martedì 28 dicembre 2010

L'antica sfida tra Cesari e Chiesa. Fedeltà che resiste (Carlo Cardia)

L'antica sfida tra Cesari e Chiesa

Fedeltà che resiste

Carlo Cardia

Tra le persecuzioni che il cristianesi­mo ha subito storicamente, e che si rinnovano nell’epoca moderna, una del­le più subdole è quella dello Stato che vuole privare la Chiesa della sua libertà e autonomia, svuotarla dall’interno, met­tersi al suo posto, costringere i suoi mi­nistri a fare qualcosa che tradisca, o non corrisponda, ai fini originari. Si manife­sta così l’inimicizia di Cesare verso Dio, che si traduce in disegni di sottomissio­ne o di stravolgimento della struttura ec­clesiastica.
Quanto sta avvenendo da tempo in Cina, dove si è coartata la libertà dei cristiani, ha numerosi precedenti sto­rici, e ricorda i pericoli che i credenti de­vono affrontare. Un tempo erano gli imperatori che crea­vano antipapi e patriarchi, riuscendovi almeno temporaneamente, perché que­sti agissero secondo i loro interessi e de­sideri. Altre volte sono state grandi eresie che hanno attaccato la struttura della Chiesa per stravolgerla, e disperdere co­sì il popolo di Dio, oppure i sovrani na­zionali che volevano separare i cattolici da Roma e farsi una Chiesa a propria im­magine per meglio dominarla e asservir­la. Nella modernità, le ideologie totalita­rie hanno tentato di dar vita a chiese fit­tizie, per sottometterle, allontanare i fe­deli dai pastori, colpire la Chiesa nelle sue strutture visibili. Il primo disegno orga­nico è stato quello della Rivoluzione fran­cese che con la Constitution civile du clergé voleva imporre alla Chiesa vescovi e cle­ro eletti dalla popolazione, anche non cat­tolica, ed è finito con terribili stragi di pre­ti (i cosiddetti refrattari) che restavano fe­deli al proprio ministero. Il disegno si pre­senta di nuovo con la Loi de séparation del 1905, nella seconda grande ondata laici­sta, ma fallisce per l’opposizione di Roma e dei cattolici europei.
Nel XX secolo, si riaffacciano le persecuzioni violente da parte dei totalitarismi, con l’annienta­mento di intere comunità cristiane nella Russia staliniana, l’organizzazione di Chiese patriottiche in alcuni Paesi del­l’orbita sovietica. Particolarmente dolo­rosa l’esperienza della Cecoslovacchia dove si blandiscono ecclesiastici sotto­messi al regime, ma dove splendide figu­re di vescovi resistono guidando il popo­lo di Dio nel deserto dell’imposizione a­teistica, solo con la forza della fede.
Ultimo esempio di queste chiese pa­triottiche lo ritroviamo nella Cina di og­gi, dove da anni vengono ordinati illeci­tamente dei vescovi, e dove nonostante la volontà conciliatrice di Benedetto X­VI, che con la Lettera apostolica del 2007 ha cercato di aprire un dialogo con Pe­chino per un progetto di pacificazione, il regime ha indurito la propria posizio­ne, tornando a gesti e scelte di aperta violazione della libertà religiosa. Ha da­to luogo a ordinazioni illecite, è giunto al punto di costringere fedeli e presuli, tra i quali monsignor Feng Xinmao, ve­scovo di Hengshui, a partecipare a Pe­chino all’Assemblea dell’Associazione patriottica, un organismo voluto dal re­gime in contrasto con la Chiesa di Roma. Per noi europei sembra la ripetizione di un film già visto nei regimi comunisti sconfitti dalla storia, ma è ancor più do­loroso perché contrasta con i segnali di apertura che la Cina ha dato su altri ter­reni politici ed economici.
I cristiani, sanno riconoscere quando Ce­sare è nemico a Dio e vuol coartare le co­scienze dei fedeli. C’è, però, una cosa che accomuna questi tentativi anticattolici, e anticristiani, ed è che sono sempre falli­ti, insieme con il fallimento delle ideolo­gie totalitarie che li hanno generati, e non sono riusciti a piegare le comunità di cre­denti. La fede nella Parola di Dio, nella promessa che il male non prevarrà, ha sorretto per secoli la Chiesa. Per i cattoli­ci, la fedeltà al Vescovo di Roma offre u­na garanzia maggiore, perché la voce del Papa è l’unica voce universale che non si piega a interessi particolari, proclama quei princìpi che sono validi per tutti gli uomini che cercano risposte alle do­mande fondamentali della vita e chiedo­no rispetto per i propri diritti e la dignità della persona.

© Copyright Avvenire, 28 dicembre 2010 consultabile online anche qui.

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