"GESU' DI NAZARET" DI JOSEPH RATZINGER-BENEDETTO XVI (SECONDO VOLUME): LO SPECIALE DEL BLOG
Il libro di Benedetto XVI presentato a Madrid dal cardinale Rouco Varela
«Gesù di Nazaret» prezioso strumento di catechesi
Madrid, 1. «Un libro di lettura spirituale magnifica e uno strumento catechetico-filosofico che aiuta nell'esercizio del ministero della fede e del dialogo religioso. Un'opera che commuove perché nasce in un momento pieno di maturità nella storia spirituale del Papa». Lo ha detto l'arcivescovo di Madrid, cardinale Antonio María Rouco Varela, presidente della Conferenza episcopale spagnola, presentando mercoledì sera, nella Facoltà di teologia «San Dámaso», il libro di Benedetto XVI Gesù di Nazaret. Dall'ingresso in Gerusalemme fino alla risurrezione.
Dopo aver ricordato che Joseph Ratzinger, prima di essere eletto Papa, «desiderava scrivere su Gesù Cristo», il porporato ha sottolineato che il volume «vuole invitare a conoscere l'insieme totale di una persona, incontrare la figura di Gesù, e vuole che coloro che leggeranno il libro si incontrino con Lui». In questo senso -- riporta una sintesi dell'incontro diffusa dal sito dell'arcidiocesi di Madrid -- il cardinale Rouco Varela ha osservato che il professor Joseph Ratzinger ha sempre concepito lo studente di teologia come qualcuno che «ha una storia di vita, grandi questioni che la toccano, una vita bisognosa di aiuto». Serve, a tal fine, «il poter avvicinarsi alla figura e al messaggio di Gesù, senza malizia intellettuale e dubbi fondamentali, conoscere la verità e la realtà della fede e la ragione, giungere al cuore di Cristo». Tutto questo «ci dà una certa chiave per comprendere il libro».
Secondo il presidente della Conferenza episcopale spagnola, la lettura di Gesù di Nazaret suppone una conoscenza teologica-esegetica-critica. Si tratta pertanto di uno strumento che «apporta informazioni sul problema della filosofia e che aiuta a valorizzare la forma e il modo di fare esercizio del ministero della parola della testimonianza della fede, del dialogo con la religione e con quel mondo di professori i quali fanno fatica ad allontanarsi da teologie intellettuali che appartengono alla preistoria».
Alla presentazione sono intervenuti monsignor Juan Antonio Martínez Camino, vescovo ausiliare di Madrid, segretario generale e portavoce della Conferenza episcopale spagnola, Ignacio Carbajosa, docente di Sacra Scrittura alla Facoltà di teologia «San Dámaso», e José Miguel Oriol, presidente delle Ediciones Encuentro, che ha pubblicato il libro in Spagna. Presente anche il decano della facoltà, Javier Prades, che ha sottolineato lo speciale legame della «San Dámaso» con Benedetto XVI e ricordato il discorso del Papa, pronunciato il 16 ottobre 2008, ai partecipanti al congresso internazionale promosso dalla Pontificia università lateranense nel decimo anniversario dell'enciclica Fides et Ratio di Giovanni Paolo II, «strumento -- ha detto Prades -- di grande valore per crescere nella conoscenza amorevole di Gesù Cristo».
Il vescovo Martínez Camino, parlando dell'impostazione del libro da cui è partito Benedetto XVI, ha ricordato che «il Papa teologo ha detto che nella predicazione di Gesù si parlava del Padre e del Creatore, ma non del Figlio». Per il presule, esiste una doppia distanza, «quella tra Gesù e il Nuovo Testamento e quella tra il Nuovo Testamento e i giorni nostri, dove si interpone la comprensione scientifica». L'esegesi storico-critica «ci restituirebbe il vero Gesù storico, secondo la comprensione filosofica, e allo stesso tempo il Gesù della fede». Ma nel libro del Papa -- spiega Martínez Camino -- compare «una nuova proposta, frutto di un cammino di ricerca del volto di Gesù di Nazaret». Per questo, «l'impostazione del libro, che è l'esegesi storico-critica canonica, completa tale ricerca con l'ermeneutica della fede, dove la scrittura non è un mero riepilogo di testi storici». L'obiettivo fondamentale, ha concluso il segretario della Conferenza episcopale, è «l'incontro vivo con Gesù, che è l'essenza del cristianesimo». E la vera storia di Gesù è «la storia del figlio di Dio».
Anche per il professor Carbajosa l'opera «apporta novità all'insieme dell'esegesi moderna», basando la sua originalità su due assi: il fondamento metodologico e l'esercizio pratico dell'esegesi.
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