giovedì 16 giugno 2011

Se la musica liturgica diventa un pretesto per litigare. Il quotidiano «la Repubblica» rilancia il dibattito (Marcello Filotei)

Vedi anche:

La musica di Dio (Michele Smargiassi)

Mons. Pablo Colino: La musica eseguita oggi nelle chiese? «Drammatica, disperata, insignificante» (La Rocca)

Il quotidiano «la Repubblica» rilancia il dibattito

Se la musica liturgica diventa un pretesto per litigare

di Marcello Filotei

È paradossale che proprio la liturgia, luogo principe dell'armonia e dell'incontro, sia a volte concepito come una sorta di campo di battaglia da quanti -- ognuno con le proprie rispettabili ragioni -- vorrebbero rivedere le modalità di utilizzo della musica e del canto durante le celebrazioni.
L'argomento è di particolare interesse, tanto che il quotidiano «la Repubblica» gli dedica tre pagine nel numero del 16 giugno, rilevando incongruenze nei testi di alcuni canti moderni e lamentando un basso livello nella qualità dei canti liturgici in genere.
È indubbio che in molti casi il tasso «artistico» dei brani musicali proposti nelle chiese è discutibile, ma appare semplicistico -- se non strumentale -- contrapporre questa produzione al corpus gregoriano. L'enorme patrimonio che giunge dai secoli passati, infatti, ispira e si affianca alle nuove proposte. La questione, semmai, è come garantire che i canti di oggi siano di livello artistico degno del ruolo che devono sostenere nella liturgia, un ruolo che non è solo decorativo.
Cantare il gregoriano non è vietato ed è anzi auspicabile e possibile, anche in forma semplice. Ma chi si lamenta perché le antiche melodie non sono abbastanza valorizzate, non fa che certificare un problema culturale: nella liturgia spesso, purtroppo, il livello della musica è paragonabile a quello, molto basso, dei brani trasmessi in radio e in televisione, almeno in Italia, come rileva tra l'altro sul giornale romano il consulente per la musica liturgica della Confrenza episcopale italiana, monsignor Vincenzo De Gregorio.
La qualità dei canti che si ascoltano in chiesa è, in genere, lo specchio di una situazione di degrado culturale più ampio.
Tale argomento non può però essere utilizzato per sostenere che tutto quello che è venuto dopo il concilio Vaticano II sia da rigettare in blocco.
Spazio, dunque, a tutte le opinioni, ma non alle strumentalizzazioni di quanti, da una parte e dall'altra, brandiscono come clave le proprie visioni della musica liturgica. Forse non è ancora chiaro il percorso per arrivare alla composizione di inni moderni, rispettosi della tradizione e di alto livello artistico e che convivano con la giusta valorizzazione del gregoriano. Per il momento però si può evitare di negare dignità artistica a chi sostiene tesi diverse dalle proprie. Almeno per riguardo alla liturgia.

(©L'Osservatore Romano 17 giugno 2011)

Mah...mah...negare che esista il problema o tentare di sminuirlo non mi pare il massimo.
R.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Devo confessare che per questa volta (solo per questa volta, lo giuro!) preferisco Repubblica all'Osservatore Romano. Le pagine "repubblicane" dedicate alla musica liturgica mi sono sembrate pacate, equilibrate e rispettose. Senza un acritico appoggio del Gregoriano (sarebbe stato davvero troppo per Repubblica) ma mettendo giustamente il dito nella piaga. Antonio

A.R. ha detto...

Cose da pazzi! Ma l'Osservatore deve fare il pompiere pompiere sulla musica "sacra"? Mi pare che ci sia ben poco su cui litigare. Non ha capito niente. Qui c'è da cominciare a far le prove di canto anche per le parrocchie, c'è da insegnar ai preti a cantar la parte loro e al popolo a rispondere in canto. Cose mai fatte e comandate dal Concilio, come avere un GRADUALE in lingua italiana, non un libretto dei canti. Ripeto, non capisco cosa voglia significare questo articolo dell'Osservatore che butta un bicchier d'acqua sulla casa che ormai è tutta un rogo!!! Sono allibito.

Anonimo ha detto...

L'unica copia di Repubblica che ho comprato nella mia vita è stata quella del 16 Giugno! Un articolo veramente ben fatto che ha colto nel segno. Mentre si legge la mente va alle nostre parrocchie dove avviene alla lettera quello che appare nell'articolo. Questa volta con dispiacere devo dire che l'Osservatore Romano ha preso un granchio. La Liturgia non è uno spettacolo d'intrattenimento come qualcuno pensa. Non si devono intrattenere i fedeli con le schitarrate! La musica Sacra deve servire ad elevare l'anima a Dio. Non dico di riportare tutto al gragoriano ma come scritto sull'articolo c'è tanta buona musica attuale adatta alla liturgia vedi per esempio quella di Mons. Frisina.