domenica 24 aprile 2011

Messaggio "Urbi et Orbi": il commento di TMNews

Foto scattata intorno alle 11.30 del 24 aprile 2011. Clicca per ingrandire
Papa: Pasqua non è speculazione o misticismo ma evento reale

Su terra miseria, malattie, guerre, violenze, ma Cristo risorto

Città del Vaticano, 24 apr. (TMNews)

"La risurrezione di Cristo non è il frutto di una speculazione, di un'esperienza mistica: è un avvenimento, che certamente oltrepassa la storia, ma che avviene in un momento preciso della storia e lascia in essa un'impronta indelebile". Lo ha spiegato il Papa nel messaggio 'urbi et orbi' pronunciato per Pasqua.
"Come i raggi del sole, a primavera, fanno spuntare e schiudere le gemme sui rami degli alberi - ha detto Benedetto XVI dal loggione centrale della basilica di San Pietro - così l'irradiazione che promana dalla Risurrezione di Cristo dà forza e significato ad ogni speranza umana, ad ogni attesa, desiderio, progetto. Per questo il cosmo intero oggi gioisce, coinvolto nella primavera dell'umanità, che si fa interprete del muto inno di lode del creato".
"In Cielo tutto è pace e letizia. Ma non è così, purtroppo, sulla terra!", ha però detto il Papa. "Qui, in questo nostro mondo, l'alleluia pasquale contrasta ancora con i lamenti e le grida che provengono da tante situazioni dolorose: miseria, fame, malattie, guerre, violenze. Eppure, proprio per questo Cristo è morto ed è risorto! E' morto anche a causa dei nostri peccati di oggi, ed è risorto anche per la redenzione della nostra storia di oggi".

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Papa: Accogliamo profughi africani, pace in Libia e Medio Oriente

Città del Vaticano, 24 apr. (TMNews)

Con un invito ad accogliere i profughi dell'Africa il Papa ha messo le rivolte del mondo arabo e il loro riflesso migratorio sull'Europa al cuore del tradizionale messaggio 'urbi et orbi' pronunciato a conclusione della messa di Pasqua in piazza San Pietro.
"Ai tanti profughi e ai rifugiati, che provengono da vari Paesi africani e sono stati costretti a lasciare gli affetti più cari arrivi la solidarietà di tutti", ha detto Benedetto XVI. "Gli uomini di buona volontà siano illuminati ad aprire il cuore all'accoglienza, affinché in modo solidale e concertato si possa venire incontro alle necessità impellenti di tanti fratelli. A quanti si prodigano in generosi sforzi e offrono esemplari testimonianze in questa direzione - ha aggiunto - giunga il nostro conforto e apprezzamento".
Ad ascoltare Benedetto XVI, affacciato dal loggione centrale della basilica vaticana, una piazza San Pietro traboccante di fedeli. Una folla che occupava anche l'ultimo tratto di via della Conciliazione e che raggiungeva, forse, le centomila presenze. Nella piazza, i decori floreali inviati come ogni anno dall'Olanda.
Al Nord Africa il Papa ha dedicato ampi passaggi del suo discorso 'alla città e al mondo'. In Libia, ha detto confermando una linea ormai consolidata per la Santa Sede, "la diplomazia ed il dialogo prendano il posto delle armi e si favorisca, nell'attuale situazione conflittuale, l'accesso dei soccorsi umanitari a quanti soffrono le conseguenze dello scontro". Più in generale, "nei Paesi dell'Africa settentrionale e del Medio Oriente tutti i cittadini - ed in particolare i giovani - si adoperino per promuovere il bene comune e per costruire società, dove la povertà sia sconfitta ed ogni scelta politica risulti ispirata dal rispetto per la persona umana". Benedetto XVI ha poi speso parole di incoraggiamento per "quanti soffrono contraddizioni, o addirittura persecuzioni per la propria fede" in tutto il mondo e ha auspicato "la pace e la dignità" dei popoli del Medio oriente. Ha ricordato i giapponesi colpiti dal terremoto e ha esortato gli abitanti della Costa d'Avorio a "un cammino di riconciliazione e perdono".
Poi, al momento dei saluti ai fedeli presenti in piazza San Pietro o collegati in mondovisione, un messaggio all'Italia: "Il Signore Risorto risvegli nei singoli, nelle famiglie e nelle comunità un desiderio ancor più grande di unità e di concordia". Saluto al quale ne sono seguiti altri 64 nei diversi idiomi, dall'inglese all'esperanto, dall'arabo all'ebraico, fino al finale latino: "In resurrectione tua, Christe, caeli et terra laetentur".

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Centomila? Forse?
R.

Giappone/ Papa: Dopo terremoto paese possa trovare speranza

Città del Vaticano, 24 apr. (TMNews)

"Possano trovare consolazione e speranza la terra del Giappone, mentre affronta le drammatiche conseguenze del recente terremoto, e i Paesi che nei mesi scorsi sono stati provati da calamità naturali che hanno seminato dolore e angoscia". Così il Papa nel tradizionale messaggio 'urbi et orbi' pasquale in piazza San Pietro.

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Libia/ Papa: Ora diplomazia, dialogo e canali umanitari

Città del Vaticano, 24 apr. (TMNews)

In Libia "la diplomazia ed il dialogo prendano il posto delle armi e si favorisca, nell'attuale situazione conflittuale, l'accesso dei soccorsi umanitari a quanti soffrono le conseguenze dello scontro": lo ha chiesto il Papa nel tradizionale messaggio 'urbi et orbi' di Pasqua. "Nei Paesi dell'Africa settentrionale e del Medio Oriente - ha aggiunto - tutti i cittadini - ed in particolare i giovani - si adoperino per promuovere il bene comune e per costruire società, dove la povertà sia sconfitta ed ogni scelta politica risulti ispirata dal rispetto per la persona umana".

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3 commenti:

gemma ha detto...

Ma quanti fedeli conta realmente questa piazza? Qualcuno lo sa? Sembra piena, o comunque quasi, e altre volte con piazza simile si sono date altre stime, nettamente superiori. La scorsa settimana poi, era un pò meno piena ma sempre una bella piazza, e non certo di quarantamila persone come ci hanno raccontato
Si dirà, che importa, cosa cambia per la fede ??? Niente, non fosse per le conte col pallottoliere care ai confrontatori di folle di professione

mariateresa ha detto...

il balletto delle cifre avviene o per ragioni politiche o perchè si vuole ridimensionare una certa presenza sui media in periodi particolari (periodo pasquale e beatificazione) o per tutte e due i motivi o per semplice anticlericalismo idrofobo. La cosa è fastidiosa ma devo dire che ricorrono a questo quando in saccoccia non hanno altro di più tagliente o pesante.E' una cosa infantile e anche molto evidente che in genere riservavano alle stime delle presenze nei comizi politici e sindacali. Con Benedetto invece hanno cominciato a farlo da subito. Il che è significativo.
Ma ripeto, quando è così è perchè non hanno trovato di peggio.
Almeno , questa è la mia modesta impressione.

Anonimo ha detto...

Nei primi quattro anni di pontificato Benedetto XVI si è rivelato un papa originale e grandioso con decisioni controcorrente...negli ultimi due anni sembra la fotocopia di Woitila.