lunedì 18 aprile 2011

I delusi hanno parlato. Il Vaticano risponde (Magister)

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7 commenti:

Andrea ha detto...

I monsignori Marchetto e I.Biffi sarebbero "il Vaticano" che "risponde"?
E' come dire che il ragazzino (Gherardini, de Mattei) tira un sasso, l' "adulto" (il "Vaticano") gli risponde con una cannonata.

Purtroppo si conferma che l' "Osservatore" è in mano a una precisa fazione, quella "politicamente corretta".

Ben altra cosa sarebbe un monito ufficiale da parte della Congregazione per la Dottrina della Fede.

Anonimo ha detto...

Il partito Bertone-Vian non è il Vaticano e l'Osservatore romano non è Magistero, infatti, ultimamente si occupa anche di Homer Simpson.

Chiunque avesse letto le digressioni del Card. Giacomo Biffi non si stupisca delle posizioni dell'amico Inos Biffi. Entrambi i Biffi è da anni che ripetono il mantra degli abusi post-conciliari che non dipendono dal Concilio. Niente di nuovo sotto il sole. E' così difficile provare a entrare nel merito delle difficoltà sollevate da Gherardini? O è molto più facile bollarle come espressione ideologica?

Andrea ha detto...

Per l'Anonimo: la mia personale valutazione delle tesi di mons. Gherardini, malgrado una simpatia umana, non è positiva. Ma l'evidenza dell' "occupazione" dei media di Chiesa (vedi anche "errori" di YouCat) da parte degli "illuminati" è clamorosa.

Anonimo ha detto...

Notate che astio, fin nel titolo: i delusi hanno parlato, il Vaticano risponde.

Anonimo ha detto...

Che bello !
Cosi si fa !

Anonimo ha detto...

Sono ormai trascorsi circa 50 anni dal Concilio Vaticano II e, in onestà di giudizio, mi sembra "un po' vecchio", nel senso che era incardinato in una realtà culturale e socio economica ora ampiamente superata dai cambiamenti epocali, nelle forme, nei costumi, nelle abitudini, nelle sensibilità, nelle tendenze, nelle aspettative della gente.
Che le presunte "degenerazioni" di varia natura, intervenute in questo mezzo secolo, siano tutte il risultato delle deliberazioni conciliari è insensato crederlo.
Piuttosto, a mio avviso, quello che è avvenuto, con tutte le implicazioni conseguenti, è stato il passaggio da un cattolicesimo fortemente centralista e ipergerarchico ad una Chiesa "moderna" dove parecchi chierici fanno come vogliono, cioè di testa loro, senza preoccuparsi del famoso e poco osservato "voto di obbedienza", il quale voto è rimasto un dettaglio puramente formale, che ognuno interpreta come meglio gli aggrada, in teologia, in dottrina, in liturgia, nella cultura ad ampio spettro. Forse questo fu il vero limite del Concilio: aver prodotto, almeno in parte involontariamente, una sorta di anarchia di comportamenti e di idee, dove si accettava, in nome della piena libertà individuale, ogni sorta stravaganza e talvolta di devianza.
Credo che serva un Concilio Vaticano III, che rinnovi il volto della Chiesa avvicinandolo alle sensibilità dei fedeli, ma, al contempo, che mantenga salde e rigorose le basi teologiche, dottrinali, liturgiche della fede.
Cherokee

Andrea ha detto...

Si trattò, caro Cherokee, dell'introduzione nell'ambiente di Chiesa (essenzialmente Clero e Religiosi, marginalmente i laici) di una mentalità "occidentale".
Si diede per scontato che l'umanità (concetto pericolosissimo in sé) fosse giunta allo "stadio definitivo", quello democratico, basato sulla discussione e sulla rappresentanza.
Basta osservare come ciò confligga con la struttura del REGNO di Dio, e anche con il ruolo del Papa come Vicario di Cristo.
Parallelamente, si diede credito al post-marxismo, e si evitò la condanna esplicita del Comunismo.