venerdì 30 settembre 2011

Il Papa ai vescovi europei: cercare strade nuove di evangelizzazione con audacia missionaria (Radio Vaticana)

Il Papa ai vescovi europei: cercare strade nuove di evangelizzazione con audacia missionaria

I vescovi europei cerchino “con audacia missionaria strade nuove di evangelizzazione specialmente al servizio delle nuove generazioni”. E’ l’esortazione di Benedetto XVI contenuta in un messaggio a firma del cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone inviato al cardinale Péter Erdő, presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa (Ccee), in occasione dell’apertura ieri pomeriggio a Tirana della plenaria dell’organismo. Il Papa incoraggia a proseguire l’opera del Ccee “preziosa struttura di collegamento tra episcopati europei che da quarant’anni promuove una proficua collaborazione in attività pastorali ed ecumeniche”. Al centro dell’incontro il tema della nuova evangelizzazione, nella prospettiva del Sinodo convocato dal Papa nell’ottobre 2012 su quest’argomento. Ad aprire i lavori, la prolusione del cardinale Péter Erdő, arcivescovo di Budapest e presidente del Ccee. Sergio Centofanti ha chiesto al porporato di parlarci del tema della plenaria:

R. – Qui in Albania, naturalmente, non possiamo parlare di quest’argomento senza provare una commozione profonda per la memoria dei martiri, per quel triste esperimento fatto all’epoca comunista di imporre l’ateismo come "religione" di Stato, togliendo la libertà a qualsiasi confessione religiosa. Ricordiamo i martiri di questa terra che costituiscono, attraverso la loro testimonianza, una fonte di forza per l’Europa di oggi e anche per tutti noi che lavoriamo nei singoli Paesi.

D. – Quale messaggio intendete lanciare da Tirana per la nuova evangelizzazione?

R. – Per noi, qui in Europa, la nuova evangelizzazione significa la diffusione e la riscoperta della Buona Novella di Gesù Cristo nelle circostanze di diverse società che hanno nelle radici della loro cultura il cristianesimo, ma che si sono allontanate, in grande misura, dalla fede cristiana: ci sono quindi delle “masse” in Europa che non hanno avuto mai un vivo contatto concreto con la fede cristiana. Per cui rievangelizzazione da una parte, rinnovamento dell’identità cristiana dall’altra e soprattutto ricerca del linguaggio per trasmettere meglio questo buon messaggio che la Provvidenza ci ha affidato. Sicuramente l’uomo europeo è cambiato; le circostanze antropologiche sono nuove; la gente è molto aperta alla comunicazione attraverso le immagini, attraverso gli effetti audiovisivi, attraverso impressioni e sensazioni momentanee, ma è anche molto aperta al movimento: pensiamo ai pellegrinaggi, al turismo. La parola pronunciata e scritta, il ragionamento logico, a volte, crea difficoltà in molti nostri contemporanei: quindi se da una parte dobbiamo imparare tutti questi nuovi linguaggi della comunicazione, d’altra parte dobbiamo conservare anche quei linguaggi che sono, forse, meno di moda. Non possiamo rinunciare alla Bibbia, non possiamo rinunciare all’estensione testuale della nostra fede, non possiamo neanche rinunciare ad un ragionamento logico, ad una argomentazione. Dobbiamo sempre tener presente l’uomo nella sua totalità e per questo abbiamo provato, negli anni precedenti e in diversi Paesi e in diverse città del continente, nuove forme di missione - missioni parrocchiali, missioni cittadine – e nuove forme di dialogo col mondo della cultura, col mondo anche del lavoro. Speriamo molto di poter rinforzare, di poter far crescere questo nostro lavoro attraverso questo impegno continentale ed universale.(mg)

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1 commento:

Anonimo ha detto...

Mons. Imkamp: "Temo che sarà necessario spiegare di nuovo agli opinion leaders del cattolicesimo in Germania le magistrali lezioni che ci ha dato il Santo Padre".
http://www.kath.net/detail.php?id=33328

Alberto