IL PAPA PER LA GIORNATA DELLE COMUNICAZIONI SOCIALI
Una carta di valori per dare anima al Web
ANGELO SCELZO
Il mondo digitale non ha quasi confini ma, tutto sommato, ancora pochi anni alle spalle e, quindi, tante aree ancora da esplorare.
Se è Papa Benedetto a portarti per mano alla scoperta degli angoli più suggestivi si può esser certi di un viaggio ad alta quota e ricco di sorprese a ogni passo. A far da bussola, uno strumento ormai collaudato, il Messaggio per la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, al 45° appuntamento dall’immediato dopo-Concilio; a segnare la rotta, un tema – «Verità, annuncio e autenticità di vita nell’era digitale» – con la duplice funzione di indicare e, allo stesso tempo, aprire le molte strade da percorrere.
C’è come una delicata preoccupazione a guidare, preliminarmente, un’esplorazione a tutto campo, che lascia emergere la bellezza della visione complessiva senza mai lasciare in ombra le suggestioni di scorci parziali. Complessivamente, il messaggio porta in primo piano una condizione nuova dell’umanità rispetto al mondo digitale: quella di chi mostra di aver bisogno di un ambientamento, di una sorta di assestamento in una realtà che continua a presentare caratteri inediti e che, quindi, va non soltanto adoperata e conosciuta sotto il profilo tecnologico ma, in senso più lato, assunta al valore di una dimensione culturale nuova. La straordinaria velocità di sviluppo delle nuove tecnologie rende ormai inattuale ogni ulteriore esclamazione di meraviglia: niente più sembra fuori portata al gesto sempre più familiare di un semplice «clic». Lo sanno bene i «nativi digitali», per i quali c’è già il problema di un vocabolario che comincia a espellere termini desueti: stiamo infatti per arrivare, nell’espansione degli ambienti wireless, al «c’era una volta il mouse».
Ma il fascino del viaggio al quale ci accompagna Papa Benedetto è qui – nel pieno riconoscimento di questo mondo che avanza – ma più profondamente altrove, ai confini in cui l’ammirazione per i mezzi cambia registro e affronta la questione di senso. Papa Benedetto ci porta così alla scoperta, passo dopo passo, di quel complesso di valori necessari all’era digitale perché trovi il suo pieno insediamento nei tempi, e anzi dia ai tempi il segno nuovo della propria presenza. Verità, annuncio e autenticità di vita, appaiono così nel Messaggio del Papa, non solo le vie, ma ciò che può dare sostanza anche a un mondo virtuale che pone esigenze anche maggiori, visto che la più facile possibilità di comunicare in proprio, senza quasi mediazioni, contribuisce a far alzare contemporaneamente il livello delle questioni in campo: la sfida dell’autenticità e della coerenza personale, viene a trovarsi di fonte a ciò che non è più soltanto uno «scambio di dati», bensì a una forma ben più esigente di condivisione, fondata sul «dialogo, sulla solidarietà e sulla creazione di relazioni positive».
È in questo suo nucleo essenziale che il mondo digitale porta allo scoperto anche i rischi, e particolarmente quelli di una «costruzione artificiale della propria immagine», dell’«indulgenza all’autocompiacimento» fino all’«eccessiva esposizione» a una realtà virtuale che può provocare situazioni di disorientamento in quello reale. Senza il contatto personale e diretto c’è bisogno, in sostanza, di risorse ancora maggiori per mettere realmente a fuoco l’immagine del «mio prossimo» e per esercitare, in questo mondo nuovo, quello «stile di presenza cristiana» che consente un’adeguata maturità anche di fronte alla comunicazione del Vangelo: ai cristiani non è semplicemente richiesta una presenza, quasi si trattasse, anche in questo campo, di timbrare il cartellino, e neppure di esercitare il loro impegno attraverso una massiva immissione, nel web, di temi religiosi. Il dato fondamentale resta quello di un suo annuncio integrale, senza annacquamenti, assecondato da una coerente testimonianza personale che porta, per esempio, a dare il (relativo) peso che merita a un fenomeno di immediato riscontro nel mondo digitale, qual è quello della «popolarità». Al web viene riconosciuto il fatto, in sé straordinario, di contribuire allo sviluppo di «nuove e più complesse forme di coscienza intellettuale e spirituale, di consapevolezza condivisa». In sostanza, tutto ciò che serve e vale nel mondo naturale, ha un valore e un senso, talvolta anche maggiore, in quello digitale.
Siamo di fronte più che a un messaggio, a una «carta dei valori» che, dall’intreccio dei percorsi digitali, arriva a spingersi in quei territori dell’anima, chiamati a modellare e a dare forma compiuta al nuovo mondo: la tecnologia è la sua linfa vitale, ma anche il web ha bisogno di un cuore caldo.
© Copyright Avvenire, 25 gennaio 2011
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martedì 25 gennaio 2011
Messaggio del Papa per la Giornata delle comunicazioni sociali: una carta di valori per dare anima al Web (Scelzo)
1 commento:
Ci siamo trasferiti ad altro indirizzo
:-)
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IL BLOG DEGLI AMICI DI PAPA RATZINGER 5
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leggete cosa diceva Giovanni Paolo sui media qualche anno fa:
RispondiEliminaMASS MEDIA MANIPOLATI DAI CATTIVI'
25 gennaio 1997 — pagina 18 sezione: CRONACA
CITTA' DEL VATICANO - Gran parte della stampa nazionale e internazionale (tv, radio, giornali...) è manipolata "con facilità da coloro che hanno cattive intenzioni". Ecco perchè, secondo Giovanni Paolo II, carta stampata e televisioni diventano sempre più mezzi di comunicazione privi di messaggi educativi dove l' informazione religiosa fa fatica ad avere spazi adeguati. Severo atto di accusa di Wojtyla contro tutti i mass media, al quale ieri hanno immediatamente risposto alcuni tra i più noti giornalisti della Tv e della carta stampata: da Bruno Vespa a Enrico Mentana, da Paolo Liguori a Paolo Serventi Longhi, segretario della Fnsi. Stranamente, nessuno ha avuto parole di critica. Quasi tutti hanno visto nel richiamo papale "uno stimolo" per ogni giornalista. Il papa non ha fatto nomi, ad eccezione dei cattolici, bacchettati perchè negli ultimi tempi hanno segnato il passo (il Papa parla esplicitamente di "ritardo") nella corsa verso i grandi mezzi di comunicazione di massa. Il richiamo è la parte centrale del messaggio pontificio per la trentunesima Giornata delle comunicazioni sociali in programma per l' 11 maggio prossimo, ma anticipato ieri dal Vaticano in occasione della festa di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti. Il Papa, in particolare, non è contento di come giornali e televisioni trattano i problemi religiosi: "Alcuni operatori dei media, specialmente nel settore dell' intrattenimento sembrano spesso propensi - è la sua accusa - a porre i credenti nella peggior luce possibile". "E' sempre più difficile - continua il lamento di Wojtyla - proteggere i propri occhi e le proprie orecchie da immagini e suoni che giungono attraverso i media in modo inaspettato e non richiesto". Un male che colpisce in particolare le famiglie, sempre più in difficoltà nel "proteggere i propri figli dai messaggi immorali" lanciati dai mass media. "Più che una condanna - per Bruno Vespa, conduttore di Porta a porta - mi sembra un invito alla riflessione rivolto a tutti".
Tuttavia, Vespa ha ammesso che la stampa dovrebbe essere più sensibile verso i credenti. Secondo il direttore del Tg5 Enrico Mentana, "per i credenti, ma anche per un operatore laico dell' informazione le parole del Papa si ascoltano ma non si commentano: il Papa parla ai fedeli di tutto il mondo e noi non abbiamo la presunzione di pensare che si stia parlando di noi...". Paolo Liguori, direttore di Studio Aperto, di Wojtyla apprezza invece più il nuovo intervento sui divorziati che quello sulla stampa. Infine Serventi Longhi: anche lui parla di "invito a una grande riflessione e di alto magistero". - o l r
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1997/01/25/mass-media-manipolati-dai-cattivi.html