domenica 24 luglio 2011

Il piano del Vaticano contro gli "assurdi" attacchi dell'Irlanda sulla confessione (Rodari)

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Mons. Martin e' molto bravo a denunciare le mancanze altrui ed e' ovvio che non sia molto amato all'interno della Chiesa pero' gli va dato atto (e vale anche per l'arcivescovo di Vienna) di avere sempre riconosciuto ed esaltato il ruolo del Papa nella lotta agli abusi. E' una difesa che ho sempre apprezzato moltissimo. Non mi pare che, al contrario, la curia romana sia cosi' sollecita nel rimarcare i meriti di Benedetto XVI. Ieri il governo irlandese ha chiaramente detto che non aspettera' in eterno la risposta del Vaticano. Prendere troppo tempo significa far finire la risposta all'Irlanda nello stesso luogo in cui' fini' quella al Belgio: nel cestino della carta.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Se il Vaticano si prende settimane per dare una risposta alle pesantissime accuse irlandesi, io spero che sia una risposta chiara, esauriente e che porti con se conseguenze: punizione dei preti e vescovi colpevoli ecc.
Sarebbe ora che finisse l´era delle lettere, dei comunicati stampa non accompagnati da azioni.
Sarebbe bello, che il Vaticano iniziasse a prevedere nella pubblicazione di nuove norme anche le pene nella quali chi non le rispetta incorrerà con certezza (!!).
Troppo spesso, oramai, la S. Sede promulga norme nei vari campi che vengono costantemente e impunemente disattese. Tanto sia i vescovi che i preti sanno che non accade nulla: vd. preti austriaci, preti tedeschi, preti americani, che pretendono l´ordinazione femminile (uno dei crimini dei delicta graviora). Ma nella Chiesa cattolica un prete può pubblicazione richiede qualcosa che verrebbe punito gravemente, senza che gli accada qualcosa...
Sembra una barzelletta!
Sarebbe bello che se un vescovo copre un prete pedofilo, venga automaticamente deposto, senza stare a lì a contrattare: "dimettiti, per favore", "si, ma non subito, devo ancora fare questo e quello; che cosa mi date in cambio?"...

Jacu

DANTE PASTORELLI ha detto...

Ed io torno a dire: i collaboratori Benedetto XVI se li è scelti. Allora, visto che non funzionano, li mandi a lavorar magari nei giardini vaticani, con vanga, zappa e pennato.
Meno frou frou (del tabarin) e più veri uomini di Chiesa.

nonno ha detto...

criticare, criticare sempre, siamo tutti bravi, nostalgici del passato recente, e quelli del passato remoto
Forse non ci rendiamo conto tutti che anni e anni non si possono cancellare in poco tempo, soprattutto se non cambia la mentalità e se non si riesce a voltar pagina rispetto al passato. Un passato che evoca continue nostalgie, come se la chiesa avesse vissuto un periodo di Bengodi. Cosa volete possa fare un papa comunque circondato dal passato, nella responsabilità di eventi che comunque lo vedono solo superstite rispetto a chi non c'è più e a chi si nasconde, ma anche nei sentimenti di fedeli, confratelli e anche di chi gli è apparentemente più vicino? Non c'è giorno, celebrazione, intervento in cui non si glorifichi la memoria. Forse è meglio che si cominci a vivere nel presente, che è fatto anche di una chiesa di problemi, che non sono certo nati tutti oggi. Dov'erano tutti? Pare ci fosse solo Ratzinger, ma io c'ero e ricordo tante cose che non mi quadravano e che solo ora purtroppo sono al pettine.
La beatificazione c'è stata, ora si vada avanti per favore, altrimenti abbiamo poco futuro

un passante ha detto...

a volte sembra non vi rendiate conto che il governo della chiesa oggi non può più farlo un uomo solo. Ci sono i movimenti, spesso antagonisti fra loro, quasi a mò di partiti politici, con relativi vescovi di riferimento. Tra un pò si invocano le primarie per le nomine dei vescovi diocesani e voi dite che il Papa non sa usare la zappa? Non conosco i meccanismi della Chiesa , ma troppa ideologia politica non credo gli abbiano fatto bene. La Chiesa doveva avere un'ideologia super partes da questo punto di vista, e la sua dottrina sociale e morale mantenere la sua originalità. Nè con Marx nè con Franco o Pinochet. Così sono stati abbracci mortali che hanno favorito crisi della fede e divisione
Restando nel tema del post, l'ingerenza di uno stato su un sacramento religioso, come è la confessione, di fatto certifica la fine della libertà religiosa in quello stato

mariateresa ha detto...

l'ingerenza nel sacramento della confessione è stata proposta anche in Australia e si è provato anche in Belgio nel periodo in cui hanno provato a ghigliottinare M. Leonard.
E' la nuova linea di frontiera.
Ci saranno magari preti che si mostreranno possibilisti, sapete il coraggio uno non se lo può dare, dice don Abbondio.
Al massimo in un prossimo futuro si tollereranno dei preti funzionari che avranno la stessa funzione di un fontaniere quando si rompe il tubo del lavandino. Serviranno per mettere una toppa all'anima con delle chiacchere, visto che i sacramenti, nelle intenzioni di alcuni, sono trattabili come le esibizioni di Otelma.
Scusate, oggi troppo limone.

medievale ha detto...

strano che nella nostra italietta non sia ancora partito il sondaggione abolizionista del segreto della confessione, vabbè non diamo idee...

Anonimo ha detto...

Se mai dovesse passare questa idiozia mi auguro che i sacerdoti abbiano abbastanza fegato di decidere per galera piuttosto che tradire il segreto della confessione. Come dice passante si sancirebbe la fine della libertà religiosa, del cattolicesimo sicuramente.
Alessia