Vaticano, addio al paradiso (fiscale) Antiriciclaggio e banca centrale
Motu proprio del Papa sulla trasparenza: riguarda anche lo Ior. La svolta di Papa Ratzinger
di IACOPO SCARAMUZZI
CITTÀ DEL VATICANO, 30 dicembre 2010
GIRO DI VITE di Papa Ratzinger sullo Ior. L’Istituto per le opere di religione, conosciuto come la banca del Vaticano, è da decenni al centro di scandali e misteri. Dopo le malversazioni di monsignor Marcinkus e il crac del Banco Ambrosiano, negli anni Settanta ed Ottanta, i problemi non sono spariti. Ora l’istituto è finito nel mirino dei magistrati italiani. Ce n’era abbastanza, per il rigoroso Papa tedesco. Con un motu proprio che viene pubblicato oggi, il Pontefice mira ad adeguare il Vaticano agli standard internazionali dell’antiriciclaggio e a creare una sorta di banca centrale vaticana.
NEI MESI scorsi la Procura di Roma aveva aperto un fascicolo dopo che la Banca d’Italia aveva segnalato l’irregolarità di alcuni movimenti finanziari. Il presidente e il direttore generale dello Ior, Ettore Gotti Tedeschi e Paolo Cipriani, sono stati iscritti nel registro degli indagati. I magistrati sequestrarono un fondo di 23 milioni di euro. Per la Santa Sede, un vulnus alle finanze e alla credibilità.
C’è poi il calendario. Il Vaticano deve attuare entro la fine di questo anno una convenzione monetaria firmata l’anno scorso con l’Ue. Tre i capitoli dell’accordo: la coniazione degli euro con l’effige papale (il piccolo Stato pontificio è tenuto a far circolare una certa quantità delle proprie monete e non riservarle ai soli collezionisti), la prevenzione della frode e, appunto, la lotta al riciclaggio di denaro sporco. Oggi, dunque, vengono pubblicati un motu proprio (provvedimento di iniziativa papale) che si applica allo Stato della Città del Vaticano ed una legge anti-riciclaggio che vale per lo Ior e la Santa Sede (organismo giuridicamente distinto dal Vaticano). Viene poi creato un organismo sovraordinato a tutte le amministrazioni finanziarie della Santa Sede — denominato Autorità di Informazione Finanziaria — con le funzioni di una banca centrale. A presiederla sarà il cardinal Attilio Nicora.
GLI UOMINI di Ratzinger, a partire dal suo Segretario di Stato, Tarcisio Bertone, vogliono infatti attuare una linea di trasparenza, senza però rinunciare all’autonomia dello Ior. Da una parte il Palazzo apostolico insiste nello spiegare che l’Istituto opere di religione si tratta di una banca sui generis che amministra i beni delle istituzioni cattoliche e segue, di conseguenza, regole particolari. Dall’altra, però, il Vaticano deve convincere Bankitalia, Bruxelles e gli altri organismi internazionali (l’Ocse e il Gafi) se vuole essere ammesso nella ‘white list’ dei paesi che applicano gli standard anti-riciclaggio. Le resistenze, anche nel mondo della Curia, sono molte. Ma il messaggio di Ratzinger sembra chiaro: il Vaticano non è più un paradiso, almeno fiscale.
© Copyright Quotidiano Nazionale, 30 dicembre 2010 consultabile online anche qui.
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