domenica 31 luglio 2011

LA VITA DI JOSEPH RATZINGER, parte settima (a cura di Gemma)

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Grazie al grandissimo lavoro della nostra Gemma leggiamo la settima parte della biografia di Papa Benedetto XVI.
In questa occasione volgeremo lo sguardo agli anni in cui il futuro Benedetto XVI era arcivescovo di Monaco e Frisinga, ai due Conclavi che videro l'elezione dei cardinali Luciani e Wojtyla per giungere fino alla nomina a Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede.
Grazie ancora alla nostra Gemma :-)

Bellezza della Baviera e apertura al cielo: nelle parole del Papa al concerto ieri offerto dalla città di Traunstein (Radio Vaticana)

Su segnalazione di Laura leggiamo:

Bellezza della Baviera e apertura al cielo: nelle parole del Papa al concerto ieri offerto dalla città di Traunstein

Concerto per il Papa ieri sera nel cortile del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo: ad offrire l’omaggio musicale a Benedetto XVI in occasione dei suoi 60 anni di sacerdozio, è stata una delegazione di Traunstein, cittadina della Baviera meridionale dove il Papa ha celebrato la sua Prima Messa l’8 luglio 1951. Al Pontefice è stato anche consegnato "l’anello d’onore” del distretto di Traunstein, una speciale onorificenza istituita nel 1969 per quelle persone il cui operato ha contribuito al beneficio della comunità locale. Al termine del concerto, il ringraziamento del Papa ai presenti. Il servizio di Cecilia Seppia:

E’ il regalo di Traunstein al Papa per i suoi 60 anni di sacerdozio, il concerto di ieri sera: circa 250 persone provenienti dalla piccola città tanto cara al Pontefice che qui trascorse l’infanzia e l’adolescenza, diversi gruppi folkloristici ed esponenti degli Schützen, si sono esibiti in cappelle musicali e canti tradizionali; poi gli immancabili balli della Baviera e la consegna dell’anello d’onore.

“Mit Euch ist die bayrische Heimat hier bei mir gegenwärtig. …“

“Tramite voi - ha detto Benedetto XVI - è presente qui la mia patria bavarese. E’ per me è una grande gioia il fatto che questo anello mi sia stato consegnato in modo unanime, al di là di ogni appartenenza, di ogni differenza. Per me è un segno che sono davvero a casa e sono felice, perché, mi avete fatto rivivere la bellezza e la gioiosità della cultura bavarese. La nostra terra - ha aggiunto - è una terra benedetta e lo è grazie al Creatore che ci ha dato le montagne, i laghi, le valli, i boschi, ma è benedetta anche perché tanti uomini qui sono stati toccati nella fede dalla bellezza del creato”. Ai musicisti un ringraziamento speciale, per aver riproposto quella musica capace di mostrare il Paradiso.

“Ohne die Musik, die da ist, ohne die Poesie, ohne die Gemütlichkeit …“

“La Baviera non sarebbe la Baviera - ha sottolineato il Papa - senza la sua musica, la sua poesia, la cordialità e la gioiosità che abbiamo appena sperimentato e che crescono solo se il cielo sopra di noi è aperto. La Baviera è diventata quella che è partendo da questa certezza, e noi tutti preghiamo e speriamo che così rimanga”. Quindi l’invito a rimanere fedeli a tale gioia anche quando si attraversano vallate buie, certi che Dio ci ama; il monito a continuare a dire sì alla vita e al futuro rimanendo saldi in Cristo. “Il mondo, la vita e la fede - ha detto - insieme significano tolleranza, essere aperti gli uni agli altri alla cordiale fraternità verso coloro che sanno di appartenere all’unico Padre”.

“Dies ist also meine Bitte: Bleiben wir vom Glauben angerührt …“

“Questa è la mia preghiera: ha concluso il Pontefice - lasciamoci sfiorare dalla fede, lasciamoci guidare dalla fede affinché lo splendore del cielo possa giungere fino a noi e possa illuminare il mondo nelle sue miserie, rendendolo bello e splendente”.

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Il Papa: Gesù ci chiede di fare il possibile per quanti soffrono nel Corno d’Africa (AsiaNews)

VATICANO

Papa: Gesù ci chiede di fare il possibile per quanti soffrono nel Corno d’Africa

All’Angelus, Benedetto XVI commenta il brano della moltiplicazione dei pani e dei pesci. Cristo è attento al bisogno materiale, ma vuole donare di più, perché l’uomo è sempre affamato di qualcosa di più, ha bisogno di qualcosa di più”.

Castel Gandolfo (AsiaNews)

Solidarietà per quanti nel Corno d’Africa “patiscono le drammatiche conseguenze della carestia, aggravate dalla guerra e dalla mancanza di solide istituzioni”.
E’ l’esortazioine che Benedetto XVI ha rivolto oggi alle tremila persone presenti del cortile interno del Palazzo apostolico di Castel Gandolfo, commentando il brano evangelico della moltiplicazione dei pani e dei pesci. “Gesù - ha aggiunto in francese - ci mette davanti alla nostra responsabilità: fare tutto ciò che è nelle nostre possibilità per venire in aiuto a coloro che soffrono la fame e la sete”.
Nell’episodio evangelico, ha detto il Papa, “si intrecciano l’incarnazione di Dio e l’opera della redenzione. Gesù, infatti, ‘scende’ dalla barca per incontrare gli uomini (cfr Mt 14,14). San Massimo il Confessore afferma che il Verbo di Dio ‘si degnò, per amore nostro, di farsi presente nella carne, derivata da noi e conforme a noi tranne che nel peccato, e di esporci l’insegnamento con parole ed esempi a noi convenienti’ (Ambiguum 33: PG 91, 1285 C). Il Signore ci offre qui un esempio eloquente della sua compassione verso la gente. Viene da pensare ai tanti fratelli e sorelle che in questi giorni, nel Corno d’Africa, patiscono le drammatiche conseguenze della carestia, aggravate dalla guerra e dalla mancanza di solide istituzioni. Cristo è attento al bisogno materiale, ma vuole donare di più, perché l’uomo è sempre ‘affamato di qualcosa di più, ha bisogno di qualcosa di più’ (Gesù di Nazaret, Milano 2007, 311). Nel pane di Cristo è presente l’amore di Dio; nell’incontro con Lui ‘ci nutriamo, per così dire, dello stesso Dio vivente, mangiamo davvero il «pane dal cielo»’ (ibid.)”.
“Nell’Eucaristia – ha proseguito Benedetto XVI - Gesù fa di noi testimoni della compassione di Dio per ogni fratello e sorella. Nasce così intorno al Mistero eucaristico il servizio della carità nei confronti del prossimo (Esort. ap. postsin. Sacramentum caritatis, 88). Ce lo testimonia anche Sant’Ignazio di Loyola, fondatore della Compagnia di Gesù, di cui oggi la Chiesa fa memoria. Ignazio scelse, infatti, di vivere “ricercando Dio in tutte le cose, amando Lui in tutte le creature” (cfr Costituzioni della Compagnia di Gesù, III, 1, 26). Affidiamo alla Vergine Maria la nostra preghiera- ha concluso il Papa - perché apra il nostro cuore alla compassione verso il prossimo e alla condivisione fraterna”.

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Il Papa: la condivisione è carattere distintivo della Chiesa (Izzo)

PAPA: LA CONDIVISIONE E' CARATTERE DISTINTIVO DELLA CHIESA

Salvatore Izzo

(AGI) - Castelgandolfo, 31 lug.

Il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci ci racconta "la condivisione fraterna di pochi pani che, affidati alla potenza di Dio, non solo bastano per tutti, ma addirittura avanzano, fino a riempire dodici ceste".
In questo modo, ha spiegato oggi Benedetto XVI, commentando all'Angelus questo episodio che che "fa pensare al sacramento dell'Eucaristia", il Signore "sollecita i discepoli affinche' siano loro a distribuire il pane per la moltitudine; in questo modo li istruisce e li prepara alla futura missione apostolica: dovranno infatti portare a tutti il nutrimento della Parola di vita e dei Sacramenti".
"In questo segno prodigioso - ha osservato Papa Ratzinger - si intrecciano l'incarnazione di Dio e l'opera della redenzione".
"Cari amici - ha poi aggiunto rivolto ai 4mila fedeli presenti nel cortile della residenza estiva - nell'Eucaristia Gesu' fa di noi testimoni della compassione di Dio per ogni fratello e sorella.
Nasce cosi' intorno al Mistero eucaristico il servizio della carita' nei confronti del prossimo", come "testimonia anche Sant’Ignazio di Loyola, fondatore della Compagnia di Gesu', di cui oggi la Chiesa fa memoria". "Affidiamo alla Vergine Maria la nostra preghiera, perche' apra - ha concluso - il nostro cuore alla compassione verso il prossimo e alla condivisione fraterna".

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Il Papa: Per i Cristiani "è vietato essere indifferente davanti alla tragedia di affamati e assetati". Nuovo appello di Benedetto XVI per il Corno d'Africa

Su segnalazione di Laura leggiamo:

Papa: Vietato essere indifferenti davanti tragedia fame e povertà

Un dovere per i Cristiani sfamare i più deboli

Per i Cristiani "è vietato essere indifferente davanti alla tragedia di affamati e assetati". Papa Benedetto XVI ha colto l'occasione dell'Angelus domenicale da Castel Gandolfo nel giorno in cui viene ricordato il iracolo di Cristo della moltiplicazione dei pani e dei pesci per tornare ad alzare la voce per un impegno più deciso contro la fame nei Paesi più poveri del mondo. "Nel Vangelo di oggi - ha detto il Pontefice salutando un gruppo di pellegrini polacchi a Castel Gandolfo, al termine della riflessione dell'Angelus interamente dedicata la significato del miracolo dei pani e dei pesci- abbiamo ascoltato il miracolo della moltiplicazione dei pani, con i quali il Signore Gesù nutre una folla affamata. Non ci dà per questo una ricetta utile a sfamare i popoli del mondo, né a risolvere il dramma della fame. Ci ricorda che è vietato essere indifferenti davanti alla tragedia degli affamati e assetati!Ci incoraggia a dare loro da mangiare, e a dividere il pane con i bisognosi. Seguendo il Cristo dobbiamo essere sensibili alla povertà dei popoli".

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Papa/ Appello per Corno d'Africa: dovere mettere fine a carestia

Guerra e mancanza solide Istituzioni aggravano crisi drammatica

Appello di Papa Benedetto XVI a favore di aiuti internazionali in Corno d'Africa, nel corso dell'Angelus domenicale da Castel Gandolfo dedicato alla riflessione sul miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci operato da Gesù Cristo.
"Viene da pensare ai tanti fratelli e sorelle che in questi giorni, nel Corno d'Africa, patiscono le drammatiche conseguenze della carestia, aggravate dalla guerra e dalla mancanza di solide istituzioni. Cristo - ha detto Benedetto XVI- è attento al bisogno materiale, ma vuole donare di più, perché l'uomo è sempre 'affamato di qualcosa di più, ha bisogno di qualcosa di più' Nel pane di Cristo è presente l'amore di Dio; nell'incontro con Lui 'ci nutriamo', per così dire, dello stesso Dio vivente, mangiamo davvero il 'pane dal cielo'".

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Osservatore Romano: sulla Chiesa campagne stampa non disinteressate (Izzo)

VATICANO: OSSERVATORE, CAMPAGNE STAMPA NON DISINTERESSATE

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 30 lug.

L'Osservatore Romano condanna oggi "il sensazionalismo" che nei servizi giornalistici sulla Chiesa Cattolica spesso "si accompagna al gusto di presunti retroscena sul governo della Chiesa conditi d'indiscrezioni piu' o meno innocenti, e cosi' l'informazione, spesso non disinteressata, prescinde dalla semplice logica, e soprattutto dalla realta'".
L'editoriale a firma del direttore Giovanni Maria Vian non cita nessuna testata in particolare ma e' trasparente il riferimento alle ricostruzioni pubblicate in questi giorni riguardo al tentativo del Vaticano di salvare il San Raffaele dal fallimento, presentato da alcuni media come un'operazione di potere. Una lettura fuorviante, che il quotidiano della Santa Sede ritiene quasi peggiore delle "ondate informative a proposito degli abusi commessi su minori da sacerdoti che, pur non benevole e talvolta degenerate in campagne di stampa ingiuste o sommarie, hanno di fatto aiutato il processo di purificazione e di rinnovamento della Chiesa, sempre necessario, come con coraggio esemplare ha ricordato Benedetto XVI".
Piu' in generale, rileva il giornale del Vaticano, nel settore dell'informazione religiosa, dopo il Concilio "la crescita e' stata indubbia, anche se negli ultimi anni sembra molto attenuata la volonta' di comprendere una realta' non facile da rappresentare in un mondo globale vasto e variegato, che e' pero' interessato e nello stesso tempo sprovvisto di strumenti interpretativi adeguati di fronte alle religioni".

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Vietato dimenticare chi patisce fame e sete: il Papa torna a parlare del Corno d’Africa (Radio Vaticana)

Su segnalazione di Laura leggiamo:

Vietato dimenticare chi patisce fame e sete: il Papa torna a parlare del Corno d’Africa

Vietato essere indifferenti davanti alla tragedia degli affamati e assetati: così il Papa all’Angelus torna a rivolgere l’attenzione alle popolazioni del Corno d’Africa. Nella domenica in cui il Vangelo parla del miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci, Benedetto XVI ricorda che Cristo, “attento al bisogno materiale incoraggia a dividere il pane con i bisognosi”. Il Papa ricorda Sant’Ignazio di Loyola di cui oggi la Chiesa fa memoria. Il servizio di Fausta Speranza:

Le conseguenze della carestia nel Corno d’Africa sono aggravate dalla guerra e dalla mancanza di solide istituzioni. Lo sottolinea Benedetto XVI ricordando i “tanti fratelli e sorelle che in questi giorni patiscono”. “Cristo – dice – ci richiama alle nostre responsabilità: fare tutto quello che è in nostro potere per venire in aiuto a chi soffre la fame e la sete”. “In questo tempo di vacanza – raccomanda – non dimentichiamo gli altri e non abbiamo paura di aprire le nostre mani e i nostri cuori per venire in aiuto a chi è nel bisogno”. Benedetto XVI, nel saluto in polacco, ricordando l’odierno Vangelo sulla moltiplicazione dei pani e dei pesci afferma: “Cristo nutre una folla affamata ma non ci dà per questo una ricetta utile a sfamare i popoli del mondo né a risolvere il dramma della fame”. Ma ci ricorda – spiega – che è “vietato restare indifferenti”.

“Cristo è attento al bisogno materiale, ma vuole donare di più, perché l’uomo è sempre “affamato di qualcosa di più, ha bisogno di qualcosa di più”. Nel pane di Cristo è presente l’amore di Dio; nell’incontro con Lui ci nutriamo, per così dire, dello stesso Dio vivente, mangiamo davvero il «pane dal cielo»”

“Il miracolo – spiega il Papa - consiste nella condivisione fraterna di pochi pani che, affidati alla potenza di Dio, non solo bastano per tutti, ma addirittura avanzano, fino a riempire dodici ceste”. Ceste che Gesù affida ai discepoli:

“Il Signore sollecita i discepoli affinché siano loro a distribuire il pane per la moltitudine; in questo modo li istruisce e li prepara alla futura missione apostolica: dovranno infatti portare a tutti il nutrimento della Parola di vita e dei Sacramenti.”

“Nell’Eucaristia Gesù fa di noi testimoni della compassione di Dio per ogni fratello e sorella e – spiega Benedetto XVI – nasce così intorno al Mistero eucaristico il servizio della carità nei confronti del prossimo”

“Ce lo testimonia anche Sant’Ignazio di Loyola, fondatore della Compagnia di Gesù, di cui oggi la Chiesa fa memoria. Ignazio scelse, infatti, di vivere “ricercando Dio in tutte le cose, amando Lui in tutte le creature”

Il Papa in questo Angelus recitato a Castel Gandolfo affida ai saluti in varie lingue il messaggio forte di invito alla carità e alla condivisione. In francese ribadisce che “la Parola di Dio ci ricorda come l’acqua e il pane siano necessari a ciascun essere umano”. In inglese l’invito ai cristiani ad essere uniti nell’Eucaristia. In Spagnolo l’invito a “guardare al Signore come vero nutrimento della vita”. In tedesco il Papa sembra sintetizzare tante cose dicendo che “quello che veramente ci nutre e di cui intimamente abbiamo bisogno sono l’amore e la pace”. “Questi – spiega - non possiamo comprarli, ma soltanto accettarli in dono. La disponibilità a ricevere doni cresce quando noi doniamo, quando impariamo a donare noi stessi”. In italiano in particolare il pensiero alle Figlie di Maria Ausiliatrice:

“cordiale benvenuto alle Suore Figlie di Maria Ausiliatrice, provenienti da varie Regioni d’Italia e formulo fervidi auguri per il loro 25° anniversario di vita religiosa”.

Il saluto ai pellegrini di lingua italiana, in particolare ai fedeli provenienti dalla parrocchia di S. Bonifacio in Pomezia e quelli di Oderzo. E un pensiero alla tradizionale iniziativa a Castel Gandolfo della “Sagra delle Pesche”, con l’augurio di “ogni migliore successo a questa iniziativa che vede la collaborazione dell’Amministrazione Comunale, della Parrocchia e dell’intera cittadinanza”. A tutti l’augurio di una buona domenica.

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Il Papa: "Non restiamo indifferenti al dramma del Corno d'Africa" (Tg1)

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Siccità, il Papa: vietato restare indifferenti al dramma del Corno d'Africa (Izzo)

SICCITA': PAPA, VIETATO RESTARE INDIFFERENTI A DRAMMA CORNO D'AFRICA

Salvatore Izzo

(AGI) - Castelgandolfo, 31 lug.

"Nel Vangelo, Gesu' ci ricorda che e' vietato essere indifferenti davanti alla tragedia degli affamati e assetati".
E "ci incoraggia a dare loro da mangiare, e a dividere il pane con i bisognosi".
Lo ha spiegato Benedetto XVI commentando - nel discorso che ha preceduto l'Angelus e poi nel saluto ai fedeli polacchi presenti oggi nel cortile della residenza estiva di Castelgandolfo - il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci, nel quale, ha detto, "il Signore ci offre un esempio eloquente della sua compassione verso la gente", ricordandoci che "dobbiamo essere sensibili alla poverta' dei popoli".
Un insegnamento che, secondo Ratzinger, "fa pensare ai tanti fratelli e sorelle che in questi giorni, nel Corno d'Africa, patiscono le drammatiche conseguenze della carestia, aggravate dalla guerra e dalla mancanza di solide istituzioni".
Nel racconto evangelico, pero' "Gesu' nutre una folla affamata ma non ci da' per questo una ricetta utile a sfamare i popoli del mondo, ne' a risolvere il dramma della fame".
Di fatto, ha ricordato il Pontefice teologo, Gesu' "e' attento al bisogno materiale, ma vuole donare di piu', perche' l'uomo e' sempre affamato di qualcosa di piu', ha bisogno di qualcosa di piu'".

© Copyright (AGI)

PAROLE DEL SANTO PADRE ALLA RECITA DELL'ANGELUS

Il Papa: "Nell’Eucaristia Gesù fa di noi testimoni della compassione di Dio per ogni fratello e sorella. Nasce così intorno al Mistero eucaristico il servizio della carità nei confronti del prossimo"

Addio al nunzio della pace (Paolo Balduzzi)

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A fari spenti arriva la svolta sui Legionari di Cristo: l'allontanamento di Luís Garza Medina dal vertice della Congregazione (Bevilacqua)

La battaglia di Benedetto XVI contro la pedofilia nella Chiesa: il "caso" Maciel Degollado, la "visitazione apostolica" ordinata dal Papa nei confronti dei Legionari di Cristo e la nomina del "Delegato pontificio"
VATICANEIDE - salta il vicario generale

A fari spenti arriva la svolta sui Legionari di Cristo

di Andrea Bevilacqua

La svolta sui Legionari di Cristo, il cardinale Velasio de Paolis l'ha servita a fari spenti, in una giornata d'estate, quando si pensava che l'impasse che il Vaticano da tempo stava subendo intorno al rinnovamento del gruppo di preti e laici nato grazie al prete pedofilo padre Marcial Maciel Degollado non si sarebbe mai sbloccato. E invece, pochi giorni fa, è arrivata la notizia dell'allontanamento di padre Luís Garza Medina dal vertice dei Legionari. «È la svolta che può cambiare il futuro di questa tribolata congregazione», ha scritto recentemente il vaticanista Sandro Magister.
A metà luglio è stata una lettera del direttore generale della stessa Legione, Álvaro Corcuera, a comunicare che dal 1 agosto Garza non sarebbe più stato vicario generale. Garza si trasferisce a New York come direttore territoriale di Stati Uniti e Canada. In sostanza a Garza resta in mano esclusivamente la cura delle vergini consacrate associate al movimento collaterale Regnum Christi, ma solo in via provvisoria, fino a quando la visita apostolica che ha indagato anche su tale movimento, e che è da poco terminata, sarà tradotta dalle autorità vaticane in decisioni operative.
Via Garza, nessuno del vecchio gruppo di potere della Legione è più al sicuro. Perché avere in qualche modo solidarizzato fino all'ultimo con l'indegno fondatore Degollado e l'essere stati messi al comando proprio da lui, rende queste persone per forza di cose inadatte a guidare la ripartenza della Legione su basi radicalmente nuove.
Il cardinale Velasio De Paolis ha dato prova di una estrema cautela, prima di prendere la decisione del 15 luglio. Per un anno ha proceduto col passo da tartaruga tipico della curia romana, di cui è un perfetto esemplare.
Il suo procedere era così lento che a un certo punto ha cominciato a deludere anche i più pazienti.
Mentre al contrario i capi della nomenklatura, Garza, Corcuera e sodali, presero a ostentare una crescente sicurezza.
A Corcuera faceva comodo l'amicizia, da lui ben coltivata, col penultimo segretario personale di Joseph Ratzinger, l'arcivescovo tedesco Josef Clemens, numero due del pontificio consiglio per i laici. Da questo legame Corcuera ricavava l'illusione che il Papa fosse dalla sua parte. A Garza parve un grande successo il tappeto rosso che le autorità vaticane gli stesero quando gli affidarono la promozione e il discorso conclusivo di un pomposo «Executive Summit for the Business World», tenuto in Vaticano dal 16 al 18 giugno alla presenza del segretario di stato Tarcisio Bertone e di altri cardinali. Poco dopo, infatti, in un'intervista del 27 giugno alla Catholic News Agency, Garza si disse sicuro di restare in carica come vicario della Legione almeno fino al futuro capitolo generale, quello che deciderà sui nuovi statuti, previsto tra il 2013 e il 2015.
Ma a inizio luglio De Paolis ha sparigliato le carte. Il messaggio che ne è uscito è che l'allontanamento di Garza è stata una decisione autonoma sua e delle autorità vaticane, non il cedimento a una confusa pressione della base.

© Copyright Italia Oggi, 31 luglio 2011 consultabile online anche qui.

Benissimo Bevilacqua! Dispiace che solo "Italia Oggi" abbia pubblicato questa notizia fondamentale.
Evidentemente il solo nome di Maciel e' ancora impronunciabile...chissa' perche'!

R.

India: visto permanente per Suor Jacqueline Jean McEwan, la "Madre Teresa di Bangalore" (Izzo)

INDIA: VISTO PERMANENTE PER LA "MADRE TERESA DI BANGALORE"

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 30 lug.

Suor Jacqueline Jean McEwan, conosciuta come "la Madre Teresa" di Bangalore" per gli oltre 30 anni trascorsi con i malati di lebbra e le persone sofferenti di Bangalore, "puo rimanere in India fino a quando vuole".
Il visto gli era stato negato per "un errore, forse dovuto al mancato completamento dei documenti presentati". Lo ha fatto sapere all'agenzia vaticana Fides il ministro degli Interni Palaniappan Chidambaram. La religiosa si era vista inspiegabilmente negare dal Governo la formale richiesta annuale di rinnovo del suo permesso di soggiorno nel paese. "Non ha senso che io ritorni nel Regno Unito quando la mia gente e' qui", aveva protestato alla Radio Vaticana sister Jean dichiarando la sua ferma intenzione di restare a Bangalore tra quelli che sono i suoi "amici e parenti: i malati di lebbra".
La mancata concessione del visto, ricorda oggi Fides, avrebbe portato a termine il suo prezioso lavoro presso la Bangalore's Sumanahalli Society, una struttura con quattro cliniche e un centro di riabilitazione per i sieropositivi e i malati di Aids. Da parte sua, padre George Kannanthanam, responsabile della struttura, ha dichiarato, in una nota ripresa dall'agenzia vaticana, che sister Jean "conosce per nome ogni singola persona malata di lebbra, nonostante la difficolta' dei nomi indiani". Secondo il sacerdote, "non c'e' nessun'altra persona in grado di assistere i pazienti che sia preparata ed impegnata come la suora inglese".

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La montagna è la meta delle vacanze dei cardinali (Vatican Insider)

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Lettera di Benedetto XVI al cardinale Vallejo: nuova evangelizzazione in tutto il mondo (Radio Vaticana)

Su segnalazione di Laura leggiamo:

Lettera di Benedetto XVI al cardinale Vallejo: nuova evangelizzazione in tutto il mondo

Nel Continente americano bisogna proseguire con fervore l’opera di evangelizzazione facendo risplendere i frutti della fede e dell'apostolato. E’ quanto scrive Benedetto XVI nella lettera inviata al cardinale Carlos Amigo Vallejo, arcivescovo emerito di Siviglia, inviato speciale dal 7 al 9 agosto prossimi alle celebrazioni per la chiusura dell’anno giubilare nel 500.mo anniversario dell’erezione canonica delle prime circoscrizioni ecclesiastiche delle Americhe, Santo Domingo e La Vega nella Repubblica Domenicana e San Juan a Porto Rico. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

Obbedienti al comando del Signore Gesù “Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura; chi crederà e sarà battezzato sarà salvo” - afferma il Papa - si deve intraprendere una nuova evangelizzazione in tutte le città del mondo e ricordare gli eventi del passato per l’annuncio della Buona novella. In quegli eventi – spiega il Pontefice - possiamo contemplare l’abbondanza della grazia divina, che per secoli ha chiamato tanti uomini a raggiungere la salvezza in Cristo.

Ricordando il 500.mo anniversario della fondazione delle prime circoscrizioni ecclesiastiche nel Continente americano per volere di Papa Giulio II, Benedetto XVI rende grazie a Dio e manifesta la propria vicinanza spirituale ai pastori e ai fedeli. Il Papa, sottolineando come nel Continente americano siano maturati i frutti della fede e dell’apostolato, invoca lo Spirito Santo affinché venga incoraggiata l’opera di evangelizzazione, da proseguire con fervore per intercessione della Beata Vergine Maria, “Stella dell’evangelizzazione”, e di tutti i Santi, specialmente quelli che hanno annunciato il Vangelo nelle Americhe.

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sabato 30 luglio 2011

Festa bavarese per i 60 anni di sacerdozio del Papa e per i 55 di Mons. Georg Gaenswein (Izzo)

PAPA: FESTA BAVARESE PER I 60 ANNI DI SACERDOZIO (E I 55 DI GAENSWEIN)

Salvatore Izzo

(AGI) - Castelgandolfo, 30 lug.

I sessanta anni di sacerdozio di Joseph Ratzinger sono stati festeggiati questa sera nel cortile del Palazzo Apostolico a Castelgandolfo con un concerto offerto da una delegazione di Traunstein, la cittadina della Baviera meridionale dove il futuro Benedetto XVI ha celebrato la sua prima messa l'8 luglio 1951.
Dalla delegazione e' stato portato al Papa l'"anello d'onore" del distretto di Traunstein, una speciale onorificenza istituita nel 1969 e conferita in precedenza a sole sette personalita' per il loro operato a beneficio della comunita' locale. Realizzato dal maestro orafo August Perchermeier e da suo figlio Philipp, l'anello si aggiunge agli altri riconoscimenti, tra cui l'intotolazione di una piazza nel 2006, gia' conferiti a Ratzinger dalla cittadina bavarese dove ha trascorso l'infanzia e l'adolescenza.
Della delegazione bavarese, guidata dal presidente della giunta provinciale Hermann Steinmassl, fanno parte circa 250 persone tra gruppi folkloristici, piccole cappelle musicali ed esponenti degli "schutzen", che hanno eseguito musiche e balli tradizionali della Baviera, festeggiando cosi' anche il compleanno del segretario personale del Pontefice, monsignor Georg Gaenswein, che compie proprio oggi 55 anni essendo nato il 30 luglio 1956 a Riedern am Wald.

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A Benedetto XVI l'anello d'onore di Traunstein. Conferito dalla cittadina bavarese per il sessantesimo anniversario dell'ordinazione sacerdotale (O.R.)

Conferito dalla cittadina bavarese per il sessantesimo anniversario dell'ordinazione sacerdotale

A Benedetto XVI l'anello d'onore di Traunstein

Dopo il conferimento della cittadinanza onoraria nel febbraio 2006, la realizzazione di un busto collocato in una delle strade principali nel 2007 e la recentissima intitolazione di una piazza, Traustein - la cittadina bavarese dove l'8 luglio 1951, gli allora neo sacerdoti Joseph e Georg Ratzinger celebrarono, nella chiesa parrocchiale di Sant'Osvaldo, la loro prima messa - consegna a Benedetto XVI un nuovo riconoscimento.
Questa sera infatti, sabato 30 luglio, una folta rappresentanza del distretto meridionale della Baviera incontra il Papa a Castel Gandolfo per offrirgli un artistico "anello d'onore", opera del maestro orafo August Perchemeier e di suo figlio Philip, per rendere omaggio "alla sua straordinaria personalità - come si legge nelle motivazioni dell'onorificenza - e ai suoi meriti per la Chiesa universale e per la teologia".
Allo stesso tempo il riconoscimento vuole significare la gratitudine della cittadinanza "per il legame duraturo e profondo - si legge ancora nella pergamena che accompagna l'anello - di Papa Benedetto XVI con la sua Traunstein. Con la massima onorificenza del Landkreis Traustein, l'intera regione esprime omaggio, stima e affetto al suo Santo Padre".
Prima di lui solo sette altri grandi personaggi hanno ricevuto l'anello per il loro operato in favore della comunità.
L'attribuzione del premio è stata decisa anche come "ulteriore segno di augurio per la ricorrenza del sessantesimo anniversario dell'ordinazione sacerdotale di Benedetto XVI". Anche la data scelta per la consegna non è casuale. Esattamente sessant'anni fa, il giovane sacerdote Ratzinger celebrava con il fratello, proprio il 30 luglio - a Rimsting, luogo dell'infanzia della madre Maria - la nachprimiz, ovvero una delle messe pubbliche immediatamente successive all'ordinazione.
Traunstein è particolarmente familiare per il Papa. Ha trascorso qui infanzia e adolescenza. Ha frequentato il locale ginnasio Chiemgau negli anni difficili del regime nazionalsocialista. Nel seminario St. Michael ha conosciuto il cardinale Michael Faulhaber, che nel 1951 lo ha ordinato sacerdote. Della cittadina, e della sua gente, conserva un caro ricordo, legato soprattutto proprio alla celebrazione della sua prima messa. Ha impressa nel cuore l'immagine della chiesa parrocchiale di Sant'Osvaldo, per l'occasione "illuminata in tutto il suo splendore". E in momenti come quello odierno rivive certamente la gioia che, in quel giorno speciale "la riempiva quasi palpabilmente" tanto che "coinvolse tutti nell'azione sacra, nella forma vivissima di una "partecipazione attiva", che non aveva bisogno di una particolare operosità esteriore". Sensazioni che Benedetto XVI ha confidato nel libro Dalla mia vita. Ricordi, 1927-1977.
E chissà se, proprio in questi giorni del suo anniversario sacerdotale, trovandosi a Castel Ganfolfo per il periodo estivo, lontano dagli impegni pubblici, Benedetto XVI sarà tornato con la mente a quel giorno, quando, insieme a suo fratello Georg, portò in tutte le case della cittadina bavarese "la benedizione della prima Messa". Se lo ha fatto, certamente avrà rivissuto quei momenti di stupore per un'accoglienza meravigliosa, ricevuta "dovunque, anche da persone completamente sconosciute, con una cordialità" che, ha confidato, non avrebbe mai potuto immaginare.
Conoscendone la gentilezza d'animo e il legame affettivo con la patria, i suoi connazionali non perdono occasione per rinverdire il ricordo di quei momenti felici. Anche questa volta hanno organizzato le cose in grande stile. Circa trecento rappresentanti della comunità bavarese sono scesi a Castel Gandolfo fin dalle prime ore del pomeriggio, annunciati dal suono della banda musicale e con tanto di gruppo flokloristico in costumi tradizionali. La cappella musicale Inzing di Tittmoning, gli Schützen di Traunstein, il gruppo folkloristico Goaßlschnalzer del Rupertiwinkel, quelli che fanno schioccare ritmicamente lunghe fruste, hanno trasformato Castel Gandfolfo in una cittadina bavarese coinvolgendo emotivamente la popolazione.
Alle 18 la cerimonia della consegna dell'onorificenza nel Palazzo Pontificio, presieduta dall'esecuzione di alcune composizioni musicali. Al Papa viene anche donato un album fotografico con le immagini dei luoghi della sua gioventù, affinché "sfogliandolo nei giorni a venire possa continuare a rivivere le stesse sensazioni di quel tempo".
L'incontro con la comunità bavarese sostanzialmente segna la ripresa dell'attività ufficiale del Pontefice, che in questo periodo si è limitata soltanto all'appuntamento domenicale con i fedeli per la preghiera mariana. Da mercoledì prossimo, 3 agosto, riprenderà infatti l'udienza generale che, come di consueto per questo periodo, avrà luogo nella cittadina laziale nella piazza della Libertà, antistante il Palazzo Pontificio. Numerosi i gruppi che già da tempo hanno annunciato la loro partecipazione, soprattutto quelli provenienti dall'estero. C'è da credere comunque che tra loro si confonderanno anche tanti castellani, i quali "di vedere il Papa - assicurano i più anziani - non si stancano mai". (mario ponzi)

(©L'Osservatore Romano 31 luglio 2011)

L'omaggio di Traunstein al Papa in occasione del sessantesimo anniversario della sua ordinazione sacerdotale (TMNews)

Papa/ A Castel Gandolfo balli bavaresi per 60 anni sacerdozio

Benedetto XVI assiste stasera a concerto offerto da Traunstein

Roma, 30 lug. (TMNews)

Questa sera in occasione del sessantesimo anniversario della sua ordinazione sacerdotale, Papa Benedetto XVI assisterà nel cortile del Palazzo Apostolico a Castel Gandolfo ad un concerto offertogli da una delegazione di Traunstein, una cittadina della Baviera meridionale dove il Papa ha celebrato la Prima Messa l'8 luglio 1951.
Al Pontefice, ha informato Radio Vaticana, sarà consegnato l' 'anello d'onore' del distretto di Traunstein, una speciale onorificenza istituita nel 1969 e conferita in precedenza a sole sette personalità per il loro operato a beneficio della comunità locale. L'anello è stato eseguito dal maestro orafo August Perchermeier e da suo figlio Philipp e si aggiunge agli altri riconoscimenti già conferiti a Papa Ratzinger dalla cittadina bavarese, quali la cittadinanza onoraria, nel febbraio 2006, e l'intitolazione di una piazza.
Traunstein è particolarmente familiare al Papa, che vi ha trascorso l'infanzia e l'adolescenza. Della delegazione bavarese, guidata dal presidente della giunta provinciale Hermann Steinmaßl, fanno parte circa 250 persone tra gruppi folkloristici, piccole cappelle musicali ed esponenti degli Schützen, che eseguiranno per il Santo Padre musiche e balli tradizionali della Baviera.

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Friburgo si prepara ad accogliere il Pontefice a settembre. Due libri per presentare vita e pensiero di Joseph Ratzinger (O.R.)

Due libri per presentare vita e pensiero di Joseph Ratzinger

Friburgo si prepara ad accogliere il Pontefice a settembre

L'arcidiocesi di Friburgo ha presentato, mercoledì scorso, 27 luglio, due nuovi libri sulla vita e il ministero di Benedetto XVI per far conoscere ancora meglio in Germania la persona e il pensiero del Papa.
Un'iniziativa promossa nella prospettiva del viaggio che il Pontefice compirà nel suo Paese natale dal 22 al 25 settembre, facendo tappa a Berlino, Erfurt, Etzelsbach e proprio a Friburgo.
Le pubblicazioni si inseriscono dunque nell'ambito della preparazione spirituale ad accogliere il Papa tedesco.
"Dove c'è Dio, là c'è futuro. Benedetto XVI - Persona e Ministero" (Wo Gott ist, da ist Zukunft. Benedikt XVI. - Person und Amt) è il titolo del primo volume.
"Con Benedetto XVI accogliamo il titolare di un ministero quasi bimillenario, le cui dimensioni quasi non riusciamo a valutare" scrive, nella prefazione, l'arcivescovo di Friburgo, monsignor Robert Zollitsch, presidente della Conferenza episcopale tedesca. Nelle 116 pagine del volume, una serie di brevi saggi mostrano come il Papa interpreta oggi il ministero episcopale e petrino. Particolarmente curati i capitoli che raccontano la vita di Joseph Ratzinger, con informazioni dettagliate sul Pontificato.
Il secondo libro ha per titolo "Dove c'è Dio, là c'è futuro. Temi centrali del pensiero di Joseph Ratzinger / Benedetto XVI" (Wo Gott ist, da ist Zukunft. Zentrale Themen im Denken von Joseph Ratzinger / Benedikt XVI). Il volume passa in rassegna, in 220 pagine, le più significative questioni teologiche secondo l'insegnamento del Papa. Si va dai temi centrali della religione, della cultura e della società, alla teologia come orientamento della Chiesa e al cammino della Chiesa stessa verso il futuro. L'opera, completata da una bibliografia di Joseph Ratzinger, è adatta a un pubblico che ha una preparazione teologica.
Infine l'arcidiocesi, nel suo portale internet, ha messo a disposizione il file audio di tre meditazioni (www.ebfr.de/papstaudio), tenute nel 1972 dall'allora professor Joseph Ratzinger all'Accademia cattolica di Friburgo sul tema dell'incarnazione in prospettiva teologica.
Intanto cresce l'attesa per il libro che monsignor Georg Ratzinger ha preparato insieme al giornalista e scrittore tedesco Michael Hesemann "Mio fratello, il Papa" (Mein Bruder, der Papst).
Il volume, pubblicato a Monaco da Herbig, sarà in libreria il prossimo 12 settembre, proprio alla vigilia del viaggio del Pontefice in Germania.
Le 256 pagine del volume sono frutto di una serie di colloqui svoltisi nella tarda primavera di quest'anno a Ratisbona e durante i quali il fratello maggiore di Benedetto XVI ha raccontato all'interlocutore i suoi ricordi, dalla vita in famiglia fino al Pontificato.

(©L'Osservatore Romano 31 luglio 2011)

Filippine. La Chiesa inaugura un portale internet sulla Gmg per chi non potrà partecipare all’evento. Pronti a partire i giovani dello Sri Lanka (R.V.)

Filippine. La Chiesa inaugura un portale internet sulla Gmg per chi non potrà partecipare all’evento

I giovani filippini che non si recheranno a Madrid per la Giornata mondiale della gioventù potranno seguire l’evento attraverso uno speciale portale allestito dalla Commissione per la pastorale giovanile della Conferenza episcopale (Cbcp). Anche se le Filippine sono il Paese asiatico con più iscritti, sono relativamente pochi i giovani fortunati che possono permettersi di partecipare alla Giornata. Solo il viaggio costa infatti 78mila pesos (pari a 1.800 dollari), una somma inaccessibile per la stragrande maggioranza dei giovani filippini. Per questo – riferisce l’agenzia Ucan - il vescovo responsabile della pastorale giovanile mons. Joel Baylon ha esortato i partecipanti a usare lo speciale portale per condividere le loro foto, video e impressioni o link con altri social network. ”Usate Internet e Raccontate ai vostri amici quanto sta accadendo alla Gmg: avete la responsabilità di condividere la buona notizia di questo evento con altre persone che non saranno in Spagna”, ha esortato il presule. Mons. Baylon ha anche invitato tutte le organizzazioni impegnate nella pastorale giovanile nel Paese a promuovere iniziative per sensibilizzare tutti i giovani filippini sull’importanza di questo appuntamento: “Non è solo un evento che succede a Madrid, è una cosa che riguarda i giovani di tutto il mondo e ogni giovane è chiamato a parteciparvi spiritualmente come può”, ha detto il vescovo. Non tutti i Paesi asiatici avranno una delegazione ufficiale a Madrid. È il caso del Nepal che non aveva partecipato neanche alla Gmg di Sydney nel 2008. Il motivo non è solo di ordine finanziario. Secondo mons. Anthony Sharma, arcivescovo di Kathmandu, i giovani cattolici nepalesi non sono ancora pronti a partecipare a un evento di questa importanza: “Prima di prendere parte a eventi internazionali preferiamo puntare sulla formazione spirituale dei nostri giovani”, ha spiegato il presule gesuita. (L.Z.)

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Gmg: Pronti a partire i giovani dello Sri Lanka

Saranno 28 i ragazzi dello Sri Lanka che andranno a Madrid, dal 16 al 21 agosto, per la Giornata mondiale della gioventù, come riferisce AsiaNews. Secondo padre Reid Shelton Fernando, cappellano arcidiocesano dei Young Christian Workers (Ycw) e del Christian Workers Movement (Cwm), la partecipazione dei giovani all’evento non sarà solo un momento di festa, ma soprattutto “un impegno a condividere la propria esperienza spirituale, per sfidare la cultura secolarista del presente”.
“Giovanni Paolo II ha istituito la Gmg perché i giovani iniziassero a far tesoro della loro fede – ha continuato padre Fernando – e anche se non tutti parlano la stessa lingua è un’occasione per sperimentare l’amore di Dio attraverso il linguaggio dell'amore. La speranza più grande per il sacerdote è che “i nostri ragazzi trovino nella Gmg terreno fertile da cui trarre ispirazione per il loro futuro, affinché possano trasmettere a tutti i giovani dello Sri Lanka ciò che hanno imparato” (D.M.)

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Gmg, Bagnasco: non rinunciare alla speranza in un mondo migliore. Radio Vaticana: siamo ormai alla terza generazione di giovani della Gmg (Izzo)

GMG: BAGNASCO, NON RINUNCIARE A SPERANZA IN MONDO MIGLIORE

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 30 lug.

I giovani di oggi rischiano di "vivere storditi dalla quotidianita' che lascia poco tempo al silenzio e alla possibilita' di scelta". E a volte sono "tentati di abbandonarsi al peggio mentre occorre conservare la speranza di costruire insieme un mondo a dimensione dell'uomo, cioe' sulla misura di Cristo".
La Giornata Mondiale della Gioventu' che si terra' a Madrid dal 16 al 21 agosto, afferma il cardinale Angelo Bagnasco, rappresenta invece "un'occasione per riscoprire i tempi del silenzio e dell'ascolto" con "una guida insuperabile" quella del Papa che offrira' ancora una volta "l'orientamento necessario" a un dialogo che "si sviluppera' tra tutti voi, giovani provenienti da ogni parte del nostro Paese e del pianeta".
"Sara' - scrive il presidente della Cei nella prefazione al 'Vademecum' che sara' consegnato ai circa 90 mila ragazzi italiani che si sono gia' prenotati - un momento di confronto culturale e di arricchimento reciproco che non tardera' ad assumere i mille colori della festa e della condivisione".
Secondo Bagnasco, "in un mondo che e' ancora diviso profondamente e che spesso vive lancinanti conflitti economici e politici e spesso guerre dimenticate, mostrare che e' possibile stare insieme in nome della comune fede cristiana, e' un segno di speranza e una prova della forza umanizzante del Vangelo".
Secondo il responsabile del Servizio nazionale per la pastorale giovanile, don Nicolo' Anselmi, che ha curato la pubblicazione del "Vademecum del pellegrino italiano", la Gmg "e' un pellegrinaggio ed ogni pellegrinaggio e' caratterizzato da momenti comunitari e momenti personali, di fraternita' con gli amici e di intimita' con Dio". "La nostra speranza - ha dichiarato all'Osservatore Romano - che questo Vademecum possa essere utile ai partecipanti in ambedue i momenti, sia quando saranno in mezzo a tanta gente, a cantare, a ridere, a pregare, sia quando torneranno a casa e da soli, a contatto con Dio, ascolteranno la Sua voce o parleranno con Lui".

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PAPA: RADIO VATICANA, A GMG MADRID SARANNO OLTRE UN MILIONE

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 30 lug.

Alla Giornata Mondiale della Gioventu' di Madrid "si prevede la presenza di oltre un milione di giovani provenienti da tutto il mondo". Lo afferma la Radio Vaticana. Il Papa presiedera' il grande appuntamento trattenendosi nella capitale spagnola dal 18 al 21 agosto.
L'emittente della Santa Sede, ricorda che siamo ormai alla terza generazione di giovani delle Gmg. "La prima - elenca citando il cardinale di Madrid, Rouco Varela - quella del '68, attraversata dalle aspirazioni rivoluzionarie e libertarie con le loro contraddizioni. La seconda, quella dell'89, della caduta dei muri e dei grandi orizzonti aperti da Giovanni Paolo II, piu' attenta alla dimensione spirituale.
La terza, quella del duemila, la generazione di internet e dei social network, i giovani del continente digitale".
"Naturalmente - commenta da parte sua il portavoce del Pontefice, padre Federico Lombardi - e' una semplificazione, ma e' vero che la situazione del mondo cambia rapidamente, e i giovani sono i primi a sentirlo e a riflettere i cambiamenti nella loro vita concreta, nella mentalita' e nei comportamenti".
"Andiamo quindi a Madrid insieme al Papa - sottolinea il gesuita - con la coscienza di affrontare una nuova grande sfida: annunciare Cristo proprio a questa generazione, e chiederle di farsi essa stessa protagonista di questo annuncio nei nuovi spazi della sua vita.
Nei continenti geografici, ma anche in quelli virtuali".
Per padre Lombardi, "la sfida e' cosi' impegnativa da intimorire, ma a partire dalla radice che e' Cristo moltissime generazioni di giovani hanno saputo costruire e attraversare con speranza e con gioia il loro futuro". Dunque conclude il portavoce della Santa Sede, "puo' farlo anche questa".

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Le responsabilità dei media (Vian)

Le responsabilità dei media

Il centocinquantesimo anniversario, ricorrenza importante per qualsiasi giornale, tanto più lo è per un foglio singolare qual è «L’Osservatore Romano», come lo definì con esattezza mezzo secolo fa, nel centenario, Giovanni Battista Montini, che due anni dopo sarebbe divenuto Paolo VI.
E questo soprattutto perché il quotidiano storicamente e istituzionalmente è legato alla Santa Sede. Un vincolo che Benedetto XVI ha voluto di nuovo sottolineare con un messaggio e, ancor più, con una visita personalissima e di per sé molto espressiva nella sede del giornale.
Come in altre circostanze da quando, subito dopo i Patti lateranensi, «L’Osservatore Romano» è entrato in Vaticano, il gesto del Papa — vero e proprio incontro dell’editore con la sua testata, dono che rimane nel cuore e nella mente di chi ha l’onore di lavorarvi — ha offerto l’occasione per riflettere sulla responsabilità del giornale, ma più in generale dei media. In un’epoca di radicali trasformazioni e in un momento di crisi, soprattutto di quelli tradizionali: non solo perché sono in affanno di fronte alla concorrenza della televisione e alla crescita rapidissima dell’informazione diffusa nella rete globale, ma anche per il moltiplicarsi di episodi che ne evidenziano una preoccupante degenerazione.
Emblematico di questa tendenza è lo scandalo che nel Regno Unito ha travolto «News of the World» e ne ha causato la chiusura dopo quasi centosettant’anni, ma in generale proprio l’emergere in diversi Paesi degli aspetti più spregiudicati di quel quarto potere raffigurato in modo memorabile da Orson Welles può spiegare in parte la disaffezione di un numero sempre maggiore di lettori, disgustati o delusi. Come sempre, nel panorama generale le luci si alternano alle ombre: la cultura è oggi più diffusa, benché questo comporti un abbassamento del livello anche dei media, la moltiplicazione delle informazioni incalzante e senza precedenti nella storia intacca le capacità critiche, mentre spesso il sensazionalismo e il protagonismo di molte testate non sono bilanciati dai meccanismi di controllo di una politica non di rado troppo debole.
In questo quadro anche l’informazione sulla Chiesa cattolica, sino al Vaticano II ridottissima e da allora divenuta un fenomeno di rilievo, non si sottrae al chiaroscuro. La crescita è stata indubbia, anche se negli ultimi anni sembra molto attenuata la volontà di comprendere una realtà non facile da rappresentare in un mondo globale vasto e variegato, che è però interessato e nello stesso tempo sprovvisto di strumenti interpretativi adeguati di fronte alle religioni.
Alle incomprensioni si sono aggiunte ondate informative — per esempio, a proposito degli abusi commessi su minori da sacerdoti — che, pur non benevole e talvolta degenerate in campagne di stampa ingiuste o sommarie, hanno di fatto aiutato il processo di purificazione e di rinnovamento della Chiesa, sempre necessario, come con coraggio esemplare ha ricordato Benedetto XVI. Altre volte poi il sensazionalismo si accompagna al gusto di presunti retroscena sul governo della Chiesa conditi d’indiscrezioni più o meno innocenti, e così l’informazione, spesso non disinteressata, prescinde dalla semplice logica, e soprattutto dalla realtà.
È invece proprio alla realtà che in generale l’informazione e dunque i media, vecchi e nuovi, devono guardare, nel tentativo di rappresentare un mondo complesso e un panorama internazionale le cui grandi questioni — specialmente quelle estranee alle società occidentali — restano spesso trascurate, se non addirittura ignorate. La responsabilità di tutti è dunque enorme, e a questa bisogna fare fronte. In uno sforzo informativo che deve non soltanto intensificarsi ed estendersi, ma soprattutto aiutare a comprendere ciò che veramente è importante.

g.m.v.

(©L'Osservatore Romano 31 luglio 2011)

Concerto a Castel Gandolfo offerto dalla cittadina bavarese di Traunstein per i 60 anni di sacerdozio del Papa (R.V.). Non sono previste dirette televisive

Su segnalazione di Laura leggiamo:

Concerto a Castel Gandolfo offerto dalla cittadina bavarese di Traunstein per i 60 anni di sacerdozio del Papa

Questa sera, alle 18.00, in occasione del 60.mo anniversario della sua ordinazione sacerdotale, Benedetto XVI assisterà nel cortile del Palazzo Apostolico a Castel Gandolfo ad un concerto offertogli da una delegazione di Traunstein, una cittadina della Baviera meridionale dove il Papa ha celebrato la Prima Messa l’8 luglio 1951.
Al Pontefice sarà consegnato l’ “anello d’onore” del distretto di Traunstein, una speciale onorificenza istituita nel 1969 e conferita in precedenza a sole sette personalità per il loro operato a beneficio della comunità locale. L’anello è stato eseguito dal maestro orafo August Perchermeier e da suo figlio Philipp e si aggiunge agli altri riconoscimenti già conferiti a Papa Ratzinger dalla cittadina bavarese, quali la cittadinanza onoraria, nel febbraio 2006, e l’intitolazione di una piazza. Traunstein - lo ricordiamo – è particolarmente familiare al Papa, che vi ha trascorso l’infanzia e l’adolescenza. Della delegazione bavarese, guidata dal presidente della giunta provinciale Hermann Steinmaßl, fanno parte circa 250 persone tra gruppi folkloristici, piccole cappelle musicali ed esponenti degli “schützen”, che eseguiranno per il Santo Padre musiche e balli tradizionali della Baviera. (M.V.)

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Naturalmente non e' prevista alcuna diretta televisiva...che sara' mai? Si tratta solo del Santo Padre...
R.

“Gmg-Terza generazione”: editoriale di padre Lombardi

“Gmg-Terza generazione”: editoriale di padre Lombardi

Cresce l’attesa per l’ormai prossima Giornata mondiale della gioventù di Madrid che si svolgerà dal 16 al 21 agosto. Il Papa arriverà nella capitale spagnola il 18 agosto. Il tema della Giornata è tratto da una lettera di San Paolo ai Colossesi: «Radicati e fondati in Cristo, saldi nella fede». Si prevede la presenza di oltre un milione di giovani provenienti da tutto il mondo. Ascoltiamo in proposito la riflessione del nostro direttore, padre Federico Lombardi, nel suo editoriale per Octava Dies, il settimanale informativo del Centro Televisivo Vaticano:

Il cardinale Rouco Varela, che di Giornate mondiali della gioventù se ne intende, avendone organizzata una a Santiago de Compostela più di venti anni fa ed ospitando la prossima nella sua Diocesi di Madrid, ha parlato – con felice intuizione – di tre generazioni di giovani delle Gmg. La prima, quella del ’68, attraversata dalle aspirazioni rivoluzionarie e libertarie con le loro contraddizioni. La seconda, quella dell’89, della caduta dei muri e dei grandi orizzonti aperti da Giovanni Paolo II, più attenta alla dimensione spirituale. La terza, quella del duemila, “la generazione di internet e dei social network”, i giovani del continente digitale.

Naturalmente è una semplificazione, ma è vero che la situazione del mondo cambia rapidamente, e i giovani sono i primi a sentirlo e a riflettere i cambiamenti nella loro vita concreta, nella mentalità e nei comportamenti. Andiamo quindi a Madrid insieme al Papa con la coscienza di affrontare una nuova grande sfida: annunciare Cristo proprio a questa generazione, e chiederle di farsi essa stessa protagonista di questo annuncio nei nuovi spazi della sua vita. Nei continenti geografici, ma anche in quelli virtuali. La sfida è così impegnativa da intimorire, ma - come dice il tema delle Giornate – se siamo “radicati e fondati in Cristo” e quindi “saldi nella fede” possiamo guardare avanti con fiducia. Perché a partire dalla radice che è Cristo moltissime generazioni di giovani hanno saputo costruire e attraversare con speranza e con gioia il loro futuro. Può farlo anche questa.

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Il cardinale Koch in visita in Norvegia: "ho portato al Paese la solidarietà del Papa"

Il cardinale Koch in visita in Norvegia: "ho portato al Paese la solidarietà del Papa"

Il cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, è in visita in Norvegia per la festa di Sant’Olaf, patrono del Paese. Ieri mattina ha presieduto una Messa nel Duomo protestante di Trondheim. Il porporato, che è accompagnato dal vescovo di Oslo, Bernt Ivar Eidsvig, e dal nunzio apostolico in Norvegia, Emil Paul Tscherrigh, ha partecipato anche ad una celebrazione luterana nello stesso Duomo. Domani il rientro a Roma. Il viaggio, già programmato da tempo, coincide con un momento difficile per il Paese, colpito dalle stragi del 22 luglio scorso: ma ascoltiamo il cardinale Kurt Koch, al microfono di Sergio Centofanti:

R. – Ho portato la solidarietà della Chiesa cattolica e soprattutto del Santo Padre per questa situazione tragica in Norvegia, e ancora i saluti per la grande festa di Sant’Olaf che si è celebrata ieri.

D. – Qual è il significato della festa di Sant’Olaf?

R. – C’è una grande venerazione per questo santo da parte della Chiesa cattolica, ma anche da parte della Chiesa luterana. Sant’Olaf, vissuto nell’XI secolo, si può considerare in realtà un patrono “ecumenico” perché è vissuto in un tempo in cui la Chiesa non era ancora divisa.

D. – Come stanno affrontando le Chiese cristiane questo momento difficile per la Norvegia?

R. – Vedo che c’è grande solidarietà tra le diverse comunità cristiane. Nelle chiese ci sono sempre candele accese, e le candele sono segno di preghiera; e devo dire che c’è un’autentica solidarietà ecumenica nella preghiera, in questa situazione così tragica.(gf)

© Copyright Radio Vaticana

Mons. Martin nega di avere incontrato recentemente il premier irlandese e respinge l'insinuazione di un quotidiano di essere coinvolto in qualche modo nella stesura del discorso contro il Vaticano

Clicca qui per leggere l'articolo. Qui una traduzione sommaria.

Monsignor Georg Ganswein compie oggi 55 anni (Vatican Insider)

Clicca qui per leggere il commento.
A Mons. Georg gli auguri piu' sinceri da parte del blog :-)

In Spagna Papa Benedetto sceglierà, ancora una volta, la via della proposta e non della polemica (Tornielli)

Zapatero, per ultimo vedrà il Papa

ANDREA TORNIELLI

La decisione del premier Zapatero di uscire di scena anzitempo cade in un momento emblematico.
L’annuncio di anticipare il voto, prima previsto per il marzo del prossimo anno, giunge infatti a pochi giorni dall’arrivo a Madrid di Benedetto XVI, il Papa difensore della vita, che nella capitale spagnola incontrerà i ragazzi della Giornata mondiale della gioventù.
Zapatero in questi anni - in Italia più ancora che in Spagna - è diventato il simbolo di una sinistra in grado di proporre e in qualche caso di far approvare leggi come quella sui matrimoni gay o come quella sull’eutanasia in un Paese considerato «cattolicissimo».
Il braccio di ferro con l’episcopato spagnolo, che in più di un’occasione non ha mancato di convocare i fedeli in piazza per difendere la vita e la famiglia, ha contribuito a consolidare l’immagine di un primo ministro nemico della Chiesa cattolica. I rapporti con il Vaticano non sono stati certo facili, almeno all’inizio. E molti si aspettavano che nel luglio 2006, mettendo piede in Spagna per la prima volta da Papa, per di più in occasione dell’incontro mondiale delle famiglie, Benedetto XVI spingesse l’acceleratore della denuncia contro le politiche del governo socialista. Zapatero, in quella occasione, disertò la messa papale di Valencia e l’allora portavoce vaticano Joaquín Navarro Valls dichiarò che nemmeno Fidel Castro era arrivato a tanto quando Wojtyla andò a Cuba.
Ratzinger scelse, invece, la linea morbida: parlò della famiglia in positivo, senza invettive contro il governo socialista. Lo stesso si è ripetuto lo scorso novembre, quando Benedetto XVI è tornato per la seconda volta in Spagna, per una visita lampo a Santiago de Compostela e a Barcellona, dove ha consacrato la basilica dedicata alla Sagrada Familia. Sul volo da Roma, rispondendo ai giornalisti, il Papa aveva notato come in Spagna si stesse manifestando «una laicità, un anticlericalismo, un secolarismo forte e aggressivo», auspicando invece l’incontro e non lo scontro tra fede e laicità. Anche durante questa seconda visita, però, i suoi discorsi sono stati prudenti, senza accenni polemici diretti contro il governo, al contrario di quanto avrebbero sperato i settori più oltranzisti.
Il Papa sa bene, infatti, che la secolarizzazione galoppante che caratterizza oggi la Spagna non è stata provocata da Zapatero e dalle sue leggi, che pure la Chiesa ha criticato e alle quali ha cercato di opporsi come poteva. Così come Ratzinger sa che l’uscita di scena di un primo ministro che ha riaperto le vecchie ferite della guerra civile e acutizzato lo scontro con le gerarchie non basterà a far riavvicinare alla fede gli spagnoli secolarizzati.
La terza visita papale ormai imminente avverrà dunque al crepuscolo politico di Zapatero, ormai alla vigilia delle dimissioni. E non è difficile prevedere che ancora una volta il Pontefice, incontrando centinaia di migliaia di giovani, sceglierà la via della proposta e non della polemica. Tanto più che ormai da qualche mese, da quando la preparazione per la Gmg è entrata nella sua fase operativa, i vescovi hanno riconosciuto che tutte le autorità, sia locali che nazionali, stanno lavorando bene perché l’evento riesca al meglio.

© Copyright La Stampa, 30 luglio 2011 consultabile online anche qui.

venerdì 29 luglio 2011

Secondo Philip Lawler il momento giusto per rispondere all'Irlanda è già passato

Clicca qui per leggere il commento segnalatoci da Alessia. Qui una traduzione sommaria.
Da segnalare anche i commenti dei lettori.

Gmg 2011. Nuova applicazione iPhone (Rome Reports)

Clicca qui per vedere il servizio in spagnolo. Qui in inglese.

L’addio al super-nuncio Sambi e le nomine “non italiane” in Vaticano (Rodari)

Su segnalazione di Eufemia leggiamo:

L’addio al super-nuncio Sambi e le nomine “non italiane” in Vaticano

di Paolo Rodari

Il “super-nuncio” Pietro Sambi, ambasciatore del Papa negli Stati Uniti dal 2006, è deceduto ieri per complicazioni post operatorie a Baltimora, appena pochi giorni prima del suo ritorno a Roma dove avrebbe dovuto ricoprire l’incarico di presidente della Prefettura per gli affari economici della Santa Sede, un incarico che prevede la berretta cardinalizia.
Inviato a Washington dal Papa un anno dopo la sua elezione al soglio di Pietro, ha rappresentato soprattutto nei primi tempi di Barack Obama alla Casa Bianca una voce dialogante rispetto al governo, sempre tesa ad ammorbidire le bordate che settimana dopo settimana una parte dell’episcopato statunitense regalava alla nuova Amministrazione colpevole di una linea sui temi della famiglia, della vita e della bioetica distante se non opposta alla dottrina della chiesa cattolica.
Sambi ha dialogato e ha limato le differenti posizioni, mostrando il meglio della scuola diplomatica nella quale si è formato in giovane età: la scuola che fu dei cardinali Agostino Casaroli e poi Achille Silvestrini che al tempo della Guerra fredda, gli anni della prima era wojtyliana, si è distinta per un’efficace ostpolitik nei confronti dei regimi comunisti.
Sulle nomine dei nuovi vescovi americani, invece, Sambi ha mantenuto soprattutto negli ultimi mesi una linea molto ratzingeriana: i nuovi presuli la cui elezione è stata appoggiata dal nunzio sono principalmente di linea conservatrice, quella linea chiamata oggi negli Stati Uniti della “ortodossia affermativa”.
Ne è un rappresentante valido il neo arcivescovo di Philadelphia, il pellerossa Charles Chaput. L’auspicio di Benedetto XVI è che anche il successore designato di Sambi a Washington, Carlo Maria Viganò, oggi segretario del governatorato della Città del Vaticano, sappia portare avanti la medesima linea dialogante con le istituzioni e insieme fedele quanto alle nomine.
Non è un caso che il Papa abbia scelto un italiano per Washington. In curia romana gli italiani che ricoprono incarichi importanti sono un numero considerevole. Oltre a Bertone e al sostituto Becciu in segreteria di stato, ci sono i prefetti Amato, Filoni e Piacenza. Ci sono il penitenziere Baldelli e il suo vice Girotti. Il presidente dell’Aif Nicora, il presidente degli Affari economici De Paolis e il bibliotecario Farina. Ci sono i capi dicastero Fisichella, Antonelli, Vegliò, Coccopalmerio, Ravasi e Celli. Il maestro delle cerimonie liturgiche papali Marini e il direttore della sala stampa Lombardi. Molti anche i segretari e i sottosegretari.
Un numero talmente rilevante da rappresentare un unicum nella storia della curia romana. Tanto che per le prossime tre nomine – il capo della biblioteca vaticana, il presidente del governatorato, il presidente degli Affari economici, il gran maestro dell’ordine del Santo Sepolcro di Gerusalemme – non potranno che essere scelte personalità non italiane, anche per non svilire la vocazione prettamente internazionale che la Santa Sede da sempre mantiene.

© Copyright Il Foglio, 29 luglio 2011 consultabile online anche qui, sul blog di Rodari.

Ceccarelli: il sorriso del Papa, specchio di un'anima (e di un tormento)

Clicca qui per leggere il commento segnalatoci dalla nostra Eufemia.

Il profilo del cardinale Angelo Scola nel commento di Filippo Di Giacomo

Clicca qui per leggere l'articolo segnalatoci da Eufemia.

Ricostruzione ragionata di John Allen a proposito delle vicende vaticane degli ultimi giorni. Il ricordo di Mons. Sambi

Clicca qui per leggere il commento segnalatoci da Mariateresa. Qui una traduzione sommaria.

Gmg 2011: il sindaco di Madrid invita i suoi concittadini ad "offrire al Papa una città giovane" (R.V.)

Gmg 2011: il sindaco di Madrid invita i suoi concittadini ad "offrire al Papa una città giovane"

Il sindaco di Madrid, Alberto Ruiz Gallardón, ha rivolto, per la terza volta nei suoi otto anni di permanenza nel municipio di Madrid, un appello a tutti i madrileni in occasione della prossima celebrazione della Giornata Mondiale della Gioventù, che si terrà nella capitale spagnola dal 16 al 21 agosto. In questa comunicazione ha invitato tutti i cittadini di Madrid a offrire al Papa e ai giovani di tutto il mondo “una città giovane, vicina e amica”. Ruíz Gallardón - riferisce l'agenzia Sir - ha spiegato che “Madrid vuole assumersi la propria responsabilità di officiare come ospite di questo evento dando il meglio di se stessa come segno di riconoscenza per la fiducia riposta nelle nostre capacità di essere un luogo genuino di incontro”.
Il sindaco ha anche espresso la speranza che “la presenza dei nostri ospiti costituisca un'esperienza piacevole e arricchente, per loro e per noi, cosicché, dopo questi giorni di festa, quando ritorneranno alle loro case, possano diffondere il nome di questa città come sinonimo di calore e ospitalità”. Dei partecipanti alla Gmg il sindaco ha detto: “La gioventù rappresenta sempre la garanzia di un nuovo inizio, che è ciò che porta ogni generazione ad affrontare le proprie sfide”. Perciò, ha invitato ad aprire “le nostre porte al Papa e ai giovani che si sono dati appuntamento qui”. Dopo la lettura dell’appello, il sindaco e parte della corporazione municipale hanno presieduto, insieme con il cardinale arcivescovo di Madrid, Antonio Maria Rouco Varela, alla consegna degli attestati ai volontari che hanno partecipato ai corsi di sicurezza e di emergenza, realizzati dalla Samur-Protezione civile nell’ultimo anno. Il sindaco ha manifestato il desiderio che Madrid sia “il migliore scenario per celebrare la Giornata Mondiale della Gioventù grazie alla professionalità e alla generosità dei volontari”. Dal canto suo, Ana Botella, vice sindaco e assessore all’Ambiente, ha ricordato che “Madrid è una città che accoglie più di 4.600 eventi pubblici all’anno, ma la Gmg supera di molto gli eventi che si celebrano nella nostra città”. “Niente – ha aggiunto – può sostituire la collaborazione dei cittadini, che è fondamentale affinché questo evento sia un successo”. La formazione dei volontari è iniziata a settembre 2010 e dei suoi corsi si sono avvalsi oltre 10.000 persone. (R.P.)

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Massimo Franco ricorda che gli abusi nella Chiesa si sono verificati nel passato e che l'atteggiamento della curia vaticana cozza con i coraggiosi passi avanti di Papa Benedetto. La necessità di combattere il comunismo spiega l'indulgenza dei governi occidentali verso i peccati del clero nei decenni scorsi

Clicca qui per leggere il commento segnalatoci da Mariateresa. Qui una traduzione sommaria.
Quindi e' il momento storico che concede l'immunita'? E' la presenza di un Papa piuttosto che di n altro? Ma guarda...
Mariateresa ha ragione: l'articolo ha alcuni spunti molto interessanti.

60° di sacerdozio, domani una delegazione di Traunstein consegnerà al Papa l'onorificenza dell'anello d'oro

Clicca qui per leggere la bella notizia segnalataci da Sonny. Qui una traduzione sommaria.

Domani Traunstein rende omaggio ai sessant'anni di sacerdozio del Papa con un concerto a Castelgandolfo

Su segnalazione di Roberto leggiamo:

Un concerto per il Papa

In occasione del 60.mo dell’Ordinazione Sacerdotale di Benedetto XVI, una delegazione di Traunstein, località della Baviera meridionale dove il Papa ha celebrato la Prima Messa l’8 luglio 1951, gli rende omaggio conferendogli un’onorificenza e dedicandogli un concerto nel Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo (ore 18.00). (Vatican Insider)

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La Chiesa celebra Santa Marta, esempio di ospitalità. Benedetto XVI: la vita attiva non tolga spazio alla Parola di Dio

La Chiesa ricorda oggi la memoria di Santa Marta. Sorella di Lazzaro e Maria, è descritta dal martirologio romano come colei che accolse nella sua casa Gesù di passaggio a Betania, un villaggio nei pressi di Gerusalemme. Nei Vangeli la sua figura emerge anche per la sua forte professione di fede alla morte del fratello, ma l’icona alla quale la si associa più frequentemente è quella di una donna indaffarata, contrapposta a chi sceglie di fermarsi ad ascoltare e meditare la Parola di Dio. Il servizio di Tiziana Campisi:

L’esempio che Santa Marta ha lasciato alla Chiesa è quello del servizio solerte, di una dedizione accurata per tutto ciò che serve per accogliere Gesù. La sua encomiabile laboriosità rischia però di farle trascurare la sua vita interiore. Per questo, quando, intenta ad offrire al Maestro un confortevole ristoro nella sua casa, Marta chiede a Gesù di esortare la sorella Maria ad aiutarla, riceve invece un amorevole richiamo, come ha ricordato Benedetto XVI all’Angelus del 18 luglio dello scorso anno:

"'Marta, Marta – e questo nome ripetuto esprime l’affetto –, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta'. La parola di Cristo è chiarissima: nessun disprezzo per la vita attiva, né tanto meno per la generosa ospitalità; ma un richiamo netto al fatto che l’unica cosa veramente necessaria è un’altra: ascoltare la Parola del Signore; e il Signore in quel momento è lì, presente nella Persona di Gesù! Tutto il resto passerà e ci sarà tolto, ma la Parola di Dio è eterna e dà senso al nostro agire quotidiano".

La riflessione del Papa ha inoltre specificato cosa deve caratterizzare l’operato del cristiano, che deve essere animato dall'amore:

“… la persona umana deve sì lavorare, impegnarsi nelle occupazioni domestiche e professionali, ma ha bisogno prima di tutto di Dio, che è luce interiore di Amore e di Verità. Senza amore, anche le attività più importanti perdono di valore, e non danno gioia. Senza un significato profondo, tutto il nostro fare si riduce ad attivismo sterile e disordinato. E chi ci dà l’Amore e la Verità, se non Gesù Cristo? Impariamo dunque, fratelli, ad aiutarci gli uni gli altri, a collaborare, ma prima ancora a scegliere insieme la parte migliore, che è e sarà sempre il nostro bene più grande”.

Ma se dalla solerzia di Marta apprendiamo a non disperderci in miriadi di faccende che ci fanno trascurare l’amore, dalla sua professione di fede alla morte del fratello Lazzaro, impariamo che, solo abbandonando le nostre umane certezze, la vita in Dio fa sperimentare prodigi che non credevamo possibili.

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Gmg 2011, la “fiesta” della fede (Galeazzi)

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La Gmg nel cammino di un giovane sacerdote. A colloquio con monsignor Miguel Delgado Galindo, sottosegretario del Pontificio Consiglio per i Laici (Biccini)

A colloquio con monsignor Miguel Delgado Galindo, sottosegretario del Pontificio Consiglio per i Laici

La Gmg nel cammino di un giovane sacerdote

di Gianluca Biccini

Quando nell'agosto del 1989 si trovava immerso nella marea dei giovani che scandivano ritmicamente il loro amore per Giovanni Paolo II durante la Gmg a Santiago de Compostela, l'allora ventiseienne Miguel Delgado Galindo -- avviato verso una brillante carriera forense -- mai avrebbe immaginato che un giorno sarebbe stato dall'altra parte del palcoscenico, tra gli officiali del Pontificio Consiglio per i Laici, nelle vesti di sottosegretario. A tale incarico Benedetto XVI ha chiamato lo scorso 18 giugno questo sacerdote catalano che era già capo ufficio del dicastero, con l'incarico di responsabile della sezione associazioni-movimenti. In questa intervista ci parla del suo nuovo ruolo.

Come ha accolto la nomina di Benedetto XVI a soli due mesi dall'inizio della Gmg di Madrid?

È stato senz'altro un normale avvicendamento in questo incarico, dovuto al fatto che il professor Guzmán M. Carriquiry a maggio è stato nominato segretario della Pontificia Commissione per l'America Latina. È solo una felice coincidenza che la mia nomina coincida con lo svolgimento, ormai prossimo, della Gmg di Madrid. Quando ho saputo dell'incarico che il Santo Padre mi ha voluto affidare ho provato un profondo senso di gratitudine per la fiducia nei miei confronti, che spero davvero di meritare, come pure una sentita riconoscenza verso i miei superiori del Pontificio Consiglio per i Laici. Adesso, uno dei giovani della Giornata mondiale di Santiago di Compostela andrà a Madrid per partecipare alla seconda Gmg in Spagna, ma questa volta in una veste che non avrebbe mai potuto immaginare ventidue anni fa, quando si incontrò sul Monte del Gozo con Giovanni Paolo II e migliaia di ragazzi e ragazze di tutto il mondo.

Lei ha citato il professor Carriquiry, che è stato sottosegretario per vent'anni dal 1991 al 2011. Si potrebbe obiettare che con la sua nomina proprio un dicastero così specifico come il vostro Pontificio Consiglio finisca per non avere più un laico ai vertici...

Vorrei innanzitutto manifestare riconoscenza al mio predecessore, dal quale ho imparato tanto nei dodici anni in cui ho lavorato accanto a lui. Egli ha svolto il suo servizio al dicastero per ben quaranta anni, ricoprendo diversi incarichi. Per quanto riguarda l'obiezione che mi pone, c'è da dire che il nostro Pontificio Consiglio è uno strumento al servizio del Papa all'interno della Curia Romana per la promozione dell'apostolato dei fedeli laici; proprio per questo si chiama per i laici. Dunque, ciò che conta non è «essere laico» o «essere chierico» -- tra l'altro la stragrande maggioranza degli officiali sono laici e alcuni di loro hanno funzioni direttive -- ma saper riconoscere la vocazione che è propria dei fedeli laici, per valorizzare il loro ruolo nella Chiesa. Essi sono chiamati a cercare la santità nel mondo e a santificare le realtà temporali laddove si trovano in ogni momento della loro esistenza: nello studio, nella professione, in famiglia, eccetera; come pure a intraprendere iniziative di evangelizzazione nei diversi ambienti in cui vivono.

Un giovane della Gmg compostelana che ha ora un incarico di responsabilità per l'organizzazione del raduno di Madrid. Qual è stato e quale sarà il suo ruolo?

Sarà quello di coadiuvare i miei superiori -- il cardinale presidente Stanisław Ryłko e il vescovo segretario Josef Clemens -- nelle diverse aree di competenza che sono loro attribuite. Mi aiuterà l'esperienza sin qui acquisita: ad esempio, il fatto che io abbia una conoscenza diretta della Gmg mi permetterà di trattare questo tema con più competenza.

In proposito c'è anche chi ritiene che in questi raduni i giovani vengano usati solo come massa, folla anonima che fa da contorno allo spettacolo...

Chi conosce la Gmg sa bene che è una stupenda occasione per l'evangelizzazione dei giovani, un modo meraviglioso per un incontro personale con Gesù alla presenza del Papa. Per cui, il vero protagonista è Cristo, non lo spettacolo né la moltitudine di giovani. Non si può considerarla una «Woodstock cattolica», un festival multi-culturale di ragazzi cattolici che non lascia alcuna traccia quando si spegne l'ultima luce del palcoscenico. Essa è l'evento ecclesiale con la più alta partecipazione: a Manila, nel 1995, vi hanno preso parte ben cinque milioni di giovani; a Roma, durante il giubileo dell'anno 2000, due milioni. Tuttavia, pur essendo un avvenimento che mette in movimento le folle, ogni singolo giovane che vi partecipa ne rimane profondamente segnato. La Gmg -- se vissuta come possibilità di incontro con Cristo -- può trasformare la vita di chi vi prende parte. Certo, richiede un lungo itinerario di preparazione, che inizia con il messaggio che il Papa scrive ogni anno ai giovani in occasione delle Giornate celebrate nelle singole diocesi la Domenica delle Palme. Sono molte le parrocchie, le associazioni, i movimenti ecclesiali, i gruppi giovanili che organizzano momenti di studio e di approfondimento di questo messaggio del Pontefice. Ma i frutti più preziosi sono di natura personale tra Dio e i ragazzi, ed è logico che sia così.

Qualche esempio?

Si conoscono molte bellissime testimonianze di giovani che si sono riavvicinati al sacramento della Penitenza dopo parecchi anni, cominciando un cammino di conversione e di cambiamento di vita; o di chi ha scoperto che «la Chiesa è viva, ed è giovane» -- come ha affermato Benedetto XVI il giorno dell'inizio del suo ministero petrino -- e ha così rafforzato la propria fede; o, ancora, di altri che proprio durante i giorni della Gmg hanno compreso quale fosse la propria vocazione: laicale, nel celibato o nel matrimonio, o una chiamata del Signore al sacerdozio o alla vita consacrata. Alla luce di questi frutti apostolici e di evangelizzazione, non si può negare che questo grande avvenimento ecclesiale ha dato un nuovo slancio alla pastorale giovanile nella Chiesa. Esso è diventato una grande catechesi e i vescovi di tutto il mondo che vengono in visita al Pontificio Consiglio per i Laici ne parlano.

Il dicastero non si occupa solo di Gmg. Qual è attualmente lo stato di salute del laicato cattolico?

I fedeli laici sono la stragrande maggioranza della Chiesa e per questo motivo meritano un'attenzione del tutto particolare da parte dei pastori. Rimane sempre una grande sfida la riscoperta e la valorizzazione della loro vocazione, radicata nei sacramenti dell'iniziazione cristiana. Essa inoltre deve esser sempre sostenuta da un'adeguata formazione che li renda consapevoli della loro chiamata a evangelizzare, cioè a portare Cristo agli altri.

Lei è stato avvocato e ha lavorato nella pubblica amministrazione. Quanto contano queste esperienze nel suo attuale ministero?

La formazione che ho ricevuto all'università civile e le esperienze occupazionali che ho avuto in passato mi aiutano nel disbrigo dei temi che affronto quotidianamente. Sono sacerdote ormai da quasi quindici anni e ciò che più mi risulta utile di quell'esperienza è proprio l'aver conseguito una mentalità laicale, poiché mi facilita una comprensione più completa dell'identità dei laici nella Chiesa e mi consente di avere un atteggiamento di riguardo nei loro confronti.

Quale contributo può dare al governo della Chiesa universale un sacerdote dalla prelatura dell'Opus Dei?

Chi ne fa parte -- sia laico, sia sacerdote -- considera il proprio lavoro un'occasione per servire gli altri, un suo contributo al bene comune della società. San Josemaría amava molto il verbo «servire»: egli si riteneva servitore di tutte le anime. Diceva che l'unica aspirazione dell'Opus Dei è quella di servire la Chiesa come essa vuole essere servita. Con questi sentimenti, e affidandomi all'intercessione del nostro fondatore, svolgo il mio ministero.

Per diversi anni lei ha avuto la responsabilità della sezione associazioni-movimenti. Oggi il dicastero per i Laici ne riconosce oltre 150. Qual è la loro importanza nella Chiesa oggi?

Il fenomeno dell'associarsi dei fedeli laici, finalizzato alla promozione di iniziative di apostolato, di carità e di formazione cristiana è uno dei frutti maturi del Vaticano II. Sono numerose le realtà aggregative sorte -- e che continuano a germogliare tuttora -- sulla scia degli insegnamenti conciliari. Esse costituiscono luoghi propizi per la formazione religiosa dei fedeli laici e si prefiggono di alimentare in tutti i propri membri la consapevolezza della responsabilità di dare testimonianza di Cristo negli ambienti in cui vivono.

Come vede i giovani di oggi rispetto a quelli della sua generazione?

Negli anni Ottanta del secolo scorso ancora si sentiva molto l'influsso dell'ideologia marxista nella cultura e nella mentalità giovanile europea. Successivamente, sono subentrati atteggiamenti più pragmatici -- radicati nel relativismo morale e nel nichilismo -- che constatiamo tuttora. Tanto che oggi si percepisce nel mondo giovanile un certo senso di incertezza nell'avvenire, pensiamo ad esempio ai problemi legati all'occupazione.

Si parla tanto di generazione senza valori. È proprio così?

Mi sembra un'espressione esagerata. Non potrebbero aver detto la stessa cosa gli adulti di ogni epoca riferendosi alle nuove generazioni? Credo che i giovani meritino la fiducia dei grandi e che al contempo abbiano bisogno di buoni educatori. Ed è proprio ciò che fece il beato Giovanni Paolo II: stabilire con loro uno straordinario rapporto di amicizia. Egli era un amico fedele dei giovani, ma anche un amico esigente. Non fece loro mai sconti nelle cose di Dio. Egli li convocava e li andava a cercare dappertutto per parlare con loro. Oggi questo dialogo continua felicemente con Benedetto XVI.

(©L'Osservatore Romano 30 luglio 2011)