mercoledì 6 luglio 2011

L’ultimo baluardo dei cattolici progressisti alle prese con Scola. Preoccupazioni (e qualche malumore) per l’arrivo a Milano di un arcivescovo chiamato a chiudere un’epoca (Rodari)

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Io sono ambrosiana, ma prima di tutto cattolica e, quindi, romana.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Scola avrà modo di dimostrere che rispetto per la tradizione e per l'ortodossia dottrinale possono benissimo (anzi, devono) andare a braccetto, senza conflitti, con una giusta attenzione per i "nuovi milanesi", anche quelli non cristiani. In altre parole, tra i toni turpi di un'inutile difesa della razza (la nostra "razza" si è ormai volontariamente disciolta nell'americanismo più acefalo) e lo sciocco e suicida volemosebenismo di una sinistra che sembra solo preoccupata di dimostrare la bontà delle proprie ideologie anche a costo di negare la verità, vi è spazio per il buon senso e per l'amore (cristiano).

Enzo ha detto...

Se "qualcuno" è preoccupato, "molti", invece, sono felici: quel popolo che non ha voce nei giornaloni, che guarda a Cristo e che vuole pastori che lo guidino e non capi-fazioni che fanno politica attiva.

Anonimo ha detto...

Senza se e senza ma: mi auguro che Scola chiuda davvero questa benedetta "epoca" del un "cattolicesimo democratico" (ma, ahimè, non credo che lo farà). Tale cattolicesimo è cresciuto all'ombra della mancata condanna del comunismo da parte del Concilio Vat. II. Inutile girarci troppo intorno, questo è stato e, in qualche modo, è ancora, il problema principale.