domenica 26 giugno 2011

Ottomila fedeli alla cerimonia di beatificazione in Piazza Duomo a Milano. Card. Tettamanzi ad Avvenire: Ho sempre agito secondo il Vangelo (Izzo)

BEATIFICAZIONI: 8 MILA FEDELI ALLA CELEBRAZIONE IN PIAZZA DUOMO

Salvatore Izzo

(AGI) - Milano, 26 giu.

Oltre ottomila fedeli hanno partecipato in piazza Duomo a Milano alla celebrazione per i tre nuovi beati ambrosiani don Serafino Morazzone, padre Clemente Vismara, e suor Enrica Alfieri. Il Papa ha delegato a leggere la formula di beatificazione il cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi mentre il cardinale Dionigi Tettamanzi, arcivescovo di Milano, ha presieduto il rito e nell'omelia ha sottolineato - con un'espressione utilizzata da Paolo VI per san Carlo Borromeo - "la grandezza della piccolezza evangelica" come dimensione comune ai tre nuovi beati che - proprio come il grande vescovo milanese - hanno saputo "porre l'Eucaristia al centro della vita e farne sorgente di Santita' per i fratelli". "L'Amen che don Serafino Morazzone, suor Enrichetta Alfieri e padre Clemente Vismara hanno pronunciato coincide - ha spiegato Tettamanzi - con l'offerta senza riserve della loro vita, messa a totale disposizione degli altri nella varieta' e nella diversita' delle vocazioni e delle responsabilita' ricevute dall'unico Spirito".
Il Beato Serafino Morazzone fu curato di Chiuso, presso Lecco, nel '700 e le sue virtu' furono riconosciute dal Manzoni, nella prima stesura dei Promessi Sposi. Enrichetta Alfieri, religiosa seguace di santa Giovanna Antida Thouret, divenne "l'angelo" delle carceri milanesi di San Vittore, in cui presto' la sua opera dal 1923 al 1950, anno della sua scomparsa, distinguendosi soprattutto negli anni della dominazione nazifascista, nel supporto ai prigionieri politici e finendo internata in carcere proprio a motivo di quella sua azione. Padre Clemente Vismara, missionario del Pime, visse dal 1923 al 1988 in Birmania, guadagnandosi il titolo di Patriarca di quella nazione.
"Tutti - ha commentato nell'omelia il cardinale Tettamanzi - ci indicano che la vita e' bella quando e' vissuta per gli altri". "Il Beato Serafino - ha ricordato - non pensò mai di lasciare la sua gente, anche quando gli proposero di fare carriera in posti migliori: la parrocchia di Chiuso era tutto per lui. Suor Enrichetta condivise con le detenute la dura vita del carcere. Padre Clemente senti' con le sue stesse membra le famiglie che gli chiedevano il dono del Battesimo per condividere la fede nell'unico Dio".
Un applauso lungo diversi minuti ha accolto la proclamazione dei tre nuovi beati.
Nella formula di beatificazione, letta dal cardinale Amato, i tre vengono cosi' definiti: don Serafino Morazzone, "pastore umile, completamente dedito al servizio del gregge a lui affidato e fulgido esempio di preghiera, carita' e poverta'"; suor Enrichetta, “angelo delle carceri, testimone dell'infinita misericordia di Dio verso i suoi figli e di piena fiducia nella speranza del loro riscatto"; padre Vismara, "instancabile annunciatore e testimone del Signore Gesu' in terra d'Oriente e difensore degli ultimi tra i poveri e i malati".
Questi tre beati, ha poi commentato lo stesso cardianale Amato, "sono riflessi della bonta' di Dio, ma anche frutti maturi della civiltà dell'amore che ha reso celebre nel mondo la nostra patria. Quando parliamo di carita', i nostri beati non spacciano moneta falsa.
Sulla loro bocca la parola 'amore' ha la risonanza autentica di chi spende l'esistenza per costruire giorno dopo giorno una societa' piu' buona e piu' umana".
"E' una lezione di vita - ha osservato il legato del Papa - da riscoprire da parte di tutti noi, che siamo come intorpiditi sotto i falsi slogan di un ambiente fatuo, che esalta la trasgressione e deride invece chi nella famiglia e nella societa' costruisce, nella gioia e nel dolore, l'autentico futuro della nostra societa' con una esistenza di onesta' e di amore, fondata sui comandamenti di Dio".
All'inizio della celebrazione, erano state anche presentate delle brevi biografie dei tre beati. Quella di padre Vismara e' stata letta dal missionario del Pime padre Piero Gheddo, il celebre prete giornalista che per molto tempo e' stato postulatore della causa e oggi ha citato alcune frasi di padre Clemente ricordando che "la vita e' fatta per esplodere, per andare piu' lontano. La vita e' bella quando la si dona".
In piazza Duomo erano presenti anche vescovi, diaconi e sacerdoti arrivati dal Myanmar e dalla Thailandia, come pure gruppi di ex detenuti di San Vittore e alpini di Chiuso, che hanno prestato servizio di volontariato in occasione della celebrazione.
Il Comitato per le beatificazioni ha deciso che tutte le offerte raccolte durante la messa di oggi saranno utilizzate per ricostruire l'orfanotrofio, la chiesa, e la casa di Monglin, prima missione del padre Vismara: entrambe le strutture sono state distrutte dal terremoto che ha colpito il Myanmar lo scorso 24 marzo. Come segno di ringraziamento, al termine della liturgia, un gruppo di suore e laici birmani hanno intonato un canto religioso nella loro lingua.

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TETTAMANZI: A MILANO HO SEMPRE AGITO SECONDO IL VANGELO

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 26 giu.

"Con umile franchezza posso confes­sare che ho sempre cercato di pensare, giudicare e agire avendo come criteri il santo Vangelo e le esigenze piu' profonde e vere del cuore di ogni uomo e di ogni donna".
Il cardinale Dionigi Tettamanzi, criticato nei giorni scorsi da esponenti politici e da alcuni giornali per un presunto appoggio alla candidatura di Pisapia, rivendica in un'intervista ad Avvenire la linearita' della sua condotta nei nove anni di episcopato a Milano. Quanto ai frutti di questa esperienza che per ragioni di eta' sta per concludersi (il Papa starebbe per nominare il successore), il cardinale Tettamanzi ricorda "la vitalita' delle comunita' cristiane della dio­cesi ambrosiana" suggerita anche dall'immagine del "cantiere aperto" visto come "occasione dove la perenne novita' del Vangelo entra nella storia e la rinnova grazie al­le fede operosa dei discepoli del Signore".
"Do­ve la Parola, lo Spirito e la fede agiscono, li' - rileva il porporato - si apre un cantiere".
"Chi mai potra' contare il numero di questi luoghi e segni di vitalita' cri­stiana?", si domanda Tettamanzi nell'intervista elencando "nello specifico, diversi cantieri pa­storali hanno interessato la diocesi come ta­le in questi anni: il nuovo Lezionario am­brosiano, la sperimentazione della rinnova­ta Iniziazione Cristiana, le nuove forme del­la pastorale giovanile, l'avvio delle Comunita' pastorali, le nuove modalita' di inserimento nel ministero dei sacerdoti novelli".
"Come o­gni cantiere, nella fase dell'avvio e del lavo­ro sono le fatiche e i disagi - spiega - ad essere notati maggiormente: solo quando l'opera e' termi­nata (e più il progetto e' grandioso e piu' tem­po e' necessario) si apprezza la bellezza di quanto si e' realizzato".
Nell'intervista ad Avvenire, Tettamanzi ritorna anche sul tema dei "cantieri sociali: luoghi di impegno dove tutte le forze positi­ve operanti nella societa' convergono, cia­scuna secondo la propria competenza e ruo­lo, per operare il bene a favore del territorio e delle persone che lo abitano, specialmen­te le piu' deboli". "Non spetta a me - conclude - fare bilanci dei nove anni del mio episcopato ambrosiano" verificare cioe' "se le mie parole e i miei gesti hanno trovato a­scolto".

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6 commenti:

Anonimo ha detto...

Secondo il Vangelo secondo Dionigi!

jacu

Anonimo ha detto...

Il bilancio dei nove anni di Tettamanzi a Milano e' fallimentare: chiese vuote, relativismo etico imperante, ha parlato poco o nulla di Gesu' e molto di Maometto.
Prima se ne va meglio e'.
Maria da Milano

Ambrosiano, ma cattolico ha detto...

"Il Comitato per le beatificazioni ha deciso che tutte le offerte raccolte durante la messa di oggi saranno utilizzate per ricostruire l'orfanotrofio, la chiesa, e la casa di Monglin, prima missione del padre Vismara"

MA OGGI NON SI DOVEVANO RACCOGLIERE OFFERTE PER LA CARITA' DEL PAPA?

Signore Iddio, quanta pazienza hai Tu!!!

Anonimo ha detto...

A parte lo scandalo della Comunione data sulla mano di quasi tutti fedeli presenti, in barba ai chiarissimi insegnamenti del Santo Padre, Tettamanzi stamattina si è distinto anche per la casula arlecchinesca indossata durante la messa. Che dire: dimmi come ti vesti e ti dirò chi sei...
Francesco

Sincero ha detto...

"Ho sempre agito secondo il Vangelo".......
Chi si loda si..... sbroda......
E poi è agire secondo il Vangelo disobbedire al Papa in campo liturgico?
E' agire secondo il Vangelo boicottare il Motu Proprio sulla Messa antica?
Se fossi un santo non sarei tanto sicuro a dire ho sempre agito secondo il Vangelo....
Un consiglio a Tettamanzi ora che vai in pensione e diventi quello che sei cioè: NESSUNO, prendi il rosario e prega, prega tanto per la tua anima.....

Anonimo ha detto...

Quale Vangelo? Non certo quello di Nostro Signore Gesù Cristo,forse secondo il Vangelo apocrifo dionigiano!
Non c'è un limite alle faccie di bronzo.