mercoledì 29 dicembre 2010

La normativa antiriciclaggio dell’Unione Europea, per volontà di Papa Ratzinger, diventa ufficialmente legge anche Oltretevere. Domani il motu proprio del Santo Padre (Tornielli)

Norme contro frodi e riciclaggio
il Papa fonda la sua Bankitalia


di Andrea Tornielli

Anche lo Stato del Papa avrà la sua Banca centrale con compiti di controllo.
La normativa antiriciclaggio dell’Unione Europea, per volontà di Ratzinger, diventa ufficialmente legge anche Oltretevere, nella Città del Vaticano come pure in tutti gli enti della Santa Sede. E dunque anche allo Ior, l’Istituto per le opere di religione presieduto da Ettore Gotti Tedeschi.
Sarà pubblicato domani un Motu proprio di Benedetto XVI che ordina l’applicazione delle norme stabilite dalla «Convenzione monetaria» firmata il 17 dicembre dell’anno scorso a Bruxelles dall’Unione Europea e dallo Stato vaticano. Le norme antifrode e antiriciclaggio entreranno immediatamente in vigore e saranno applicate a tutte le istituzioni della Santa Sede.
Ma il Motu proprio papale conterrà un’altra significativa novità: l’istituzione di una speciale autorità di controllo, chiamata a vigilare sull’applicazione delle normative. Una vittoria significativa per la linea della trasparenza voluta dal Pontefice, dal segretario di Stato Tarcisio Bertone e dal presidente dello Ior. Già da qualche mese, in vista di questo traguardo che viene ora istituzionalizzato, era stata istituita una sorta di commissione guidata dal cardinale Attilio Nicora, presidente dell’Apsa (Amministrazione del patrimonio della Santa Sede) chiamata a coordinare tutti gli interventi necessari perché ogni ente d’Oltretevere si adegui.
La nuova disciplina ruota attorno a tre punti: innanzitutto la libera circolazione di una certa quantità di euro con il conio d’Oltretevere. Il Vaticano ha sempre avuto la sua moneta, ma questa è fino ad oggi rimasta un’esclusiva dei collezionisti. Ora si potrà arrivare a coniare 2.300.000 euro fissi all’anno, più una quota variabile legata al numero di abitanti, e dunque piuttosto piccola. Ma almeno il 51 per cento di questa moneta, al contrario di quanto accadeva in passato, dovrà essere destinata alla circolazione. E dunque sarà possibile imbattersi negli euro che riproducono l’effigie del Papa.
Gli altri due punti cruciali della normativa riguardano una maggiore vigilanza e controllo sulle frodi e regole più certe e severe nella lotta contro il riciclaggio di denaro. Nello specifico, il Vaticano recepirà e applicherà le direttive emanate dal Parlamento europeo su queste materie. Così facendo, sarà possibile per l’Ocse iniziare a valutare la possibilità di iscrivere il Vaticano nella «white list», la lista bianca dei Paesi che si adeguano agli standard internazionali contro il riciclaggio.
Proprio lo Ior e il suo presidente Gotti Tedeschi, sono stati al centro e continuano a essere al centro di un’inchiesta della Procura di Roma - che ha comportato il sequestro di 23 milioni di euro - per mancato rispetto delle normative antiriciclaggio. L’operazione contestata da una segnalazione della Banca d’Italia, prevedeva il trasferimento di fondi Ior da un istituto di credito italiano a una banca tedesca per l’acquisto di bond. La Santa Sede si era detta sorpresa per il fatto che la contestazione e l’inchiesta erano scattate proprio nel momento in cui lo Ior si stava dotando di tutti gli strumenti necessari per garantire la trasparenza. In un passato anche recente, infatti, l’Istituto per le opere di religione e alcuni conti in esso custoditi sono stati oggetto di inchieste che hanno dimostrato per lo meno poca trasparenza e la difficoltà di risalire all’effettiva titolarità degli stessi. La decisione della nuova dirigenza, che ha congelato quei conti, è di chiudere un’epoca per aprirne una completamente nuova, impedendo che casi come quello oggetto delle indagini possano ripetersi.
L’immediato recepimento delle direttive europee antiriclaggio e l’istituzione dell’autorità centrale di controllo vaticana dovrebbe facilitare i rapporti tra lo Ior e gli istituti di credito italiani.

© Copyright Il Giornale, 29 dicembre 2010 consultabile online anche qui.

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