PAPA: ALLE FOSSE ARDEATINE PER RICORDARE VITTIME RAPPRESAGLIA
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 27 mar.
Accolto dal rabbino capo, Riccardo Di Segni, e dal presidente dell'Associazione nazionale delle Famiglie italiane dei martiri caduti per la liberta' della patria, Rosina Stame, che lo ha invitato, Benedetto XVI e' giunto alle Fosse Ardeatine per commemorare il 67esimo anniversario dell'eccidio che fu compiuto il 24 marzo del 1967.
Accanto al Papa il cardinale vicario, Agostino Vallini, e l'arciprete emerito della Basilica di San Paolo, Andrea Cordero Lanza di Montezemolo, figlio del colonnello comandante della Resistenza militare di Roma che fu vittima con altri 334 prigionieri della Rappresaglia seguita all'attentato di via Rasella costato la vita a 33 SS del "Polizeiregiment Bozen".
Tra gli uccisi, che erano tutti maschi, circa 75 ebrei detenuti in base all'ordine generale di rastrellamento e in attesa di essere avviati a un campo di concentramento, altri erano prigionieri politici presi dalle celle di Regina Coeli, altri da via Tasso, altri ancora rastrellati per strada e numerosi infine i detenuti per reati comuni, oltre a due ragazzi di 15 anni.
A rappresentare il Governo e' presente il sottosegretario Gianni Letta, sempre a un passo dal Pontefice nel percorso fino all'ingresso del sacrario, durante il quale Benedetto XVI si e' fermato piu' volte per salutare i parenti delle vittime che erano dietro la transenna, scambiando strette di mano e parole praticamente con ciascuno di loro. Con Letta anche il generale Vittorio Barbato, Commissario Generale per le Onoranze ai Caduti in guerra e il capitano Francesco Sardone, direttore del Mausoleo. Prima di entrare nel sacrario il Pontefice si e' fermato davanti alla lapide con i nomi dei 335 caduti mentre veniva deposto il cesto di fiori portato dal Vaticano. Poi il card. Montezemolo gli ha spiegato brevemente le strazianti modalita' del ritrovamento dei corpi, al quale partecipo' diciottenne.
Papa Ratzinger e il rabbino Di Segni hanno poi pregato in silenzio davanti alla pietra tombale priva di retorica celebrativa ma ugualmente solenne ed espressiva del dramma dei 335 sarcofagi "compressi" dal peso dell'immensa lapide che "galleggia" metafisicamente a un metro da terra e copre con la sua ombra lo spazio scavato nella tortuosita' delle cave tufacee collegate ad esso da un unico percorso che porta il visitatore dal luogo di sepoltura al luogo dell'eccidio: la cava principale che fu fatta saltare dai nazisti con la dinamite per cancellare per sempre il ricordo di quell'atto vergognoso.
Il Papa tedesco ha voluto invece ricordarlo continuando il suo dolente pellegrinaggio nei luoghi simbolo dell'orrore nazista.
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PAPA: VIOLENZA SULL'UOMO E' EFFETTO DI OGNI GUERRA
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 27 mar.
"Cio' che qui e' avvenuto il 24 marzo 1944 e' offesa gravissima a Dio, perche' e' la violenza deliberata dell'uomo sull'uomo. E' l'effetto piu' esecrabile della guerra, di ogni guerra, mentre Dio e' vita, pace, comunione".
Lo ha detto il Papa nel breve discorso che ha concluso la sua visita alle Fosse Ardeatine. "Come i miei predecessori - ha spiegato - sono venuto qui a pregare e a rinnovare la memoria. Sono venuto ad invocare la divina Misericordia, che sola puo' colmare i vuoti, le voragini aperte dagli uomini quando, spinti dalla cieca violenza, rinnegano la propria dignita' di figli di Dio e fratelli tra loro". "Anch'io - ha aggiunto - come vescovo di Roma, citta' consacrata dal sangue dei martiri del Vangelo dell'Amore, vengo a rendere omaggio a questi fratelli, uccisi a poca distanza dalle antiche catacombe".
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