domenica 9 gennaio 2011

L'avvertimento del ministro degli Esteri egiziano: «L’Europa non si intrometta nei nostri affari» (Zoja)

«L’Europa non si intrometta nei nostri affari»

L’affondo del ministro degli Esteri Ahmed Aboul Gheit: «Non spetta a Bruxelles valutare ciò che facciamo» La stampa locale ha esaltato le dimostrazioni di solidarietà dei musulmani dopo la strage

DI FEDERICA ZOJA

La situazione dei copti in Egitto non è affare dell’Ue ma è un fatto in­terno del Paese e l’intromissione dell’Europa può aumentare la discordia tra comunità. È la dura presa di posizio­ne del ministro degli Esteri egiziano Ah­med Aboul Gheit. «Non spetta all’Ue – ha dichiarato – valutare l’operato dell’auto­rità egiziane nei confronti dei copti e il rapporto fra questi e musulmani». Si trat­ta di questioni che «sono esclusivamen­te affari interni» del Paese. «Non per­metteremo a nessun politico occidenta­le di cavalcare quello che è accaduto in Egitto».
Ben altri i toni che hanno dominato in­vece ieri sulla stampa locale. L’Egitto «è stato testimone di una giornata di unità nazionale, durante la quale decine di mi­gliaia di musulmani hanno a fianco dei fratelli cristiani alle celebrazioni per la na­scita di Gesù, fra misure di sicurezza sen­za precedenti». Così il quotidiano egizia­no indipendente Al Masri El Youm, ha ti­tolato con entusiasmo un articolo di cro­naca in prima pagina all’indomani del Na­tale copto, atteso in tutto il Paese con preoccupazione e paura dopo l’attentato alla chiesa dei Due Santi di Alessandria d’Egitto della notte di Capodanno. La gior­nata è trascorsa senza incidenti. Reagen­do al terrore estremista, che ha fatto 23 vittime e quasi cento feriti, i cittadini e­giziani di fede musulmana hanno dimo­strato solidarietà per i fratelli cristiani, in taluni casi offrendosi anche come scudi umani. Un’iniziativa bloccata dalle forze di sicurezza, ma che ha avuto comunque grande rilievo sui media. E ha impres­sionato favorevolmente la comunità cop­ta. Nella speranza che l’attenzione delle autorità e della cittadinanza rimanga al­ta anche nei prossimi giorni, emargi­nando qualsiasi frangia estremista.
Nel frattempo, proseguono le indagini per ricostruire le dinamiche dell’atten­tato e risalire ai responsabili: dopo le pri­me fughe di notizie, c’è riserbo da parte degli investigatori. Dalla procura del Cai­ro non ci sono indiscrezioni sugli esiti del sopralluogo compiuto sul luogo della strage. Il ministero degli Interni, ha rife­rito il quotidiano Al Shorouk , avrebbe fat­to pressione per ottenere la massima ri­servatezza. Ora gli investigatori devono occuparsi anche di un’altra indagine: ve­rificare le accuse di tortura rivolte dal­l’Associazione per la difesa dei diritti u­mani di Alessandria alla polizia locale, colpevole, secondo l’Ong, di aver provo­cato la morte di un sospetto islamista a seguito di un brutale interrogatorio.

© Copyright Avvenire, 9 gennaio 2011

4 commenti:

  1. questo è l'oriente, bellezze occidentali! Noi esigiamo i nostri diritti in occidente, perchè le vostre democrazie e ce lo consentono e i vostri intellettuali ci appoggiano, voi state a casa vostra e non impicciatevi del nostro, anche perchè noi non vogliamo diventare come voi (anzi, stiamo lavorando perchè voi diventiate come noi).
    Quando lo capiremo per bene sarà tardi, senza sentirsi per questo chiamati alla guerra santa. Questa è una questione che più laica non potrebbe essere

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  2. Però l'articolo dice anche che "i cittadini e­giziani di fede musulmana hanno dimo­strato solidarietà per i fratelli cristiani".

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  3. La lotta sarà sempre tra Roma e l'Oriente...ieri come oggi due mondi agli antipodi.
    Grazie ad Ottaviano Augusto il pericolo orientale fu eliminato.

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  4. il problema non sono i singoli cittadini, alcuni dei quali non la pensano come chi li guida. E' la mentalità di certi stati e di chi li gestisce, la loro concezione della parola "diritti" e dei rapporti con il mondo.
    Molti dei governanti di questi paesi sono strettamente laici, e si servono della religione musulmana solo per mantenere i consensi, motivo per il quale alla fine non possono permettersi di inimicarsi le frange estreme con condanne nette. Infatti, i colpevoli per loro arrivano sempre dall'esterno...

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