domenica 10 luglio 2011

I vescovi portoghesi "solidarizzano" con Policarpo: esagerate le pressioni su di lui a proposito della ritrattazione delle infelici frasi sul sacerdozio femminile

Clicca qui per leggere la notizia. Qui una traduzione.
Ma tu guarda! Di solito i vescovi non solidarizzano mai con il Santo Padre, ma con un cardinale...
Esagerate le pressioni su Policarpo? Non direi proprio. Io personalmente non sarei stata cosi' "gentile".

17 commenti:

Anonimo ha detto...

Questa è la dimostrazione che il problema non sono i preti, ma i vescovi.

Se i vescovi la pensano così, che cosa mai insegneranno nei seminari?
Sarebbe ora che Roma iniziasse a fare chiarezza: basta con questi vescovi che così apertamente vanno contro la dottrina della Chiesa e continuano a voler tenere aperte questioni GIA`chiuse, solo con la speranza di spuntarla prima o poi.
Questi pastori creano solo confusione e disorientamento!
Povero Portogallo!!

Jacu

Anonimo ha detto...

"D. Vitalino Antonio, Vescovo di Beja, dice che "la questione dovrebbe essere discussa e studiata dai teologi", ma ammette che, "ogni cambiamento, ci vorranno diversi decenni"."

Interessante ed emblematico questa citazione: 1. si illudono tutte quelle persone, in particolare donne, che così ritengono che l´ordinazione sia possibile. 2. si implica che la dottrina della Chiesa viene stabilita dai teologi, mentre le parole dei Papi (e su questo punto Giovanni Paolo II è stato chiaro) non contano, si vuole privare il Papa a mero simbolo dell´unità della Chiesa, come la regina d`Inghilterra, senza alcun potere effettivo. Il vecchio Roma locuta, causa finita che fine ha fatto?

Sinceramente vorrei che il Vaticano si concentrasse di più nella formazione dei preti e nella scelta dei vescovi.

Andrea ha detto...

Ci troviamo nel momento dell' auto-svelamento di molte sensibilità anticattoliche (protestantiche), anche per ragioni generazionali: chi oggi ha 60/70 anni, come molti Vescovi, aveva 20 anni al tempo del Concilio. Spesso è cresciuto sull'onda della "nuova nascita della Chiesa" promossa da molti nel post-Concilio, e adesso, prima della pensione, vorrebbe vedere avviata la neo-Chiesa ("degli uomini"), e messa fra le anticaglie la Chiesa di Dio .

Totalmente incapaci, ahinoi, di vedere la strepitosa giovinezza dell'ottantaquattrenne Santo Padre!

Raffaella ha detto...

Parafraso, parola per parola, Andrea :-)
R.

sonny ha detto...

Straquoto Andrea al 100% e vi auguro una buona e calda domenica.

Anonimo ha detto...

Buona domenica a tutti!
Se poi aggiungiamo l'insopprimibile desiderio dei vescovi di compiacere i media, nuova divinità, abbiamo detto tutto. Le derive in cui è incorso il paese che ospita il Santuario di Fatima sono notevoli e i vescovi hanno fatto ben poco per evitarle. Le eminenze e eccellenze portoghesi farebbero meglio a preoccuparsi, per esempio, del rischio di default che sta correndo al loro paese, per non parlare della trasmissione della retta dottrina piuttosto che correre dietro ad argomenti alla moda che tutto sono meno che cristiano cattolici.
Con Papa Benedetto è iniziata la riforma dei seminari, il problema sono gli attuali rettori di sensibilità più protestante che cattolica. Insomma, deve sparire per cause naturali una generazione perché si inizino a vedere cambiamenti.
Alessia

mariateresa ha detto...

a me sembra che l'articolo sia costruito sul niente. O meglio è costruito sulle speranze del giornalista più che sui fatti.
Anzi, fatti non ce ne sono proprio.
Quanto al cardinale di Lisbona ho già detto.

raffaele ibba ha detto...

A mio avviso state esagerando.
Senza intervenire nella discussione vi propongo un pezzo del Papa, un grande pezzo su cui riflettere.
Insieme al "fatto" (ciò che è nel reale, al di là delle nostre opinioni) che Gesù NON giustifica il fatto di scegliere le persone che sceglie (e ci mancherebbe altro!). Neppure nel sesso.

Gesù è libero e liberamente si comporta.

"L’aspetto rivoluzionario del cristianesimo nell’antichità fu proprio la rottura con la “consuetudine” per amore della verità.
Tertulliano parla qui soprattutto in base al Vangelo di san Giovanni, in cui si trova anche l’altra interpretazione fondamentale della fede cristiana, che s’esprime nella designazione di Cristo come Logos. Se Cristo è il Logos, la verità, l’uomo deve corrispondere a lui con il suo proprio logos, con la sua ragione. Per arrivare fino a Cristo, egli deve essere sulla via della verità. Deve aprirsi al Logos, alla Ragione creatrice, da cui deriva la sua stessa ragione e a cui essa lo rimanda. Da qui si capisce che la fede cristiana, per la sua stessa natura, deve suscitare la teologia, doveva interrogarsi sulla ragionevolezza della fede, anche se naturalmente il concetto di ragione e quello di scienza abbracciano molte dimensioni, e così la natura concreta del nesso tra fede e ragione doveva e deve sempre nuovamente essere scandagliata."

Il pezzo è preso dal bellissimo discorso di Benedetto XVI nella premiazione al premio di teologia intitolato a lui.

raffaele ibba ha detto...

A mio avviso state esagerando.
Senza intervenire nella discussione vi propongo un pezzo del Papa, un grande pezzo su cui riflettere.
Insieme al "fatto" (ciò che è nel reale, al di là delle nostre opinioni) che Gesù NON giustifica il fatto di scegliere le persone che sceglie (e ci mancherebbe altro!). Neppure nel sesso.

Gesù è libero e liberamente si comporta.

"L’aspetto rivoluzionario del cristianesimo nell’antichità fu proprio la rottura con la “consuetudine” per amore della verità.
Tertulliano parla qui soprattutto in base al Vangelo di san Giovanni, in cui si trova anche l’altra interpretazione fondamentale della fede cristiana, che s’esprime nella designazione di Cristo come Logos. Se Cristo è il Logos, la verità, l’uomo deve corrispondere a lui con il suo proprio logos, con la sua ragione. Per arrivare fino a Cristo, egli deve essere sulla via della verità. Deve aprirsi al Logos, alla Ragione creatrice, da cui deriva la sua stessa ragione e a cui essa lo rimanda. Da qui si capisce che la fede cristiana, per la sua stessa natura, deve suscitare la teologia, doveva interrogarsi sulla ragionevolezza della fede, anche se naturalmente il concetto di ragione e quello di scienza abbracciano molte dimensioni, e così la natura concreta del nesso tra fede e ragione doveva e deve sempre nuovamente essere scandagliata."

Il pezzo è preso dal bellissimo discorso di Benedetto XVI nella premiazione al premio di teologia intitolato a lui.

Anonimo ha detto...

Le reazioni negative, anche di molti cattolici che scrivono su questo blog, alle esternazioni del Vescovo di Lisbona, francamente, mi sembrano esagerate. Il Vescovo portoghese, che sicuramente conosce bene le Scritture, ha espresso una sua opinione su di un argomento sul quale, a mio onesto avviso, è lecita una riflessione di approfondimento.
Dal punto di vista del Vangelo, incardinato per un messaggio perenne ed eterno, ma assegnato ad un'iniziale gestazione ad uomini (Pietro e Soci)che vivevano in un contesto storico in cui le donne (come molte donne mussulmane di oggi) erano praticamente escluse da tutto e sul piano decisionale contavano meno di zero (società fortemente patriarcale), non mi pare che "l'impedimento verso le donne" (in senso dottrinale, quindi secondo il Vangelo, sia chiarissimo, esplicito ed inequivocabile.
Credo (ma è un'ipotesi) che se Gesù avesse voluto escludere totalmente tale evoluzione (possibilità futura a maturazione dei tempi) l'avrebbe detto chiaro e tondo; cosa che non ha fatto.
Quindi non gettiamo la croce addosso al Vescovo Portoghese.
Da cattolici accettiamo quanto, attualmente, afferma il Papa, ma non pretendiamo di ipotecare il futuro.
Cito un esempio di sostanziale cambiamento nelle decisioni della Chiesa. Un tempo tuttii catechismi e le omelie insistevano sulla "dinamica del peccato mortale": materia grave, piena avvertenza, deliberato consenso".
C'è qualcuno tra gli inserzionisti del blog che negli ultimi 10/15 anni ha mai sentito un prete od un vescovo insistere sul "peccato mortale" e sulle sue connotazioni.
Tale tipologia, sembra quasi essere finita nel dimenticatoio, sulla base dell'asserzione che "Dio è buono e perdona tutto e tutti purché ci si penta, almeno in "articulo mortis", a prescindere dalle malefatte compiute e dalla mancanza di fede per tutta la vita.

aleCT ha detto...

"C'è qualcuno tra gli inserzionisti del blog che negli ultimi 10/15 anni ha mai sentito un prete od un vescovo insistere sul "peccato mortale" e sulle sue connotazioni."

Grazie a Dio, io...

Poi che i sacerdoti e i vescovi non en parlino più non è "un esempio di sostanziale cambiamento nelle decisioni della Chiesa."

E' semplicemente menefreghismo di fronte alle BASI della Fede, tanto è vero che negli ultimi 20 anni ci sono tutta una serie di istruzioni papali che non fanno altro che METTERE ORDINE in un sorta di ANARCHIA PSEUDO PROTESTANTE per cui "quello che ho capito io è legge della chiesa"

Mentalità protestante senza avere il coraggio di dichiararsi tale.

E lo dico da trentenne.

Racconto solo questo aneddoto: il direttore di un seminario incontro i vari seminaristi e chiede: "perchè vuoi farti prete?" Saltano fuori tutte le risposte possibili tutte accolte con un gran sorriso.

Uno risponde: "voglio aiutare la gente ad andare in Paradiso" La risposta che ha avuto quel povero seminarista è stata: "Forse è solo uan infatuazione. Ne parliamo in privato"

Mah....

Anonimo ha detto...

Non è esagerato preoccuparsi delle esternazioni del card. Policarpo, nè tanto meno della solidarietà espressa dai vescovi portoghesi. perchè la materia di cui si tratta APPARTIENE AL DEPOSITO DELLA FEDE! Infatti, l'atto di Giovanni Paolo II é INFALLIBILE, come si evince dal tenore e dalle parole esplicite della lettera "Ordinatio sacerdotalis". Un sacrista può anche non saperlo, nè un salumiere che debba svolgere l'ufficio di padrino in una cresima. Ma un vescovo DEVE saperlo! Se non lo sa, non può essere maestro nella fede. Se lo sa, e contravviene, non può guidare una diocesi. nessuno terrebbe in servizio un docente di matematica che non sapesse il teorema di Pitagora. La nostra fede ha dei contenuti!!!! per esortare va vivere rettamente, bastano dei bravi catechisti o dei laici coerenti con la fede.

Anonimo ha detto...

Non sono un sacerdote, ma un laico cattolico. non voglio insegnare nulla a nessuno. L'affermazione dell'anonimo delle 13.13, circa "l'infallibilità dell'affermazione papale" - per il deposito della fede - sul divieto del ministero femminile, mi lascia perpelesso, per una "sorta di controprova": se l'ordine debba restare un ministero esclusivamente maschile, la Chiesa avrebbe uno strumento determinante a disposizione per affermarlo, cioè il DOGMA. Ora, se fino ad ora, la Chiesa non ha osato ad affermarlo come "verità rilevata" (cioè dogma della fede sul presbiterato esclusivamente maschile) significa che la Chiesa non è completamente sicura che la scelta "solo maschile" sia l'unica possibile.

DANTE PASTORELLI ha detto...

Non c'è bisogno di promulgare un dogma. Lo stesso Policarpo ricorda che il sacerdozio solamente maschile si fonda sul Vangelo e sulla Tradizione ininterrotta. Cosa c'è più da aggiungere? Ed i pronunciamenti vari della Chiesa negli ultimi decenni stanno a confermare in modo definitivo che si tratta di Verità e non di un elemento di disciplina ecclesiastica.
Ecco il testo del CIC al n. 1577: «Chi può ricevere questo sacramento (l’Ordine sacro)? Riceve validamente la sacra ordinazione esclusivamente il battezzato di sesso maschile [«vir»]. Il Signore Gesù ha scelto uomini [«viri»] per formare il collegio dei dodici Apostoli, e gli Apostoli hanno fatto lo stesso quando hanno scelto i collaboratori che sarebbero loro succeduti nel ministero. Il collegio dei Vescovi, con i quali i presbiteri sono uniti nel sacerdozio, rende presente e attualizza fino al ritorno di Cristo il collegio dei Dodici. La Chiesa si riconosce vincolata da questa scelta fatta dal Signore stesso. Per questo motivo l’ordinazione delle donne non è possibile».
Si vedano i documenti di Paolo VI a proposito delle ordinazioni femminili presso la confessione anglicana, la dichiarazione della CdF Inter Insigniores, l'Ordinatio sacerdotalis di Giov. P. II.
Il sesso è una connotazione essenziale dell'uomo e della donna perché Dio maschio e femmina li creò. Ai soli maschi Cristo conferì il sacerdozio perché solo un maschio può esser l'alter Christus. L'adeguarsi alla mentalità del tempo non è un argomento praticabile. Cristo ha dimostrato più volte di non rispettare il costume ebraico: parlò con la Samaritana (Gv 4,27), accolse l'adultera (Gv 8,11), fece avvicinarsi a Lui la peccatrice in casa di Simone il Fariseo (Lc 7,37-50).
Si mettano l'animo in pace protestanti e cattolici protestantizzanti.

DANTE PASTORELLI ha detto...

M'è sfuggito il titolo di testa con la risposta del card. Ratzinger a Seewald: avessi letto quella pagina non avrei aduggiato i lettori col mio precedente intervento.
Quanto ai vescovi portoghesi spero che la promessa di Fatima (il Portogallo non perderà la Fede) li seppellisca sotto una montagna di grazia illuminante. O che il Papa ponga mano ad una solida e larga ramazza.

Anonimo ha detto...

Già povero Portogallo!
non ci sarebbe da preoccuparsi se Il Portogallo non fosse il paese di Pombal che iniziò con cinquant'anni di anticipo rispetto alla Rivoluzione francesela persecuzione contro il papa e la Chiesa cattolica culminata con la deportazione e lo sterminio della Benemerita Compagnia di Gesù:un buco nero nella storia cristiana del Portogallo e di cui i vescovi furono per la maggior parte complici silenti ed esecutori.

Anonimo ha detto...

Il Padre Giovanni Scalese nel suo Blog "Senza peli sulla lingua" ha messo in riga policarpo e i vescovi portoghesi dicendo: o sono eretici oppure sono ignoranti...preferisco pensare siano solo ignoranti".
Simili vescovi forse han frequentato qualche Facoltà teologica in Brasile....
A tutto c'è un limite...e un bravo a Padre Scalese!