giovedì 31 marzo 2011

I vescovi della Costa d'Avorio ringraziano il Papa per l'appello. Il vicario apostolico di Tripoli: i raid uccidono i civili (Izzo)

PAPA: VESCOVI COSTA D'AVORIO LO RINGRAZIANO PER APPELLO

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 30 mar.

"Siamo felici per le parole del Santo Padre e lo ringraziamo per questo appello. Speriamo che la sua voce sia ascoltata".
Lo dice all'agenzia vaticana Fides l'arcivescovo di Abidjan, mons. Jean-Pierre Kutwa, che ha voluto esprimere la gratitudine di tutto l'episcopato della Costa d'Avorio.
Mons. Kutwa ribadisce inoltre che la "situazione umanitaria e' fuori controllo, vi sono migliaia e migliaia di sfollati provocati dai combattimenti". In Costa d'Avorio, rileva Fides "secondo Amnesty International, almeno 10.000 persone hanno cercato rifugio in questi giorni nella locale missione cattolica. La missione aveva gia' accolto oltre 5.000 profughi".

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LIBIA: VICARIO TRIPOLI, RAID UCCIDONO I CIVILI

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 30 mar.

"Le bombe umanitarie fanno vittime tra i civili". Lo denuncia monsignor Giovanni Innocenzo Martinelli, vicario apostolico di Tripoli, per il quale "se si vuole veramente una soluzione diplomatica alla crisi libica occorre necessariamente passare attraverso l'Unione Africana". L'assenza dell'Ua "alla Conferenza di Londra mi ha quindi deluso", dice all'agenzia vaticana Fides.
Secondo mons. Martinelli, da parte della coalizione dei volenterosi, purtroppo "si vuole continuare con la guerra". "Ora - osserva il vescovo francescano - i ribelli sono alle porte di Sirte, ma passare Sirte non sara' affatto facile. Armare una parte della popolazione libica contro l?altra non mi sembra una soluzione morale".
"Quanto all'azione della coalizione - avverte - non mi si venga a dire che si bombarda per difendere la popolazione civile. Per quanto siano precisi i bombardamenti contro gli obiettivi militari, certamente coinvolgono anche gli edifici civili circostanti".
"So di almeno due ospedali - continua - che hanno subito danni indiretti causati dai bombardamenti. Sono andate distrutte porte e finestre ed i pazienti sono sotto shock". Per il presule, e' bene "che si sappia" quanta sofferenza viene inflitta alla popolazione con "le azioni militari che stanno causando vittime tra quei civili che si vorrebbe proteggere con queste operazioni militari". "Lo ripeto: se si vuole una soluzione pacifica occorre coinvolgere l'Unione Africana, la Lega Araba e alcuni organi locali.
Ma mi sembra che prevalgano altre logiche", insiste il vicario apostolico di Tripoli. "Per quanto riguarda i richiedenti asilo, eritrei ed etiopici, la maggior parte - conclude - sono stati trasferiti in Tunisia.
Altri hanno raggiunto Malta e Lampedusa. Qui a Tripoli ne sono rimasti circa il 25 per cento. E con loro ci sono comunque altri migranti africani, soprattutto congolesi e ciadiani".

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