venerdì 22 aprile 2011

Padre Cantalamessa: “Terremoti, uragani e altre sciagure che colpiscono insieme colpevoli e innocenti non sono mai un castigo di Dio. Dire il contrario, significa offendere Dio e gli uomini” (Sir)

VENERDÌ SANTO: P. CANTALAMESSA, TERREMOTI NON UN “CASTIGO” MA UN “AMMONIMENTO”

“Terremoti, uragani e altre sciagure che colpiscono insieme colpevoli e innocenti non sono mai un castigo di Dio. Dire il contrario, significa offendere Dio e gli uomini”. Lo ha detto padre Raniero Cantalamessa, predicatore della Casa Pontificia, nella predica del Venerdì Santo pronunciata oggi nella Basilica di San Pietro. La meditazione era partita con una serie di interrogativi suscitati dai terribili fatti dell’attualità. “Come avere il coraggio di parlare dell’amore di Dio – ha detto Cantalamessa -, mentre abbiamo davanti agli occhi tante sventure umane, come la catastrofe abbattutasi sul Giappone, o le tragedie consumatesi in mare nelle ultime settimane. Non parlarne affatto? Ma rimanere del tutto in silenzio sarebbe tradire la fede e ignorare il senso del mistero che stiamo celebrando”. “Se la corsa per la vita finisse quaggiù, ci sarebbe davvero da disperarsi”. Il pensiero di padre Cantalemssa si è rivolto anche ai “milioni e forse miliardi di esseri umani che partono svantaggiati, inchiodati dalla povertà e dal sottosviluppo al punto di partenza, e questo mentre alcuni pochi si concedono ogni lusso e non sanno come spendere le somme spropositate che guadagnano”. Di fronte a questa umanità sofferente, la risposta della Croce non può essere “solo per noi cristiani” ma “per tutti”. Ma “cosa possiamo offrire a chi non crede”, si è chiesto il predicatore. “Possiamo soffrire con chi soffre, piangere con chi piange”.
“In questo momento – ha aggiunto Cantalamessa -, soffrire e piangere, in particolare, con il popolo giapponese, reduce da una delle più immani catastrofi naturali della storia. Possiamo anche dire a questi fratelli in umanità che siamo ammirati della loro dignità e dell’esempio di compostezza e mutuo soccorso che hanno dato al mondo. La globalizzazione ha almeno questo effetto positivo: il dolore di un popolo diventa il dolore di tutti, suscita la solidarietà di tutti. Ci dà occasione di scoprire che siamo una sola famiglia umana, legata nel bene e nel male. Ci aiuta a superare le barriere di razza, colore e religione”. Terremoti, tsunami e altre sciagure non sono un castigo di Dio. “Sono però – ha precisato padre Cantalamessa - un ammonimento: in questo caso, l’ammonimento a non illuderci che basteranno la scienza e la tecnica a salvarci. Se non sapremo imporci dei limiti, possono diventare, proprio esse, lo stiamo vedendo, la minaccia più grave di tutte”. La predica si è conclusa con una nota di speranza. “Ci fu un terremoto anche al momento della morte di Cristo”. “Ma ce ne fu un altro ancora ‘più grande’ al momento della sua risurrezione”. “Così sarà sempre. A ogni terremoto di morte succederà un terremoto di risurrezione e di vita”.

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7 commenti:

Anonimo ha detto...

bisogna che qualcuno spieghi al P. Raniero il significato di "castigo"

DANTE PASTORELLI ha detto...

Siri diceva che l'Aids è un castigo di Dio. Ha offeso Dio e gli uomini?

Anonimo ha detto...

L'uomo con il peccato si castiga da solo e vengono coinvolti nel castigo anche i buoni.
Abbiamo abusato della libertà peccando e, quindi abbiamo dei debiti
Dio è misericordia e non può assolutamente castigare.

Andrea ha detto...

In altri termini: il predicatore pontificio chiede il commissariamento (= "normalizzazione") o la chiusura di Radio Maria.
Aggiungo che sentivo dire dal professor de Mattei, qualche anno fa, che le società umane, non avendo un futuro ultraterreno (a differenza dei singoli uomini), vengono retribuite da Dio in questo mondo.
Perciò una società complessivamente buona attira benedizioni, una complessivamente malvagia viene castigata.

Se vogliamo essere precisi, forse possiamo dire che SOLO in questo mondo si può parlare propriamente di "CASTIGO" (retributivo e medicinale): nella Vita ultraterrena, invece, "si entra o non si entra" (vedi Parabola degli invitati alle nozze). Non entrarvi è più che castigo: è aver scelto la morte, e quindi permanere in essa.

Leo ha detto...

Siri non avrà offeso Dio ma ha detto una sciocchezza

sam ha detto...

Qualcuno dovrebbe pur dire alla Madonna di andare a prendere ripetizioni di catechismo da Padre Raniero, altrimenti ci mette in confusione....
(perdonaci Signore!)

La Madonna a Fatima: "Le guerre sono i castighi per i peccati del mondo".
"La guerra sta per finire; ma se la gente non cessa di offendere Dio, una peggiore scoppierà durante il regno di Pio XI."
"Quando vedrai una notte illuminata da una luce sconosciuta, sappi che questo è il grande segno dato da Dio che Egli sta per punire il mondo per i suoi crimini, per mezzo di guerre, carestie, persecuzioni contro la Chiesa e il Santo Padre."

La Madonna a La Salette:
“Se il mio popolo non vuole sottomettersi, sono costretta a lasciare libero il braccio di mio Figlio. Esso è così forte e così pesante che non posso più trattenerlo”;
"Vi ho dato sei giorni per lavorare, mi sono riservato il settimo e non me lo volete concedere. È questo che appesantisce tanto il braccio di mio Figlio”; “ E anche quelli che guidano i carri non sanno che bestemmiare il nome di mio Figlio. Queste sono le due cose che tanto appesantiscono il braccio di mio Figlio”.

Anonimo ha detto...

Condivido pienamente quanto dice Cantalamessa. De Mattei è uno storico apprezzabile, ma come teologo temo sia un po' fuori posto. Penso poi che queste polemiche abbiano un tono molto poco umano e cristiano. Manca il senso del mistero e si rischiano di scambiare le parole di Maria a Fatima e a La Salette per rivelazione divina. Andrei un po' più cauto