domenica 27 marzo 2011

Il Papa: In Libia è ora della diplomazia, stop armi e subito dialogo

Papa: In Libia è ora della diplomazia, stop armi e subito dialogo

Situazione drammatica, ricercare soluzioni pacifiche e durature. Il Santo Padre invita alla pace all'Angelus domenicale

Roma, 27 mar. (TMNews)

Dalla Libia giungono notizie "sempre più drammatiche" e per questo "si fa più urgente l'esigenza di ricorrere ad ogni mezzo di cui dispone l'azione diplomatica e di sostenere anche il più debole segnale di apertura e di volontà di riconciliazione fra tutte le Parti coinvolte". E' stato questo l'appello lanciato da Papa Benedetto XVI dopo l'Angelus pronunciato stamane. "Di fronte alle notizie, sempre più drammatiche, che provengono dalla Libia - ha ricordato Benedetto XVI - cresce la mia trepidazione per l'incolumità e la sicurezza della popolazione civile e la mia apprensione per gli sviluppi della situazione, attualmente segnata dall'uso delle armi.
Nei momenti di maggiore tensione si fa più urgente l'esigenza di ricorrere ad ogni mezzo di cui dispone l'azione diplomatica e di sostenere anche il più debole segnale di apertura e di volontà di riconciliazione fra tutte le Parti coinvolte, nella ricerca di soluzioni pacifiche e durature". "In questa prospettiva - ha aggiunto il Pontefice - mentre elevo al Signore la mia preghiera per un ritorno alla concordia in Libia e nell'intera Regione nordafricana, rivolgo un accorato appello agli organismi internazionali e a quanti hanno responsabilità politiche e militari, per l'immediato avvio di un dialogo, che sospenda l'uso delle armi. Il mio pensiero si indirizza, infine, alle Autorità ed ai cittadini del Medio Oriente, dove nei giorni scorsi si sono verificati diversi episodi di violenza, perché anche là sia privilegiata la via del dialogo e della riconciliazione nella ricerca di una convivenza giusta e fraterna".

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1 commento:

  1. Al punto a cui si è arrivati in Libia, per sostanziale colpa di Gheddafi che, dopo aver ricattato l'Italia pretendendo soldi per controllare i clandestini africani aveva pensato di poter ricattare anche le due nazioni ex grandi coloniali, Francia ed Inghilterra, con lo stesso argomento: soldi oppure invio di ondate di clandestini.
    Credo che il destino di Gheddafi sia ormai segnato: non sarà un esilio, ma la sua eliminazione (per suicidio o omicidio) o in alternativa un carcere a vita decretato da una corte di giustizia.
    Il Papa, come è suo dovere, predica lo stop alle armi. Ma data la guerra civile in corso è assolutamente impensabile che la vicenda libica si cconcluda diplomaticamente prima della rimozione forzata di Gheddafi e dei suoi schierani.
    Cherokee

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