mercoledì 20 aprile 2011

Sarà una Via Crucis al femminile quella che si celebrerà la sera del Venerdì Santo al Colosseo (Asca)

PASQUA: VIA CRUCIS, DISORDINE DEL CUORE SFREGIA I PICCOLI

(ASCA) - Citta' del Vaticano, 20 apr

Sarà una Via Crucis al femminile quella che, come da tradizione, si celebrerà la sera del Venerdì Santo al Colosseo, trasmessa in diretta in tutto il mondo. Papa Benedetto XVI ha affidato le meditazioni sulle 14 stazioni della Passione di Gesu' a una monaca agostiniana, suor Maria Rita Piccione, dell'Eremo Agostiniano di Lecceto, in provincia di Siena, oggi membro della Comunita' dei Santi Quattro Coronati in Roma.
Suor Maria Rita e' preside della Federazione dei monasteri agostiniani d'Italia. E' la prima volta nel pontificato di papa Ratzinger che i testi della Via Crucis vengono affidati ad una donna.
Anche le immagini che corredano il libretto delle meditazioni, edito dalla Libreria Editrice Vaticana, sono affidate alla sensibilita' artistica femminile e agostiniana di suor Elena Maria Manganelli, anche lei dell'Eremo di Lecceto, gia' scultrice di professione.
In una preghiera che sara' letta da papa Ratzinger in apertura della Via Crucis, l'ora della Passione e' descritta come il momento in cui ''le varie maschere della menzogna deridono la verita' e le lusinghe del successo soffocano l'intimo richiamo dell'onesta''', ''il vuoto di senso e di valori annulla l'opera educativa e il disordine del cuore sfregia l'ingenuita' dei piccoli e dei deboli''. Il cuore dell'uomo, nella meditazione sulla seconda stazione e' infatti ''preso dalla contabilita' del proprio benessere'' e ''cieco alla mano del povero e dell'indifeso che mendica ascolto e chiede aiuto''.
Eppure, l'incontro con le donne di un Gesu' ''sofferente e maltrattato, screditato e irriso'' diventa occasione per ''riconoscere le ferite delle nostre infedelta' e delle nostre ambizioni, dei nostri tradimenti e delle nostre ribellioni''.
Filo conduttore delle meditazioni e' il tema del Gesu' ''umile'', insieme all'invocazione, ripetuta alla fine di ogni stazione, allo ''spirito di Verita'''. All'umilta' e all'obbedienza di Gesu' che si carica della croce, per suor Maria Rita, si contrappone ''nello scorrere quotidiano della vita'', il nostro cuore che ''guarda in basso, al suo piccolo mondo, e, tutto preso dalla contabilita' del proprio benessere, resta cieco alla mano del povero e dell'indifeso che mendica ascolto e chiede aiuto. Tutt'al piu' si commuove, ma non si muove''. Citando Sant'Agostino, suor Maria Rita paragona percio' la croce a un ''legno con cui attraversare il mare'' per raggiungere la patria che si scorge da lontano ma non si sa ''come arrivarvi''.
Nelle cadute di Gesu' sotto il peso della croce, si riconoscono ''il peso della persecuzione contro la Chiesa di ieri e di oggi, quella che uccide i cristiani in nome di un dio estraneo all'amore e quella che ne intacca la dignita' con 'labbra bugiarde e parole arroganti'''. Infine, dopo la crocifissione, il corpo di Gesu' viene deposto in un giardino, ''simbolo della vita con i suoi colori'': ''E' il tempo - riflette suor Maria Riat - della fede che attende silente, e della speranza che sul ramo secco gia' scorge lo spuntare di una piccola gemma, promessa di salvezza e di gioia''.

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