domenica 17 aprile 2011

Bagno di folla per il Papa: Insieme con le nostre capacità non è cresciuto soltanto il bene (Ansa)

BAGNO DI FOLLA PER IL PAPA: "LA SCIENZA NON CI SALVA"

CITTÀ DEL VATICANO

Oltre quarantamila persone sono in piazza San Pietro per la messa delle Palme che apre i riti della Settimana santa celebrati dal Papa. Una processione di oltre mezz'ora di cardinali, vescovi, sacerdoti e fedeli con in mano rami d'ulivo ha accompagnato il Papa che, sulla papamobile, vestito di paramenti rosso-dorati, ha ora raggiunto l'altare.

La processione ricorda l'ingresso in Gerusalemme di Gesù acclamato dalla folla. Benedetto XVI celebrerà con il vicario di Roma card. Agostino Vallini e con il presidente e il segretario del Pontificio consiglio per i laici, card. Stanislaw Rylko e mons. Josef Clemens. Per la Chiesa, infatti, oggi è anche il giorno in cui le diocesi di tutto il mondo celebrano la Giornata mondiale della gioventù, che quest'anno si svolgerà anche a livello planetario a Madrid il prossimo agosto.

"LA TECNOLOGIA NON CI SALVA"

L'uomo desidera raggiungere le altezze di Dio, "essere come Dio". L'umanità, riflette il Papa, ha realizzato tante cose: "siamo in grado di volare. Possiamo vederci, ascoltarci e parlarci da un capo all'altro del mondo. E tuttavia, la forza di gravità che ci tira in basso è potente. Insieme con le nostre capacità non è cresciuto soltanto il bene. Anche le possibilità del male sono aumentate e si pongono come tempeste minacciose sopra la storia". E non sempre le "grandi conquiste della tecnica ci rendono liberi e sono elementi del progresso dell'umanità". Anche i nostri limiti sono rimasti: basti pensare alle catastrofi che in questi mesi hanno afflitto e continuano ad affliggere l'umanità". Questa la riflessione che Benedetto XVI ha proposto a oltre 40 mila fedeli radunati in piazza San Pietro per la messa cosiddetta delle Palme, che ricorda l'ingresso in Gerusalemme di Gesù, acclamato dal popolo, e apre i riti della Settimana santa della chiesa cattolica. Il rito solenne si è aperto con la processione di cardinali, vescovi, sacerdoti e fedeli con in mano ramoscelli d'ulivo, mentre Benedetto XVI ha fatto il suo ingresso in piazza a bordo della papamobile, avvolto in paramenti rosso-dorati, benedicendo la folla.

Il Papa celebra la messa delle Palme con il vicario di Roma Agostino Vallini, con il presidente e il segretario del Pontificio consiglio dei laici, card. Stanislaw Rylko e mons. Josef Clemens, e con l'ausiliare di Roma per il settore sud, mons. Schiavon. La processione iniziale di cardinali, vescovi, sacerdoti e fedeli e del Papa in papamobile è durata quasi mezz'ora. I rami d'ulivo portati in mano dalla gente in processione erano offerti dalle Ville Pontificie di Castel Gandolfo mentre, come è tradizione, alla decorazione floreale della piazza hanno concorso in vari modi la Liguria, la Puglia, Faenza.
Nell'ampia omelia il Pontefice ha sviluppato l'idea dell'uomo come "punto di intersezione tra due campi di gravitazione", la forza di gravità che tira in basso, verso l'egoismo, la menzogna e il male" e la "forza di gravità dell'amore di Dio" che attira verso l'alto. Il "cuore", ha spiegato, che è "quel centro dell'uomo in cui si uniscono l'intelletto, la volontà e il sentimento, il corpo e l'anima", "deve essere elevato" ma "noi siamo troppo deboli per sollevare da soli il nostro cuore fino all'altezza di Dio" e "la superbia di poterlo fare ci tira verso il basso e ci allontana da Dio". Per salire invece servono "mani innocenti, cuore puro, rifiuto della menzogna e ricerca del volto di Dio". Dai platonici del terzo e quarto secolo passando per Sant'Agostino, ha ricordato papa Ratzinger, la "questione di come l'uomo possa arrivare in alto, diventare totalmente se stesso e veramente simile a Dio, ha sempre impegnato l'umanità". Con Agostino il Papa risponde che da solo l'uomo non ce la fa, è Gesù che conduce l'umanità "in pellegrinaggio con il Signore, verso l'alto".

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