Papa Benedetto XVI impone l'antiriciclaggio in Vaticano
Giovanni Galli
La normativa antiriciclaggio sbarca Oltretevere. Ad accelerare è stato lo stesso Papa Benedetto XVI che, nella lettera apostolica «Motu Proprio», la cui pubblicazione è attesa per oggi, come si legge sul sito del Vaticano, prescrive a tutti gli istituti finanziari della Santa Sede, a cominciare dallo Ior, di attenersi scrupolosamente d'ora in poi alla normativa antiriciclaggio europea già recepita nell'ordinamento italiano. Il sito del Vaticano spiega che oggi vengono pubblicati due provvedimenti, cioè la «Lettera Apostolica Motu Proprio del Santo Padre concernente la prevenzione ed il contrasto delle attività illegali in campo finanziario e monetario» e la «legge concernente la prevenzione ed il contrasto del riciclaggio dei proventi di attività criminose e del finanziamento del terrorismo». Papa Ratzinger ha insomma deciso di istituire anche un'Autorità di informazione finanziaria (Aif), il cui statuto sarà contenuto anch'esso nella «Motu Proprio». Un organismo simile a quello già esistente in Banca d'Italia, e che a settembre segnalò alla Procura di Roma una serie di operazioni sospette nelle quali era coinvolto proprio l'Istituto per le opere di religione. In seguito alla segnalazione dell'Unità di informazione finanziaria (Uif) di Bankitalia per violazione della normativa antiricilaggio italiana, cioè del decreto 231/2007, venne disposto il sequestro di 23 milioni di euro. L'inchiesta riguarda due distinte operazioni: una per 20 milioni di euro destinati alla JP Morgan Frankfurt, e un'altra di 3 milioni di euro per la Banca del Fucino. Nell'ambito dell'inchiesta della procura capitolina i magistrati avevano indagato il presidente e il direttore generale della banca vaticana, Ettore Gotti Tedeschi e Paolo Cipriani. In quell'occasione il portavoce vaticano, Padre Federico Lombardi, aveva parlato di «un inconveniente» tra le banche coinvolte e aveva sottolineato il fatto che si trattasse solo di trasferimento di proprio denaro tra conti correnti a esso intestati. Lombardi aveva spiegato che lo Ior non è sotto la vigilanza della Banca d'Italia perché ha sede in uno stato sovrano ma intende rispettare le norme della Comunità Europea e dell'Ocse mirate a combattere il terrorismo e il riciclaggio.
© Copyright Italia Oggi, 30 dicembre 2010 consultabile online anche qui.
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