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Dalla Conferenza episcopale la richiesta alla Camera perché si approvi una risoluzione
I vescovi scrivono a Washington «Difendete i cristiani iracheni»
Washington, 30. I vescovi degli Stati Uniti hanno rivolto un appello ai deputati della Camera dei rappresentanti affinché sia approvata una risoluzione di condanna, attualmente in discussione, contro le violenze che colpiscono le minoranze religiose in Iraq e hanno esortato il Governo americano a lavorare assieme a quello iracheno per garantire la sicurezza. Si tratta della House Resolution 1725 presentata il 18 novembre scorso e supportata in maniera bipartisan da un gruppo di sette deputati democratici e repubblicani.
In una lettera — a firma del vescovo di Albany, Howard James Hubbard e dell'arcivescovo coadiutore di Los Angeles, José Horacio Gómez, rispettivamente presidenti del Committee on International Justice and Peace e del Committee on Migration della United States Conference of Catholic Bishops — si esprime compiacimento per la risoluzione, vista come «un modo per focalizzare l'attenzione sulla vulnerabilità delle comunità religiose in Iraq». Dalla Conferenza episcopale si sottolinea peraltro la necessità «di sviluppare un piano globale per migliorare la sicurezza e per incrementare la rappresentanza delle minoranze all'interno del Governo iracheno e nei vari livelli della società».
Riferendosi, in particolare, all'attentato alla chiesa di Nostra Signora del Perpetuo Soccorso, a Baghdad, che ha causato oltre cinquanta morti e decine di feriti e ad altre violenze, i vescovi scrivono che «sono orribili ricordi della spaventosa mancanza di sicurezza che ha condannato molte persone in Iraq a vivere nella paura». Dall'episcopato si accoglie anche con favore la preoccupazione espressa nella risoluzione per la situazione dei rifugiati e, al riguardo, si sollecitano interventi affinché «siano migliorate le condizioni per il loro rientro in Iraq». Nel concludere, i vescovi auspicano una veloce approvazione della risoluzione da parte del Congresso, augurando che il provvedimento «possa contribuire al raggiungimento dell'obiettivo generale di raggiungere “una transizione responsabile” in grado di evitare altri morti e di affrontare la crisi dei rifugiati». La questione delle violenze contro le minoranze religiose in Iraq è stato uno dei temi principali affrontati dall'assemblea plenaria dei vescovi, svoltasi dal 15 al 18 novembre, a Baltimore, nel Maryland e nel discorso di fine mandato del cardinale arcivescovo di Chicago, Francis Eugene George. «Dalla conquista di Baghad in poi — ha evidenziato il porporato — è stato evidente a tutti coloro di buona volontà che, sebbene siano i gruppi musulmani a essere in conflitto gli uni con gli altri, sono soltanto i cristiani a non avere avuto protezione dopo l'invasione americana dell'Iraq».
In precedenza, agli inizi del mese di novembre, il cardinale George, in qualità di allora presidente della United States Conference of Catholic Bishops, aveva indirizzato una lettera anche al presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, esprimendo il dolore della comunità cattolica per l'attentato alla chiesa di Nostra Signora del Perpetuo Soccorso, a Baghdad, e chiedendo al Governo di garantire la sicurezza delle minoranze. La situazione sul campo resta molto difficile: a seguito delle violenze, hanno recentemente denunciato in un appello i vescovi caldei in Iraq, una sessantina di famiglie cristiane sarebbero fuggite dalla capitale Baghdad per rifugiarsi a Suleimaniya, mentre altre ottanta si sarebbero dirette a Erbil. A queste, inoltre, si devono aggiungere quelle che hanno trovato riparo nei villaggi cristiani situati nella piana di Ninive. I vescovi caldei hanno fatto appello alle autorità religiose musulmane affinché si esprima pubblica condanna contro le azioni violente che colpiscono le minoranze religiose. Intanto, alcune riserve sono state espresse da parte della comunità cristiana in Iraq in merito alla recente notizia, diffusa dalla televisione, dell'arresto di un gruppo di terroristi implicati in diversi attacchi a Baghdad, presumibilmente, anche in quello che ha preso di mira la chiesa di Nostra Signora del Perpetuo Soccorso. Si tratta di un totale di dodici arrestati, tra cui un leader, Hudhaifa al-Battawi, legato al gruppo di al-Qaeda. Tra gli attentati imputati al gruppo di terroristi ci sono quelli dei mesi scorsi contro la Banca centrale, una televisione satellitare e alcune gioiellerie.
(©L'Osservatore Romano - 1 dicembre 2010)
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