L'antica sfida tra Cesari e Chiesa
Fedeltà che resiste
Carlo Cardia
Tra le persecuzioni che il cristianesimo ha subito storicamente, e che si rinnovano nell’epoca moderna, una delle più subdole è quella dello Stato che vuole privare la Chiesa della sua libertà e autonomia, svuotarla dall’interno, mettersi al suo posto, costringere i suoi ministri a fare qualcosa che tradisca, o non corrisponda, ai fini originari. Si manifesta così l’inimicizia di Cesare verso Dio, che si traduce in disegni di sottomissione o di stravolgimento della struttura ecclesiastica.
Quanto sta avvenendo da tempo in Cina, dove si è coartata la libertà dei cristiani, ha numerosi precedenti storici, e ricorda i pericoli che i credenti devono affrontare. Un tempo erano gli imperatori che creavano antipapi e patriarchi, riuscendovi almeno temporaneamente, perché questi agissero secondo i loro interessi e desideri. Altre volte sono state grandi eresie che hanno attaccato la struttura della Chiesa per stravolgerla, e disperdere così il popolo di Dio, oppure i sovrani nazionali che volevano separare i cattolici da Roma e farsi una Chiesa a propria immagine per meglio dominarla e asservirla. Nella modernità, le ideologie totalitarie hanno tentato di dar vita a chiese fittizie, per sottometterle, allontanare i fedeli dai pastori, colpire la Chiesa nelle sue strutture visibili. Il primo disegno organico è stato quello della Rivoluzione francese che con la Constitution civile du clergé voleva imporre alla Chiesa vescovi e clero eletti dalla popolazione, anche non cattolica, ed è finito con terribili stragi di preti (i cosiddetti refrattari) che restavano fedeli al proprio ministero. Il disegno si presenta di nuovo con la Loi de séparation del 1905, nella seconda grande ondata laicista, ma fallisce per l’opposizione di Roma e dei cattolici europei.
Nel XX secolo, si riaffacciano le persecuzioni violente da parte dei totalitarismi, con l’annientamento di intere comunità cristiane nella Russia staliniana, l’organizzazione di Chiese patriottiche in alcuni Paesi dell’orbita sovietica. Particolarmente dolorosa l’esperienza della Cecoslovacchia dove si blandiscono ecclesiastici sottomessi al regime, ma dove splendide figure di vescovi resistono guidando il popolo di Dio nel deserto dell’imposizione ateistica, solo con la forza della fede.
Ultimo esempio di queste chiese patriottiche lo ritroviamo nella Cina di oggi, dove da anni vengono ordinati illecitamente dei vescovi, e dove nonostante la volontà conciliatrice di Benedetto XVI, che con la Lettera apostolica del 2007 ha cercato di aprire un dialogo con Pechino per un progetto di pacificazione, il regime ha indurito la propria posizione, tornando a gesti e scelte di aperta violazione della libertà religiosa. Ha dato luogo a ordinazioni illecite, è giunto al punto di costringere fedeli e presuli, tra i quali monsignor Feng Xinmao, vescovo di Hengshui, a partecipare a Pechino all’Assemblea dell’Associazione patriottica, un organismo voluto dal regime in contrasto con la Chiesa di Roma. Per noi europei sembra la ripetizione di un film già visto nei regimi comunisti sconfitti dalla storia, ma è ancor più doloroso perché contrasta con i segnali di apertura che la Cina ha dato su altri terreni politici ed economici.
I cristiani, sanno riconoscere quando Cesare è nemico a Dio e vuol coartare le coscienze dei fedeli. C’è, però, una cosa che accomuna questi tentativi anticattolici, e anticristiani, ed è che sono sempre falliti, insieme con il fallimento delle ideologie totalitarie che li hanno generati, e non sono riusciti a piegare le comunità di credenti. La fede nella Parola di Dio, nella promessa che il male non prevarrà, ha sorretto per secoli la Chiesa. Per i cattolici, la fedeltà al Vescovo di Roma offre una garanzia maggiore, perché la voce del Papa è l’unica voce universale che non si piega a interessi particolari, proclama quei princìpi che sono validi per tutti gli uomini che cercano risposte alle domande fondamentali della vita e chiedono rispetto per i propri diritti e la dignità della persona.
© Copyright Avvenire, 28 dicembre 2010 consultabile online anche qui.
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