Via Crucis alla scuola di Agostino
Intervista a madre Maria Rita, autrice delle meditazioni che accompagneranno il rito del Venerdì Santo presieduto dal Papa
di Laura Badaracchi
«Un’intensa esperienza spirituale, in cui ho toccato in particolar modo quanto la logica di Dio sovrasti la nostra e quanto la sua scelta per ciò che è stolto, debole e nulla ci venga incontro per liberarci dai "nostri" criteri di sapienza, potenza e merito». Madre Maria Rita Piccione, senese 48enne, residente nel monastero dei Santi Quattro Coronati con altre 12 monache e 2 novizie - e dall’ottobre 2008 preside della Federazione dei monasteri agostiniani d’Italia -, riassume così il periodo in cui ha scritto le meditazioni che il 22 aprile, Venerdì santo, accompagneranno la Via Crucis al Colosseo di Benedetto XVI. Le tavole che raffigurano le 14 stazioni le ha realizzate suor Elena Maria Manganelli, anche lei agostiniana, del monastero di Lecceto (Siena).
Quando e come ha accolto la richiesta del Papa di scrivere le meditazioni per la Via Crucis?
A febbraio mi ha telefonato il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato, chiedendomi questo servizio per il Papa e la Chiesa di Roma, con mia grande sorpresa e incredulità. Ero disorientata e non capivo perché la scelta fosse ricaduta su di me, ma ha aggiunto per incoraggiarmi: «Non vorrà dire di no al Santo Padre!». Così mi sono sentita come dentro la presa di una morsa: da una parte, la resistenza ad accogliere un incarico che mi sembrava superare oggettivamente le mie capacità; dall’altra, il desiderio di non rifiutare il servizio ecclesiale per obbedienza di amore e fedeltà al Papa, che caratterizza il nostro Ordine fin dalle origini. Ho chiesto di poter avere il tempo per pensarci e soprattutto pregare. La certezza che - proprio come ricordava in un’omelia Papa Benedetto XVI - la purezza del nostro servizio e l’espressione della nostra autentica libertà sta nel farsi guidare dove non vogliamo, mi ha fatto «capitolare» per il sì.
A quali autori si è ispirata per scrivere le meditazioni?
All’autore spirituale per eccellenza: lo Spirito Santo. Ho cercato semplicemente di mettermi in ascolto della Parola suggerita dalle varie stazioni, attingendola soprattutto dal Vangelo di Giovanni; l’ho custodita nel cuore giorno e notte, consapevole solo della povertà dello strumento, come pure del desiderio di lasciarmi usare. Sono poi una monaca formata alla scuola di Agostino, in ascolto del suo cuore e del suo pensiero: spero che questo traspaia, in filigrana.
La Via Crucis 2011 sarà, in un certo senso, all’insegna di sant’Agostino: quest’anno la Pasqua cade il 24 aprile, lo stesso giorno in cui - nel 387, sempre a Pasqua - il vescovo di Ippona veniva battezzato da sant’Ambrogio.
Questa «coincidenza» di date è molto suggestiva. Niente ci impedisce di pensare che la mano di Dio abbia pilotato nel segreto il corso delle cose, cioè nel senso di un richiamo di anniversari che ricorrono e per il fatto che a comporre le meditazioni sia stata un’agostiniana. Il testo è trapuntato qua è là da brevi espressioni agostiniane, familiari al mio linguaggio; centrale è, invece, il riferimento all’umanità di Cristo che, nel percorso di conversione di Agostino, ha svolto un ruolo determinante. Accanto allo sguardo fisso su Gesù, c’è poi l’ascolto del proprio cuore interpellato dall’umanità del Salvatore, legato in solidarietà e responsabilità ai drammi e alle conquiste del mondo.
Come i disegni di suor Elena Maria commentano i suoi testi?
In realtà abbiamo lavorato quasi contemporaneamente, quindi suor Elena Maria non ha potuto disporre dei miei testi, solo di alcune indicazioni orientative quali lo sguardo fisso sul Signore e il richiamo allo Spirito che lei ha ben reso, con la sua particolare sensibilità artistica e monastica, ritraendo in qualche modo la solitudine di Gesù, sempre seguito però dallo sguardo del Padre e dall’ombra dello Spirito.
Lei è l’ottava donna a cui un Pontefice affida la stesura delle meditazioni per la Via Crucis: un modo per suscitare anche una riflessione sull’importanza per la Chiesa dell’apporto femminile?
Certamente! In questa scelta del Santo Padre ho subito sentito riecheggiare quella stupenda litania di gratitudine con cui l’ormai prossimo Beato Giovanni Paolo II apriva la sua Lettera A voi, donne, come pure l’attenzione e la sensibilità della Chiesa al «genio femminile», alla sua peculiare sensibilità e capacità intuitiva: un dono a servizio di tutti. Che poi questa scelta sia andata a pescare nel mare della vita contemplativa, indica il richiamo alla necessità - nell’esistenza di ogni persona - di uno sguardo che va dentro ciò che osserva, al cuore della realtà, capace di far sintesi tra cielo e terra, tra divino e umano, tra la dimensione orizzontale della vita e quella verticale.
Come vi unirete alla Via Crucis al Colosseo, non lontano dal vostro monastero?
Ogni Venerdì santo la comunità prega la Via Crucis insieme ai fedeli che frequentano la nostra basilica alle ore 15.15, con gli stessi testi di quella che la sera stessa avrà luogo al Colosseo: la seguiremo in tv.
La vostra comunità ha ricevuto la visita di un Papa, da dopo il Concilio a oggi?
Il cardinale vicario Agostino Vallini è venuto due volte; durante gli anni della formazione ricordo la visita del cardinale vicario Ugo Poletti, e poi, tornando a Roma per un seminario, quella del cardinale vicario Camillo Ruini. Ma di una visita del Santo Padre non abbiamo memoria. Certo, sarebbe un dono troppo bello!
© Copyright Roma Sette, 21 aprile 2011
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