domenica 19 giugno 2011

Pedofilia, padre Lombardi: Non bastano «l'esempio del Papa o il diritto canonico», serve una «cultura» diffusa che assista le vittime e prevenga nuovi casi, e la Chiesa si sente «impegnata» a costruirla (Giovanna Chirri)

Pedofilia, la Santa Sede convoca i vescovi

Giovanna Chirri

ROMA

Non bastano «l'esempio del Papa o il diritto canonico», serve una «cultura» diffusa che assista le vittime e prevenga nuovi casi, e la Chiesa si sente «impegnata» a costruirla, come «servizio» a chi è stato abusato, al proprio bene e al bene della società. Così il portavoce del Papa padre Federico Lombardi spiega perché vari dicasteri della Santa Sede coinvolgeranno, il prossimo febbraio nella prestigiosa università Gregoriana, vescovi e superiori religiosi da tutto il mondo in un progetto antipedofilia.
Una iniziativa senza precedenti nel suo genere che individua nei vescovi e superiori – ai quali compete la responsabilità di vigilare e prevenire gli abusi del clero – i primi destinatari di un progetto che dovrà accrescere in tutta la Chiesa la vigilanza, la prevenzione, la cura per chi è stato violato, costruendo a poco a poco, attraverso anche la formazione nei seminari e la vita delle parrocchie, ambienti sicuri per i bimbi. «Tra i beni fondamentali della Chiesa – ha commentato il promotore di giustizia della Congregazione per la dottrina della fede mons. Charles Scicluna – c'è la protezione dei bambini e la creazione di un ambiente adatto a una sana maturazione umana».
Così circa 200 partecipanti, da differenti continenti, sviscereranno gli aspetti pastorali, giuridici e psicologici degli abusi, nell'ambito di quel processo cui Benedetto XVI ha impegnato la Chiesa e che tra l'altro, entro maggio 2012 dovrà portare tutte le Conferenze episcopali del mondo a stilare le linee d'azione contro la pedofilia del clero. Il titolo del Simposio «Verso la guarigione e il rinnovamento», si richiama alla lettera che Papa Ratzinger ha scritto ai cattolici irlandesi a marzo del 2010, denunciando gli abusi sui piccoli come «atti peccaminosi e criminali», criticando la risposta debole della Chiesa e invocando un «cammino di guarigione, rinnovamento e riparazione».
Il convegno dedicherà spazio anche all'ascolto delle vittime, ed è previsto che una di loro intervenga in qualche modo pubblicamente. Si lavorerà sulle implicazioni giuridiche, di formazione nei seminari, di sicurezza nelle parrocchie.

© Copyright Gazzetta del sud, 19 giugno 2011

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