mercoledì 3 agosto 2011

Tutela dei minori in Inghilterra e Galles. I dati della National Catholic Safeguarding Commission (O.R.)

I dati della National Catholic Safeguarding Commission

Tutela dei minori in Inghilterra e Galles

Londra, 3. Cresce la fiducia negli organismi creati dalla Chiesa in Inghilterra e Galles per prevenire e perseguire eventuali episodi di abusi sessuali commessi dal clero. Il numero delle persone che hanno presentato denunce è infatti più che duplicato, come ha annunciato la baronessa Patricia Scotland, presidente della National Catholic Safeguarding Commission (Ncsc), l'organizzazione istituita appunto dalla Conferenza episcopale della Chiesa d'Inghilterra e del Galles, nella recente conferenza stampa per la presentazione del Rapporto annuale 2010-2011.
Nel corso della presentazione del documento, la baronessa ha sottolineato che le denunce presentate dai fedeli nel 2010 sono ottantatré.
L'anno precedente erano state quaranta. Secondo la responsabile del Ncsc, per i membri della commissione l'aumento è derivato dall'aperto e sincero approccio al problema che Benedetto XVI ha mostrato quando, nel corso della sua visita apostolica nel Regno Unito, ha incontrato in diverse occasioni alcune delle vittime degli abusi. Per la baronessa Scotland «il nostro Papa Benedetto ha avuto l'opportunità di ascoltare e di aprire un dialogo. Questo atteggiamento è particolarmente piaciuto ai nostri fedeli che lo hanno recepito in modo palpabile e genuino».
Sempre in riferimento alla recente visita apostolica di Benedetto XVI, la presidente dell'Ncsc ha affermato che il Papa ha mostrato una grande autorevolezza e un forte sentimento di umanità nella cura pastorale dei fedeli. Molti di loro hanno colto questa sensibilità e ora ritengono che la Chiesa è pronta a dare ogni supporto necessario per affrontare con maggiore serenità il tema degli abusi.
«Questo rinnovato sentimento di fiducia -- ha sottolineato la baronessa -- è particolarmente necessario all'attività dell'Ncsc che lavora per dare alle vittime degli abusi un contesto di sicurezza necessario per farli uscire dal loro senso d'isolamento».
Illustrando i risultati del rapporto, la direttrice dell'organizzazione ha affermato che «si sono registrati molti sviluppi positivi nell'ambito della sicurezza per la missione evangelizzatrice della Chiesa d'Inghilterra e del Galles».
«Tuttavia -- ha aggiunto -- siamo tutti consapevoli che non dobbiamo cedere all'autocompiacimento perché ancora molto lavoro resta da fare». Durante l'anno passato, la Commissione ha lavorato su tre priorità strategiche: sviluppare una comunicazione più appropriata verso le vittime; controllare le procedure di maggiore sicurezza per mezzo di un sistema di rilevamento nazionale; organizzare la Conferenza sulla sicurezza che si è tenuta a Roma lo scorso giugno con la partecipazione dei cattolici di area anglofona. Nella riunione avvenuta nei giorni scorsi la presidente dell'Ncsc ha affermato che gli attuali sistemi di selezione e di sicurezza ora in uso nei seminari sono decisamente migliori rispetto a quelli del passato. La baronessa Scotland ha sottolineato che secondo i risultati del rapporto «più dell'83 per cento dei casi di abuso sono stati registrati nel periodo antecedente agli anni Settanta». Nella relazione presentata dalla responsabile della Commissione si afferma che c'è ancora un forte bisogno di rendere maggiormente consapevoli i membri della Chiesa su come affrontare e considerare i casi di abuso nel più vasto ambito sociale.
Riferendosi all'incontro di Roma dello scorso giugno, la baronessa Scotland ha sottolineato che «molti vescovi sono rimasti profondamente colpiti quando sono state illustrate le cifre degli abusi nell'ambito sociale che includevano anche quelle dei casi di violenza domestica». Sulla violenza che avviene nell'ambiente della casa, nel rapporto si afferma che «essa non può essere tollerata perché la dignità di ciascuna persona è radicata nella natura stessa dell'individuo. Per i credenti, ogni essere umano è creato a immagine e somiglianza di Dio. Questa immagine e somiglianza deve perciò essere rispettata e salvaguardata anche sulla base di una convinzione religiosa».

(©L'Osservatore Romano 4 agosto 2011)

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