venerdì 31 dicembre 2010

Norme antiriciclaggio, un gesto non solo dovuto dalla necessità di entrare nella "white list" ma anche fortemente voluto (Vannucchi)

Leggi trasparenza in Vaticano Padre Lombardi: lotta contro l'intelligenza perversa che guida le attività legali

Gianluca Vannucchi

ROMA

Il Vaticano non vuole essere certo considerato un «paradiso fiscale» e per questo ha varato una nuova normativa, ampia e innovativa, contro il riciclaggio del denaro sporco e contro il finanziamento al terrorismo.
Un gesto non solo dovuto, vista la necessità di entrare nella "white list" dei paesi finanziariamente ed economicamente virtuosi, ma fortemente voluto, sia per sgombrare il campo da sospetti e scandali, sia per ribadire le ragioni di un'etica mondiale più volte sollecitate da Benedetto XVI.
E proprio il Papa ha voluto ribadire l'importanza della promulgazione delle nuove leggi (sono quattro, più la creazione dell'Autorità di informazione finanziaria, Aif, tutte sul sito www.vaticanstate.va) con un "Motu Proprio" che allarga le competenze della legge dello Stato della Città del Vaticano anche a tutti i soggetti collegati con la Santa Sede (altra entità di peso internazionale) compresi quelli più "chiacchierati", come l'Istituto opere di religione (al centro di un'inchiesta della procura di Roma e di un sequestro di 23 milioni di euro in Italia) o di dicasteri come Propaganda Fide, entrata nelle cronache giudiziarie negli ultimi anni. Nessuno, dal primo aprile 2011, data di entrata in vigore della legge, potrà più "giocare" con i soldi del Vaticano, neanche chi lavora ai Musei o all'Annona, il supermercato tanto ambito dai romani.
E le pene per i reati (non solo riciclaggio e terrorismo, ma la novità dell'auto-riciclaggio, tratta, droga, rifiuti tossici inseriti per colmare una lacuna giuridica) vanno dai vent'anni per tentato omicidio, ai quindici per terrorismo ai dodici per riciclaggio (ma da scontare in un paese terzo, visto che in Vaticano ci sono soltanto alcune celle di sicurezza). D'altra parte, ha spiegato il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, il mondo, soprattutto dopo l'11 settembre 2001, è cambiato e anche quella particolare parte di mondo che è il Vaticano si deve adeguare alla lotta contro «l'intelligenza perversa che guida le attività illegali» che certo cerca di «approfittare proprio dei punti deboli e fragili». Ed è proprio la «pace purtroppo» a essere «minacciata da diverse cause, fra le quali quella di un uso improprio del mercato e dell'economia e quella, terribile e distruttrice, della violenza che il terrorismo perpetra, causando morte, sofferenze, odio e instabilità sociale», come scrive Benedetto XVI nel "Motu Proprio".
«Molto opportunamente – scrive il Pontefice – la comunità internazionale si sta sempre più dotando di principi e strumenti giuridici che permettano di prevenire e contrastare il fenomeno del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo. La Santa Sede approva questo impegno e intende far proprie queste regole nell'utilizzo delle risorse materiali che servono allo svolgimento della propria missione e dei compiti dello Stato della Città del Vaticano».
Anche dalla Segreteria di Stato (proprio il cardinal Tarcisio Bertone è in prima linea per la nuova linea di trasparenza) si spiega che la «nuova normativa si iscrive nell'impegno della Sede Apostolica per l'edificazione di una convivenza civile giusta e onesta. In nessun momento si possono perciò trascurare o attenuare i grandi principi dell'etica sociale, quali la trasparenza, l'onestà e la responsabilità».
Certo, ora il Vaticano avrà più facilità a ottenere dal Gafi (Gruppo di azione finanziaria internazionale contro il riciclaggio di capitali) quel via libera per l'ingresso nella "lista bianca" che tanti problemi potrebbe risolvere anche per lo Ior, che da una parte dovrà rispettare le nuove norme (già da tempo è stata avviata una nuova politica di controllo e verifica dell'ingresso e dell'uscita dei capitali), ma dall'altra non verrà più visto come una figura «sospetta».
E una prima risposta dall'Europa è venuta dal vicepresidente della Commissione europea Antonio Tajani: «È molto positivo che il Vaticano abbia deciso di far proprie le norme europee in materia di antiriciclaggi Si tratta di un segnale fortemente positivo che contribuirà alla trasparenza dei mercati nelle transazioni finanziarie».

© Copyright Gazzetta del sud, 31 dicembre 2010

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