mercoledì 31 agosto 2011

Il cortile non basta, udienza generale in Piazza a Castel Gandolfo. Il Papa: La musica di Bach ci fa sentire che il messaggio della fede è vero (Izzo)

PAPA: CORTILE NON BASTA,UDIENZA GENERALE IN PIAZZA CASTELGANDOLFO

Salvatore Izzo

(AGI) - Castelgandolfo, 31 ago.

Per la seconda volta dall'inizio di agosto, con i suoi 4mila posti il cortile della residenza estiva di Castelgandolfo si e' rivelato insufficiente a contenere i pellegrini presenti all'Udienza Generale. Cosi' l'incontro settimanale tra il Papa e i fedeli di tutto il mondo e' stato spostato nella piazza centrale della cittadina laziale, che ne puo' contenere circa il doppio ed era gremita all'inverosimile. Benedetto XVI, leggermente abbronzato dopo la Gmg di Madrid, appariva in buona forma e di ottimo umore, ed e' stato lungamente festeggiato proprio da gruppi di ragazzi che indossavano magliette con i simboli e i colori del mega raduno che ha portato due settimane fa nella capitale spagnola ben due milioni di ragazzi dei cinque continenti.

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PAPA: MUSICA BACH CI FA SENTIRE CHE MESSAGGIO FEDE E' VERO

Salvatore Izzo

(AGI) - Castelgandolfo, 31 ago.

"Mi torna ancora alla mente un concerto di musiche di Johan Sebastian Bach, a Monaco di Baviera, diretto da Leonard Bernstein. Al termine dell'ultimo brano sentii, non per ragionamento, ma nel profondo del cuore, che cio' che avevo ascoltato mi aveva trasmesso qualcosa della fede del compositore e mi spingeva a ringraziare il Signore. E confidai al vescovo luterano che mi era accanto che quella musica ci fa sentire che cio' che ci comunica e' vero". Benedetto XVVI ha voluto raccontare questa sua personale esperienza ai circa ottomila fedeli presenti all'Udienza Generale di oggi a Castelgandolfo. "Forse - ha detto loro - vi e' capitato qualche volta davanti a una scultura, a un quadro, ad alcuni versi di una poesia, o ad un brano musicale di provare nell'intimo un'intima emozione, un senso di gioia, di percepire, cioe', chiaramente che di fronte a voi non c'era soltanto materia, un pezzo di marmo o di bronzo, una tela dipinta, un insieme di lettere o un cumulo di suoni, ma qualcosa di piu' grande, qualcosa che 'parla', capace di toccare il cuore, di comunicare un messaggio, di elevare l'animo". Per il Papa, "un'opera d'arte e' il frutto della capacita' creativa dell'essere umano, che si interroga davanti alla realta' visibile, cerca di scoprirne il senso profondo e di comunicarlo attraverso il linguaggio delle forme, dei colori, dei suoni.
L'arte e' capace di esprimere e rendere visibile il bisogno dell'uomo di andare oltre cio' che vede, manifesta la sete e la ricerca dell'infinito. Anzi, e' come una porta aperta verso l'infinito, verso una bellezza e una verita' che vanno al di la' del quotidiano. E un'opera d'arte puo' aprire gli occhi della mente e del cuore, sospingendoci verso l'alto". "Ma ci sono espressioni artistiche - ha aggiunto - che sono vere strade verso Dio, Bellezza suprema, anzi sono un aiuto a crescere nel rapporto con Lui, nella preghiera. Si tratta delle opere che nascono dalla fede e che esprimono la fede". "Un esempio - ha spiegato Joseph Ratzinger - lo possiamo avere quando visitiamo una cattedrale gotica: siamo rapiti dalle linee verticali che si stagliano verso il cielo ed attirano in alto il nostro sguardo e il nostro spirito, mentre, in pari tempo, ci sentiamo piccoli, eppure desiderosi di pienezza. O quando entriamo in una chiesa romanica: siamo invitati in modo spontaneo al raccoglimento e alla preghiera. Percepiamo che in questi splendidi edifici e' come racchiusa la fede di generazioni. Oppure, quando ascoltiamo un brano di musica sacra che fa vibrare le corde del nostro cuore, il nostro animo viene come dilatato ed e' aiutato a rivolgersi a Dio".
"Quante volte - ha osservato il Pontefice teologo - quadri o affreschi, frutto della fede dell’artista, nelle loro forme, nei loro colori, nella loro luce, ci spingono a rivolgere il pensiero a Dio e fanno crescere in noi il desiderio di attingere alla sorgente di ogni bellezza". Secondo Papa Ratzinger, dunque "rimane profondamente vero quanto ha scritto un grande artista, Marc Chagall, che i pittori per secoli hanno intinto il loro pennello in quell’alfabeto colorato che è la Bibbia". E citando "Paul Claudel, famoso poeta, drammaturgo e diplomatico francese", ha sottolineato che "le espressioni artistiche possono essere occasioni per ricordarci di Dio, per aiutare la nostra preghiera o per la conversione del cuore". Claudel, ha ricordato, "nella Basilica di Notre Dame a Parigi, nel 1886, proprio ascoltando il canto del Magnificat durante la messa di Natale, avvertì la presenza di Dio. Non era entrato in chiesa per motivi di fede, ma per cercare argomenti contro i cristiani, e invece la grazia di Dio operò nel suo cuore".
"Cari amici - ha esortato Benedetto XVI rivolto ai presenti - vi invito a riscoprire l’importanza di questa via anche per la preghiera, per la nostra relazione viva con Dio. Le città e i paesi in tutto il mondo racchiudono tesori d’arte che esprimono la fede e ci richiamano al rapporto con Dio. La visita ai luoghi d’arte, allora non sia solo occasione di arricchimento culturale, ma possa soprattutto diventare un momento di grazia, di stimolo per rafforzare il nostro legame e il nostro dialogo con il Signore, per fermarsi a contemplare, nel passaggio dalla semplice realtà esteriore alla realtà più profonda, il raggio di bellezza che ci colpisce, che quasi ci 'ferisce' nell’intimo e ci invita a salire verso Dio". In proposito il Papa ha poi commentato una frase del salmo 27: "Una cosa ho chiesto al Signore, questa sola io cerco, abitare nella casa del Signore tutti i giorni della mia vita, per contemplare la bellezza del Signore e ammirare il suo santuario". "Speriamo - ha poi concluso parlando a braccio - che il Signore ci aiuti a contemplare la sua bellezza sia nella natura che nelle opere d’arte, ed essere così toccati dalla luce del suo Volto in modo che anche noi possiamo essere luce per il nostro prossimo".

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