Il Papa: «Non siamo il prodotto casuale dell'evoluzione»
Alessandro Nìcoli
Roma
«Se l'uomo fosse soltanto un prodotto casuale dell'evoluzione in qualche posto al margine dell'universo, allora la sua vita sarebbe priva di senso o addirittura un disturbo della natura». Benedetto XVI ha voluto riaffermarlo ieri sera nel corso della solenne veglia pasquale da lui presieduta in San Pietro, soffermandosi sul racconto della Creazione proposto dalla liturgia. Si tratta – ha spiegato – di «una profezia» e non certamente di «un'informazione sullo svolgimento esteriore del divenire del cosmo e dell'uomo». I Padri della Chiesa che «ne erano ben consapevoli»; infatti «non intesero tale racconto come narrazione sullo svolgimento delle origini delle cose, bensì quale rimando all'essenziale, al vero principio e al fine del nostro essere».
Per il Papa teologo «è veramente importante nella veglia pasquale parlare anche della Creazione», e ometterne il racconto «significherebbe fraintendere la stessa storia di Dio con gli uomini, sminuirla, non vedere più il suo vero ordine di grandezza. Il raggio della storia che Dio ha fondato giunge fino alle origini, fino alla creazione. La nostra professione di fede – ha ricordato Ratzinger – inizia con le parole: «Credo in Dio, Padre onnipotente, Creatore del cielo e della terra» e «se omettiamo questo primo articolo del Credo, l'intera storia della salvezza diventa troppo ristretta e troppo piccola. All'origine di tutte le cose – ha scandito il Pontefice – non stava ciò che è senza ragione, senza libertà, bensì il principio di tutte le cose». E noi oggi «ci troviamo di fronte all'alternativa ultima che è in gioco nella disputa tra fede e incredulità: sono l'irrazionalità, la mancanza di libertà e il caso il principio di tutto, oppure sono ragione, libertà, amore il principio dell'essere? Il primato spetta all'irrazionalità o alla ragione? Come credenti – ha rilevato Papa Benedetto – rispondiamo con il racconto della Creazione e con Giovanni: all'origine sta la ragione. All'origine sta la libertà. Per questo è cosa buona essere una persona umana».
«Per questo – ha concluso – Dio ci riguarda come Creatore, e per questo abbiamo una responsabilità per la Creazione. La nostra responsabilità – infatti – si estende fino alla Creazione, perché essa proviene dal Creatore. Solo perché Dio ha creato il tutto, può darci vita e guidare la nostra vita».
© Copyright Gazzetta del sud, 24 aprile 2011
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