La condizione umana
Le parole all'Angelus
"Le Beatitudini sono un nuovo programma di vita, per liberarsi dai falsi valori del mondo e aprirsi ai veri beni, presenti e futuri. Quando, infatti, Dio consola, sazia la fame di giustizia, asciuga le lacrime degli afflitti, significa che, oltre a ricompensare ciascuno in modo sensibile, apre il Regno dei Cieli".
Lo ha ricordato questa mattina Benedetto XVI, durante l’Angelus in piazza San Pietro. Prendendo spunto dal Vangelo odierno dedicato al "primo grande discorso" di Gesù sulle Beatitudini, il Santo Padre ha sottolineato che esse "rispecchiano la vita del Figlio di Dio che si lascia perseguitare, disprezzare fino alla condanna a morte, affinché agli uomini sia donata la salvezza". Le parole del Signore non rappresentano "una nuova ideologia" ma "un insegnamento che viene dall’alto e tocca la condizione umana, proprio quella che il Signore, incarnandosi, ha voluto assumere, per salvarla".
Beatitudini. Il "Vangelo delle Beatitudini" si commenta con "la storia stessa della Chiesa, la storia della santità cristiana" e per questo, ha proseguito il Pontefice, "la Chiesa non teme la povertà, il disprezzo, la persecuzione in una società spesso attratta dal benessere materiale e dal potere mondano". Dopo l’Angelus, il Papa ha invitato i presenti a riflettere sulla Giornata mondiale dei malati di lebbra che si celebra oggi. La ricorrenza è stata istituita nel 1954 da Raoul Follereau, scrittore e giornalista francese attivo nella lotta alla malattia, e riconosciuta ufficialmente dall’Organizzazione delle nazioni unite (Onu). "La lebbra, pur essendo in regresso, purtroppo colpisce ancora molte persone in condizione di grave miseria. A tutti i malati assicuro una speciale preghiera – ha affermato Benedetto XVI -, che estendo a quanti li assistono e, in diversi modi, si impegnano a sconfiggere il morbo di Hansen". In particolare, un saluto è stato rivolto dal Santo Padre all’Associazione italiana amici di Raoul Follereau che compie 50 anni di attività. L’organizzazione è nata nel 1961 grazie all’azione di gruppi spontanei di volontari mobilitatisi nella lotta contro la lebbra e contro tutte le forme più estreme di ingiustizia ed emarginazione.
Caloroso saluto. Nei prossimi giorni, ha aggiunto il Santo Padre, "in vari Paesi dell’Estremo Oriente si celebra, con gioia, specialmente nell’intimità delle famiglie, il capodanno lunare" e "a tutti quei grandi popoli auguro di cuore serenità e prosperità". Oggi ricorre anche la Giornata internazionale di intercessione per la pace in Terra Santa e, in questo giorno, "mi associo al Patriarca Latino di Gerusalemme e al Custode di Terra Santa nell’invitare tutti a pregare il Signore affinché faccia convergere le menti e i cuori a concreti progetti di pace". Il Papa ha quindi indirizzato un "caloroso saluto" ai ragazzi e alle ragazze dell’Azione cattolica della diocesi di Roma, guidati dal vicario generale card. Agostino Vallini. Insieme a due di loro, Benedetto XVI ha liberato le colombe, simbolo della pace.
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