sabato 29 gennaio 2011

Il Papa: "I santi non sono un ornamento che riveste la Chiesa dall'esterno, ma sono come i fiori di un albero che rivelano la inesauribile vitalità della linfa che lo percorre" (Izzo)

PAPA: SANTI NON ORNAMENTO MA LINFA VITALE DELLA CHIESA

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 29 gen.

"I santi non sono un ornamento che riveste la Chiesa dall'esterno, ma sono come i fiori di un albero che rivelano la inesauribile vitalità della linfa che lo percorre".
Lo afferma Benedetto XVI ricordando, con le parole del Concilio Vaticano II, che "la santita' si colloca nel cuore stesso del mistero ecclesiale ed e' la vocazione a cui tutti siamo chiamati". "E' bello - sottolinea nel discorso rivolto questa mattina a sacerdoti e seminaristi del Pontificio Collegio Etiopico - contemplare cosi' la Chiesa, in modo ascensionale verso la pienezza del 'vir perfectus', in continua, faticosa, progressiva maturazione; dinamicamente sospinta verso il pieno compimento in Cristo".
Ai sacerdoti e seminaristi di Etiopia e Eritrea, il Papa indica il modello del fondatore dell'istituto che li ospita in Vaticano, san Giustino De Jacobis, del quale ricorre il 150esimo della morte. "Missionario in Etiopia, nel Tigrai, prima ad Adua e poi a Guala, dove penso' subito a formare preti etiopi, dando vita ad un seminario chiamato 'Collegio dell'Immacolata', con il suo zelante ministero opero' instancabilmente perche' quella porzione di popolo di Dio ritrovasse il fervore originario della fede, seminata dal primo evangelizzatore, san Frumenzio".
Tutto questo, tiene a rilevare il Papa teologo, "con lungimiranza e attenzione al contesto culturale" individuato dal missionario come "una via privilegiata" per formare "nuove generazioni di cristiani", ai quali ripropose "la plurisecolare tradizione liturgica del rito proprio di quelle comunita'".
San Giustino de Jacobis, inoltre "si adopero' per un'efficace opera ecumenica" ed anche in questo, per Benedetto XVI, rappresenta un esempio da seguire per i sacerdoti e seminaristi provenienti da Etiopia ed Eritrea, due paesi confinanti ma divisi da ripetuti conflitti. "L'esperienza di comunione vissuta qui a Roma - augura infatti Ratzinger alla comunita' del Pontificio Collegio Etiopico - vi aiutera' anche a portare un prezioso contributo alla crescita e alla pacifica convivenza delle vostre amate Nazioni".

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