giovedì 6 gennaio 2011

Dopo averlo attaccato l'imam di Al Azhar chiede al Papa di inviare un messaggio al mondo islamico (Asca)

EGITTO: IMAM DI AL AZHAR, IL PAPA INVII MESSAGGIO PACE A MUSULMANI

''Spero che Sua Santita' Benedetto XVI, che gode di un'autorita' morale universale e che porta dunque una responsabilita' di importanza straordinaria, decida di inviare un messaggio al mondo islamico.
Un messaggio che possa ristabilire i ponti della fiducia e che dissipi le origini dei malintesi. Sarebbe un'iniziativa molto apprezzata''. Questo l'invito che l'imam Ahmed Al Tayyeb, capo spirituale della moschea di Al Azhar, in un'intervista al ''Corriere della Sera'', rivolge a papa Benedetto XVI, dopo l'attentato alla chiesa copta di Alessandria a Capodanno. Attentato che l'imam definisce un ''crimine condannato da tutte le religioni e dagli uomini di buona fede del mondo intero''.
''Ho ascoltato - spiega - le parole di Sua santita' sull'attentato di Alessandria. Ho sentito che il papa ha chiesto protezione per i cristiani d'Egitto. Ora, temendo che le parole di Benedetto XVI possano creare una reazione politica negativa nell'Oriente in generale e in Egitto in particolare, tengo a precisare tre cose: che i cristiani d'Oriente sono una componente essenziale delle loro societa' di appartenenza e una fonte di ricchezza della civilizzazione orientale e della tradizione arabo-islamica; che la loro protezione e la sicurezza sono garantite dai loro diritti di cittadini e, secondo la tradizione islamica, attraverso una lunga storia di vita comune basata sul rispetto dell'altro e sulla diversita' religiosa e culturale'' e che ''queste azioni terroristiche non sono dirette soltanto contro i cristiani ma contro l'intero Egitto, con l'obiettivo di destabilizzare il Paese e di attentare alla sua sicurezza e all'unita' nazionale''. Per eliminare questa pericolosa atmosfera, secondo l'imam, dunque ''dobbiamo approfondire la mutua comprensione ed eliminare le fonti di pregiudizio e malinteso. Il rispetto dell'altro e del suo diritto alla diversita' e' una condizione indispensabile per quel dialogo costruttivo che possa ravvicinarci''.

© Copyright Asca

Malintesi? Se ci sono stati, non e' stato certo il Papa a crearli ma, semmai, chi lo ha ingiustamente attaccato.
La mia personale opinione e' che sia troppo rischioso mandare un messaggio del genere in questo momento, soprattutto dopo le recentissime minacce di Al Qaeda al Santo Padre, minacce che l'imam dovrebbe condannare senza appello
.
R.

9 commenti:

  1. Ma quali malintesi? se ci sono stati sicuramente non sono venuti da Benedetto XVI che facciamo ? Ratisbona II ? anche in quella occasione si chiese al Papa di ritrattare o di chiedere scusa e di che cosa? Benedetto XVI, non ha creato malintesi di nessun genere ha solamente e giustamente, condannato un episodio di violenza religiosa che è stato subito bollato come ingerenza. Episodio che peraltro, proprio per effetto del dialogo interreligioso, doveva essere condannato anche da esponenti di altre religioni che ovviamente, in nome del reliosamentepoliticamente corretto, hanno taciuto! Che cosa si pretende ora da Benedetto XVI? Forse un messaggio di scuse ? oppure di sottomissione?

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  2. Qualcuno è andato fuori di testa e non è il Santo Padre. Sul Corriere di oggi a fianco alla trista (con la a) intervista c'è un commento che educatamente esprime il mio stesso concetto.

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  3. è stata questa persona a creare le premesse affinchè giungessero le minacce di oggi al papa.
    mandi lui i suoi messaggi senza dare ordini a noi.

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  4. Questi islamici la cui "tolleranza" e "rispetto" per le altre religioni si esprime a corrente alternata altro non fanno che praticare la "taqija" ovvero la dissimulazione che il corano predica nell'interloquire con i miscredenti (noi).
    Bene farebbe il Vaticano ad ignorare questo ed altri simili personaggi.

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  5. condivido mariateresa. Anch'io ho letto il Corriere stamattina riportando le stesse sensazioni. Percepisco una certa condiscenza da parte dell'intervistatore Ferrari nei confronti dell'Imam dalla mano tesa (non mi pare che chi alza la mano in segno di pace possa proprio per mentalità tipica degli uomini di pace accusare nessuno di ingerenza, tantomeno chi chiede rispetto di un diritto, che è in fondo quello di essere cristiani in terra islamica). Inutile continuare a farci credere che la libertà religiosa in Egitto e in altri paesi simili c'è, se non a proclami. Laddove c'è libertà religiosa non è necessario il presidio della polizia per esercitare il proprio culto e non esistono cittadini a diritti limitati solo per la fede che professano, così come non è un delitto convertirsi ad altra fede. Da quella parte si sentono solo elenchi di ciò che gli è dovuto. Gli altri muoiono e loro pretendono messaggi, chiarimenti, scuse. Grande capacità a rivoltare la frittata, perchè sia chiaro il messaggio, se si degenera è colpa dei malintesi creati dal Papa o delle reazioni scomposte dei cristiani esasperati, non degli estremismi di casa loro che non riescono a contenere nè tantomeno a condannare. Tanto, percepiscono che l'Europa è dalla loro parte. E Obama, la speranza dell'inizio millennio, il grande relatore che ha strappato applausi parlando al Cairo, qualcuno l'ha visto? Possiamo solo rivolgerci lassù, perchè quaggiù siamo soli. Spero che il Papa non caschi nella trappola e che il Signore lo illumini, perchè qualunque cosa dirà o farà o non farà verrà strumentalizzata da chiunque deve salvarsi la faccia.
    Naturalmente nell'intervista sul governatore pakistano ucciso, silenzio, nessuna domanda. Peccato, lui si che aveva la mano tesa, almeno nell'immagine che ho io di uomo di pace con la mano tesa verso l'altro (soprattutto se è un'ingenua madre di famiglia condannata a morte).
    E' deprimente tutto questo, perchè il problema parte da noi e non da loro. Gli abbiamo fatto credere che siamo disposti ad espiare in eterno per i sensi di colpa dell'Occidente, ma non si possono legittimare altre ingiustizie, del presente e del futuro, in nome dell'espiazione di quelle del passato. Questa è legge del taglione, legittimazione della cultura della vendetta sui figli per le colpe dei padri, altro che mea culpa

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  6. I vostri commenti confermano la mia sensazione.
    Faccia molta attenzione la Santa Sede a non cadere nella trappola: qualunque cosa il Papa dira' o fara' potra' essere strumentalizzata (come e' accaduto il 1° dicembre) in modo da fare ricadere su di lui, e non sugli estremisti, la colpa di eventuali disordini.
    Non e' compito del Papa parlare ai musulmani. Il Papa parla a tutti!
    Sia l'imam a parlare ai suoi fedeli senza pretendere interventi esterni.
    Miracolosamente non si parla piu' di ingerenza?
    Non si cada nella trappola!
    R.

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  7. Per carità, ci manca solo che ci facciamo dettare l'agenda dall'imam di Al Azhar.
    Non è bastato loro il messaggio ai mesulmani dello pseudo messia Barak Hussein Obama?
    Non mi pare che, comunque, abbia sortito grandi risultati.

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  8. ma che si vergogni questo imam, il Papa non deve spiegazioni a nessuno: piuttosto cominci lui a parlare, condannando, in modo chiaro ed esplicito, le violenze contro i cristiani copti, che sono egiziani e cittadini quanto lui, o almeno così dovrebbero essere in uno stato che fosse realmente democratico e non cripto-teocratico. E si vergognino ancora di più gli organi dell'unione europea, sempre pronti a legittimare la proliferazione di moschee come funghi qui da noi per gli immigrati di ieri e poi subito coi pannoloni se c'è da chiedere non dico la reciprocità, figuriamoci, quella è violenza da crociati, ma di garantire almeno la sopravvivenza per i cristiani in medio oriente che laggiù vivono da secoli.

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