sabato 23 aprile 2011

Mai prima d'ora un Pontefice si era concesso in tv alle domande degli ascoltatori, tra l'altro non solo fedeli cattolici (Parise e Gasparroni)

Benedetto XVI risponde in tv alle domande

Un appello lanciato dal Santo Padre a «cercare la pace con i mezzi della pace e lasciare la violenza»

Fausto Gasparroni

CITTÀ DEL VATICANO

Benedetto XVI prega «ogni giorno» per i cristiani perseguitati in Irak e li incoraggia a «resistere alla tentazione di migrare», mentre La Santa Sede intende fare il possibile per la «riconciliazione» nel Paese, dialogando «anche con i fratelli musulmani, sia sciiti, sia sunniti», e «aiutare» il governo «in questo cammino difficile di ricomporre una società lacerata».
Nelle situazioni di conflitto, poi, il Papa fa appello a «cercare la pace con i mezzi della pace e lasciate la violenza», perchè «la violenza non viene mai da Dio, mai aiuta a dare le cose buone, ma è un mezzo distruttivo e non il cammino per uscire dalle difficoltà».
Sono alcuni dei contenuti delle risposte che Benedetto XVI ha dato ieri alle sette domande proposte dal pubblico nella trasmissione di Rai Uno «A sua immagine», un dialogo televisivo senza precedenti tra un Papa e gli ascoltatori.
«Prego ogni giorno per i cristiani in Irak», ha detto il Papa ad alcuni giovani cristiani di Bagdad, sostenendo che occorre fare «il possibile perché possano rimanere, perché possano resistere alla tentazione di migrare».
«La Santa Sede – ha spiegato – è in permanente contatto con le diverse comunità, non solo con le comunità cattoliche, con le altre comunità cristiane, ma anche con i fratelli musulmani, sia sciiti, sia sunniti». «E vogliamo fare un lavoro di riconciliazione, di comprensione, anche con il governo – ha aggiunto Papa Ratzinger – aiutarlo in questo cammino difficile di ricomporre una società lacerata». «Noi vogliamo, in dialogo, proprio con i diversi gruppi – ha concluso – aiutare il processo di ricostruzione e incoraggiare voi, cari fratelli cristiani in Irak, di avere fiducia, di avere pazienza, di avere fiducia in Dio, di collaborare in questo processo difficile».
A una donna musulmana della Costa d'Avorio, paese flagellato dalla guerra civile, diviso sia a livello etnico che nalla convivenza tra cristiani e islamici, Benedetto XVI ha ricordato di aver incaricato il capo dicastero di Giustizia e pace, card. Peter Turkson «di cercare di mediare, di parlare con i diversi gruppi, con le diverse persone per incoraggiare un nuovo inizio». «La violenza non viene mai da Dio, mai aiuta a dare le cose buone, ma è un mezzo distruttivo e non è il cammino per uscire dalle difficoltà», ha spiegato Ratzinger, secondo cui Gesù «è una forte voce contro ogni tipo di violenza».
«Invito fortemente tutte le parti a rinunciare alla violenza, a cercare le vie della pace – ha proseguito. Non potete servire la ricomposizione del vostro popolo con mezzi di violenza, anche se pensate di avere ragione. L'unica via è rinunciare alla violenza, ricominciare con il dialogo, con tentativi di trovare insieme la pace».
Un giorno le persone colpite in Giappone dal terremoto e dallo tsunami, anche i bambini, capiranno «che questa sofferenza non era vuota, non era invano, ma che dietro di essa c'è un progetto buono, un progetto di amore», ha detto a una bimba giapponese sulle sofferenze patite dai più piccoli nelle recenti sciagure.
Anche per chi è in stato vegetativo «l'anima è ancora presente nel corpo», e i familiari che assistono queste persone compiono «un grande servizio all'umanità», ha risposto a una mamma che ha chiesto se l'anima del figlio da due anni in coma vegetativo «ha abbandonato il suo corpo, visto che lui non è più cosciente, o è ancora vicino a lui».

© Copyright Gazzetta del sud, 23 aprile 2011

«Prego per i cristiani perseguitati in Irak»

Mariano Parise

CITTÀ DEL VATICANO

Seduto alla scrivania nella Sala della Biblioteca, con indosso la talare bianca, alle spalle la grande pala d'altare di epoca rinascimentale: così Benedetto XVI è apparso ieri pomeriggio in tv, nella trasmissione di Rai Uno «A sua immagine», per rispondere alle «domande su Gesù» poste dal pubblico. Un «dialogo» televisivo senza precedenti, quello trasmesso ieri in occasione del Venerdì Santo: mai prima d'ora, infatti, un Pontefice si era concesso in tv alle domande degli ascoltatori, tra l'altro non solo fedeli cattolici.
Sette i quesiti raccolti e selezionati dalla redazione di «A sua immagine», guidata da Rosario Carello, registrati e sottoposti al Pontefice: una bambina giapponese ha chiesto ragione delle sofferenze dei bambini causate dal terremoto; una mamma italiana ha domandato se l'anima del figlio in coma vegetativo è ancora con lui; alcuni giovani cristiani iracheni hanno posto la questione delle comunità perseguitate e tentate dal desiderio di migrare; una donna musulmana della Costa d'Avorio ha interrogato il Papa sulla difficile convivenza tra cristiani e islamici; dall'Italia, infine, tre domande sui misteri pasquali: una sui tre giorni di Gesù tra la morte e la resurrezione, una sulla natura del «corpo glorioso» di Cristo, un'altra sulla consacrazione della Chiesa a Maria a partire dall'affidamento di Giovanni a Maria sotto la croce. Domande a cui il Papa ha risposto diffusamente, con grande disponibilità, facendo ricorso alla sua erudizione di teologo, sia al suo fare paterno di pastore della Chiesa universale.
Le risposte del Pontefice sono state registrate la settimana scorsa dal Centro Televisivo Vaticano e trasmesse durante il programma, andato in onda tra le 14.10 e le 15.30, in alternanza con i commenti in studio di Davide Rondoni, scrittore ed editorialista di Avvenire, di padre Ugo Sartorio, direttore del Messaggero di Sant'Antonio, e di Chiara Amirante, fondatrice dell'organizzazione Nuovi Orizzonti, che a loro volta hanno risposto ad altri quesiti di fedeli di varie città italiane e a quelli posti in diretta dai giovani collegati dal Colosseo.

© Copyright Gazzetta del sud, 23 aprile 2011

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