venerdì 1 luglio 2011

Consegna del Pallio all'arcivescovo Vincenzo Bertolone. Fedeli e presbiteri in festa a Roma (Scarpino)

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Consegna del Pallio all'arcivescovo Fedeli e presbiteri in festa a Roma

Giovanni Scarpino

Tanti i presbiteri e i fedeli dell'arcidiocesi di Catanzaro-Squillace che hanno preso parte a Roma, nella Basilica Vaticana, alla solenne concelebrazione eucaristica presieduta da Papa Benedetto XVI, nella solennità dei Santi Pietro e Paolo, in occasione della consegna del "Pallio" all'arcivescovo metropolita mons. Vincenzo Bertolone, il terzo arcivescovo metropolita di Catanzaro-Squillace dopo gli arcivescovi Cantisani e Ciliberti.
Era il 30 gennaio del 2001 quando, per volontà del Santo Padre Giovanni Paolo II, l'arcidiocesi di Catanzaro-Squillace veniva elevata a sede metropolitana con le diocesi suffraganee di Crotone - S. Severina e Lamezia Terme.
Il termine "Pallio" deriva dal latino "pallium" e significa "mantello" di lana: un paramento liturgico costituito da una striscia di stoffa di lana bianca avvolta sulle spalle che rievoca la simbologia della pecora che il pastore porta sulle sue spalle come il Cristo. Nella sua forma si presenta con una striscia di stoffa tessuta il lana bianca larga 5 centimetri, che si poggia alle spalle sopra la pianeta o la casula, con due lembi neri pendenti davanti e dietro, È decorato con sei croci nere di seta (che ricordano le ferite di Cristo), una su ogni coda e quattro sull'incurvatura, ed è guarnito, davanti e dietro, con tre spille d'oro.
Un simbolo di giurisdizione per gli arcivescovi metropoliti che esprime un forte legame con il Romano Pontefice.
Benedetto XVI, nell'anniversario del suo 60. di sacerdozio, dopo aver dedicato una riflessione spirituale sui Santi apostoli Pietro e Paolo, ha rivolto un pensiero ai quaranta arcivescovi metropoliti.
«Il "Pallio" - ha detto il Pontefice - ricorda innanzitutto il giogo dolce di Cristo che ci viene posto sulle spalle. Il giogo di Cristo è identico alla sua amicizia. Ci ricorda in questo modo che, come Pastori al suo servizio, dobbiamo anche noi portare gli altri, prendendoli, per così dire, sulle nostre spalle e portarli a Cristo. Ci ricorda che possiamo essere Pastori del suo gregge che rimane sempre suo e non diventa nostro». «Il "Pallio" - ha concluso il Santo Padre - significa molto concretamente anche la comunione dei Pastori della Chiesa con Pietro e con i suoi successori. Significa che noi dobbiamo essere Pastori per l'unità e nell'unità e che solo nell'unità di cui Pietro è simbolo guidiamo veramente verso Cristo».
Tanta la gioia dei presbiteri e dei fedeli che hanno voluto vivere quest'evento spirituale con il proprio pastore. Presenti anche l'arcivescovo emerito di Catanzaro-Squillace, mons. Antonio Ciliberti, e presbiteri e fedeli appartenenti alla diocesi di Cassano allo Ionio e alla Congregazione dei Servi dei Poveri a cui l'arcivescovo Bertolone appartiene.
Ieri, sempre in Vaticano, nell'aula Paolo VI, alle 12, Benedetto XVI ha ricevuto in udienza i quaranta Arcivescovi metropoliti assieme ai familiari ed ai fedeli delle rispettive diocesi.
Con queste parole il Papa ha salutato i due arcivescovi italiani: «Mi rivolgo in primo luogo a voi, cari Pastori di due Diocesi italiane. Saluto Lei, mons. Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino, e lei, mons. Vincenzo Bertolone, arcivescovo di Catanzaro - Squillace. Il Signore vi benedica sempre e vi aiuti, nel vostro quotidiano ministero episcopale, a far crescere le Comunità a voi affidate unite e missionarie, concordi nella carità, ferme nella speranza e ricche del dinamismo della fede».

© Copyright Gazzetta del sud, 1° luglio 2011

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