Ventisei feriti iracheni ringraziano il Papa
Ha il volto di una bambina di appena un anno con il femore trapassato da una pallottola la sofferenza dei ventisei iracheni — ora in cura al policlinico Gemelli di Roma — che erano stati feriti nell'attacco del 31 ottobre contro la cattedrale siro-cattolica di Baghdad. Stamane, insieme ai familiari e al sacerdote Giorgio Jahola, hanno incontrato Benedetto xvi per raccontargli il loro dolore. In quella tragica domenica d'ottobre la piccola ha perso il fratellino di tre anni e il papà. Tra i suoi connazionali, un uomo con un occhio bendato e un'anziana che fatica a stare in piedi. Ma oltre alle cicatrici sul corpo ci sono quelle dell'anima: alcuni sono ancora visibilmente scioccati, altri mostrano le fotografie dei congiunti morti durante la strage. Dopo aver partecipato all'udienza nell'Aula Paolo vi, hanno incontrato il Papa in privato nell'auletta adiacente, alla presenza dell'arcivescovo Filoni, sostituto della Segreteria di Stato, già nunzio in Iraq. Sono sette uomini, sedici donne e tre bambini, portati in Italia su iniziativa del ministero degli Affari esteri e della Santa Sede. «Tra loro anche tre studenti — dice il sacerdote — colpiti in un precedente attacco al convoglio che li conduceva all'università. Tutti mi hanno chiesto di ringraziare il Pontefice per aver assicurato le cure necessarie e per le sue parole di consolazione». Come quelle pronunciate oggi da Benedetto xvi per la Chiesa cinese, che «sta vivendo momenti particolarmente difficili». Un gruppo di fedeli della Cina continentale ha raccolto il suo appello con un lungo applauso, soprattutto quando il Papa ha affidato alla Vergine tutti i cattolici dell'«amato Paese». La devozione mariana del popolo di Dio è stata testimoniata in particolare da due gruppi italiani: uno di Fiumicino e uno della Campania. I primi hanno chiesto al Pontefice di benedire una statua bronzea della Madonna di Loreto alta due metri e mezzo, che sarà collocata all'aeroporto Leonardo da Vinci. «Un'iniziativa voluta per celebrare il novantesimo della proclamazione della Vergine lauretana a patrona dell'aviazione civile», dice l'arcivescovo Vegliò, presidente del dicastero per i migranti, che — insieme all'arcivescovo prelato di Loreto, Tonucci, e al vescovo di Porto - Santa Rufina, Reali — accompagna una delegazione del comune di Fiumicino e degli Aeroporti di Roma, con fedeli della parrocchia San Luigi Gonzaga di Focene. La seconda statua è stata portata da trecento parrocchiani di Oliveto Citra, in arcidiocesi di Salerno-Campagna-Acerno.
Al termine, nella galleria dell'aula, il Pontefice ha salutato Giulio Callini, che dopo due anni e mezzo lascia l'incarico di dirigente generale dell'ispettorato di Pubblica sicurezza presso il Vaticano.
(©L'Osservatore Romano - 2 dicembre 2010)
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