giovedì 14 aprile 2011

Il Gesù reale di Papa Ratzinger è risorto e presente (La Sicilia)

Oggi il segretario generale della Cei, Crociata, presenta a Catania il volume del Papa

Il Gesù reale di Ratzinger è risorto e presente

Antonio Fallico

Il libro che il segretario della Cei, mons. Mariano Crociata, presenterà questa sera a Catania alle 20,30 nella Tenda di Ulisse ad Ognina, è da ritenersi un dono, un vero dono offerto dal Santo Padre Benedetto XVI al mondo contemporaneo.
Il "Papa teologo" (come tutti ormai chiamano oggi Papa Ratzinger) con la pubblicazione di questo suo secondo volume su Gesù di Nazareth, ha voluto dare un vero e proprio colpo d'ala alla sua Chiesa in un momento in cui si va respirando nel mondo una profonda crisi di fede, di valori, di speranze e di ideali.
Non si tratta di una "nuova vita" di Gesù, né di una "nuova cristologia", ma piuttosto del progetto, in verità molto riuscito, di presentare in versione sempre più attuale la "figura" e il "messaggio" di Cristo, soprattutto ai credenti - ma anche ai non credenti - in un tempo in cui la cultura rischia di ritornare sempre più pericolosamente pagana.
Ciò si evince a partire dalla premessa espressa nel primo volume con l'affermazione perentoria ma espressiva e convincente "Io ho fiducia nei Vangeli", che poi si evidenzia chiaramente subito dopo: "Ho voluto fare il tentativo di presentare il Gesù dei Vangeli come il Gesù reale, come il Gesù storico in senso vero e proprio. Io sono convinto e spero che se ne possa rendere conto anche il lettore che questa figura è molto più logica e dal punto di vista storico anche più comprensibile delle ricostruzioni con le quali ci siamo dovuti confrontare negli ultimi decenni ".
Il tema dell'opera del Papa è centrato sulla risurrezione presentata come elemento fondamentale e fondante, anzi come "punto decisivo" per la fede dei cristiani, come l'evento che ha cambiato la storia e rende sempre attuale e indispensabile la figura di Cristo. Infatti: "Se Gesù sia soltanto esistito nel passato o invece esista nel presente, ciò dipende dalla risurrezione".
La risurrezione pertanto "è l'evasione verso un genere di vita totalmente nuovo, verso una vita non più soggetta alla legge del morire e del divenire, ma porta al di là di ciò, una vita che ha inaugurato una nuova dimensione dell'essere uomini."
Leggendo le pagine scritte non solo dall'uomo credente che è il Vicario di Cristo, ma anche e soprattutto dall'uomo dal cuore innamorato di Gesù di Nazareth che è Joseph Ratzinger, si resta avvinti e affascinati. Il libro, per un certo verso, trasuda di questo grande amore di Benedetto XVI per il Signore Gesù.
Si tratta di un testo, che più degli altri testi, rivela esplicitamente la vera carta di identità dell'Autore: una identità che oscilla e media progressivamente tra il rigoroso teologo professionista e l'Uomo di Dio mistico e contemplativo. Il lettore avverte subito di confermarsi sempre più nel suo bisogno di credere in Dio, ma soprattutto sente forte la necessità di fare di Gesù di Nazareth il compagno di cammino del proprio essere e del proprio operare, ossia la Via, la Verità e la Vita della sua stessa vita. Chi legge ha la netta sensazione di essere come avvolto e sollevato da quel "colpo d'ala" che il Papa ha pensato di dare all'intera umanità con la pubblicazione di questo splendido volume.
La finale del libro - che descrive il momento dell'Ascensione di Cristo in cielo - è di una bellezza unica, tale da rivelare la grandezza spirituale e la ricchezza culturale di Colui che il Signore ha scelto per guidare la sua Chiesa oggi: "Benedicendo se ne va e nella benedizione Egli rimane. Le sue mani restano stese su questo mondo. Le mani benedicenti di Cristo sono come un tetto che ci protegge. Ma sono al contempo un gesto di apertura che squarcia il mondo affinché il Cielo penetri in esso e possa diventarvi una presenza. Nel gesto delle mani benedicenti si esprime il rapporto duraturo di Gesù con i suoi discepoli con il mondo. Nell'andare egli viene per sollevarci al di sopra di noi stessi e aprire il mondo a Dio... Nella fede sappiamo che Gesù, benedicendo, tiene le sue mani stese su di noi. È questa la ragione fondamentale della gioia cristiana".

© Copyright La Sicilia, 13 aprile 2011

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