PAPA: VANGELO DELLA VITA E' GRANDE EREDITA' DI GIOVANNI PAOLO II
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 26 set.
Per Benedetto XVI, come per il suo predecessore, il beato Giovanni Paolo II che lo ha affermato ma anche vissuto personalmente, "la sofferenza sembra appartenere alla trascendenza dell'uomo: essa e' uno di quei punti, nei quali l'uomo viene in certo senso destinato a superare se stesso, e viene a cio' chiamato in modo misterioso".
Per questo la risposta della fede davanti al dolore innocente non puo' essere affidata solo a delle parole, ma emerge piuttosto dalla solidarieta' e dalla vicinanza verso chi soffre. "Nei lunghi e intensi anni di Pontificato - ha ricordato oggi Papa Ratzinger nel discorso con il quale ha concluso la Conferenza Internazionale promossa in Vaticano dal Pontificio Consiglio per la pastorale sanitari - Giovanni Paolo II ha proclamato che il servizio alla persona malata nel corpo e nello spirito costituisce un costante impegno di attenzione e di evangelizzazione per tutta la comunita' ecclesiale, secondo il mandato di Gesu' ai Dodici di sanare gli infermi".
Tutto questo insieme alla personale testimonianza offerta nella lunga malattia dal Papa polacco, la cui "fede ferma e sicura ha pervaso la sua debolezza fisica, rendendo la sua malattia, vissuta per amore di Dio, della Chiesa e del mondo, una concreta partecipazione al cammino di Cristo fin sul Calvario", costituisce, ha affermato il successore, il suo messaggio piu' autentico, quel "Vangelo della Vita" che rappresenta "una preziosa eredita' del magistero del beato Giovanni Paolo II".
"Nel 1985 - ha ricordato in proposito Benedetto XVI nel suo discorso di oggi - il Papa istitui' questo Pontificio Consiglio per darne concreta testimonianza nel vasto e articolato ambito della Sanita'; vent'anni or sono, stabili' la celebrazione della Giornata Mondiale del Malato; e da ultimo costitui' la Fondazione 'Il Buon Samaritano', come strumento di una nuova azione caritativa verso i malati piu' poveri in diversi Paesi, Fondazione per la quale faccio appello ad un rinnovato impegno per sostenerla". In particolare, ha continuato Papa Ratzinger, nella Lettera apostolica "Salvifici doloris", Papa Wojtyla scrisse che "il mistero del dolore sembra offuscare il volto di Dio, rendendolo quasi un estraneo o addirittura additandolo quale responsabile del soffrire umano".
"Ma - ha osservato il Papa di oggi citando ancora il predecessore - gli occhi della fede sono capaci di guardare in profondita' questo mistero".
"Cari amici - ha poi concluso rivolgendosi ai vescovi e sacerdoti impegnati in tutto il mondo nel settore della pastorale della salute - il servizio di accompagnamento, di vicinanza e di cura ai fratelli ammalati, soli, provati spesso da ferite non solo fisiche, ma anche spirituali e morali, vi pone in una posizione privilegiata per testimoniare l'azione salvifica di Dio, il suo amore per l'uomo e per il mondo, che abbraccia anche le situazioni piu' dolorose e terribili".
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