domenica 24 aprile 2011

Il Papa accende il cero e battezza sei catecumeni in San Pietro. Nell'omelia: non siamo il prodotto casuale dell'evoluzione (Izzo)

PAPA: ACCENDE CERO E BATTEZZA 6 CATECUMENI IN SAN PIETRO

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 23 apr.

La Basilica di San Pietro, fino ad allora completamente buia, e' stata gradualmente illuminata questa sera dalle torce di cera che ognuno dei 5000 fedeli aveva ricevuto all'ingresso, accese una alla volta, fila per fila, dall'unica fiammella del grande cero pasquale - donato dalla Comunita' Neocatecumenale di Roma - che Papa Ratzinger aveva preparato, prima incidendo una croce, l'alfa e l'omega e le cifre dell'anno corrente, poi inserendo nella cera cinque grani di incenso a ricordare le piaghe di Gesu', e quindi acceso. E' iniziata cosi' la celebrazione della solenne Veglia Pasquale, considerata dalla Chiesa la madre di tutte le veglie perche' ci e' annunciata la Risurrezione di Cristo. Dopo la benedizione del fuoco e la preparazione del cero pasquale, Benedetto XVI ha fatto ingresso nella Basilica per ascoltare il solenne annuncio della Risurrezione fatto da un diacono che ha intonato l'exultet: "gioisca il coro degli angeli, gioisca la Chiesa e tutta la terra". Subito dopo e' iniziato il rito del battesimo che il Papa conferisce a sei catecumeni, provenienti da Svizzera, Albania, Russia, Peru', Singapore e Cina.
Alla veglia pasquale hanno partecipato anche il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta, il sindaco di Roma, Gianni Alemanno e la deputata dell'Udc Paola Binetti.
"Due grandi segni - ha detto il Pontefice all'omelia - caratterizzano la celebrazione liturgica della Veglia Pasquale. C'e' innanzitutto il fuoco che diventa luce. La luce del cero pasquale, che nella processione attraverso la chiesa avvolta nel buio della notte diventa un'onda di luci, ci parla di Cristo quale vera stella del mattino, che non tramonta in eterno, del Risorto nel quale la luce ha vinto le tenebre. Il secondo segno e' l'acqua. Essa richiama, da una parte, le acque del Mar Rosso, lo sprofondamento e la morte, il mistero della Croce. Poi pero' ci si presenta come acqua sorgiva, come elemento che da' vita nella siccita'. Diventa cosi' l'immagine del Sacramento del Battesimo, che ci rende partecipi della morte e risurrezione di Gesu' Cristo".

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PAPA: NON SIAMO IL PRODOTTO CASUALE DELL'EVOLUZIONE

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 23 apr.

"Se l'uomo fosse soltanto un prodotto casuale dell'evoluzione in qualche posto al margine dell'universo, allora la sua vita sarebbe priva di senso o addirittura un disturbo della natura". Benedetto XVI ha voluto riaffermarlo questa sera nel corso della solenne veglia pasquale da lui presieduta in San Pietro, soffermandosi sul racconto della creazione proposto dalla liturgia. Si tratta, ha spiegato, di "una profezia" e non certamente di "un'informazione sullo svolgimento esteriore del divenire del cosmo e
dell'uomo". I Padri della Chiesa che "ne erano ben consapevoli", infatti, "non intesero tale racconto come narrazione sullo svolgimento delle origini delle cose, bensi' quale rimando all'essenziale, al vero principio e al fine del nostro essere".
Per il Papa teologo "e' veramente importante nella veglia pasquale parlare anche della creazione", e ometterne il racconto "significherebbe fraintendere la stessa storia di
Dio con gli uomini, sminuirla, non vedere piu' il suo vero ordine di grandezza. Il raggio della
storia che Dio ha fondato giunge fino alle origini, fino alla creazione".
"La nostra professione di fede - ha ricordato Ratzinger - inizia con le parole: 'Credo in Dio, Padre onnipotente, Creatore del cielo e della terra'" e "se omettiamo questo primo articolo del Credo, l'intera storia della salvezza diventa troppo ristretta e troppo piccola". "All'origine di tutte le cose - ha scandito - non stava cio' che e' senza ragione, senza liberta', bensi' il principio di tutte le cose". E noi oggi "ci troviamo di fronte all'alternativa ultima che e'
in gioco nella disputa tra fede ed incredulita': sono l'irrazionalita', la mancanza di liberta' e il caso il principio di tutto, oppure sono ragione, liberta', amore il principio dell'essere? Il primato spetta all'irrazionalita' o alla ragione?".
"Come credenti - ha rilevato Papa Benedetto - rispondiamo con il racconto della creazione e con Giovanni: all'origine sta la ragione.
All'origine sta la liberta'. Per questo e' cosa buona essere una persona umana",
"Per questo - ha concluso - Dio ci riguarda come Creatore, e per questo abbiamo una responsabilita' per la creazione. La nostra responsabilita' - infatti - si estende fino alla creazione, perche' essa proviene dal Creatore. Solo perche' Dio ha creato il tutto, puo' darci vita e guidare la nostra vita".

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