contadini. Dietro la grotta si scorge una cascata d'acqua, mentre l'alternanza di notte e giorno dà un tocco di veridicità a questa rappresentazione sacra, creata da Mariano Pampiani e Antonio Angeletti di Tolentino.
(©L'Osservatore Romano - 25 dicembre 2010)
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