LA GRANDE ATTESA
Gmg, la Croce anima Madrid
Fabrizio Assandri
Gli ultimi cento metri della staffetta, Croce e Icona della Gmg li percorrono «in casa». Quest’oggi, dalla parrocchia di San Geronimo, cominciano infatti a Madrid le ultime tappe del pellegrinaggio che in meno di due anni s’è snodato lungo 20 mila chilometri nel Paese iberico e che si concluderà a Cuatros Vientos con Benedetto XVI.
Un tour de force con il passaggio del testimone sulle spalle dei giovani, gli stessi che la settimana scorsa hanno accolto durante un’affollata Veglia nella cattedrale madrilena dell’Almudena il ritorno della «torcia olimpica» della Gmg. Di ritorno, infatti, trattasi: poco più di un anno e mezzo fa la Croce girò la capitale spagnola palmo a palmo, compresi ospedali e carcere, prima di dirigersi ai quattro angoli del Paese, per compiere un viaggio che, nonostante non sia finito sotto i riflettori dei media, è di sicuro uno dei segni più suggestivi e attesi di ogni Giornata mondiale della gioventù. Anche di questa Jornada Mundial de la Juventud in programma dal 16 al 21 agosto a Madrid.
In questa lunga maratona, spesso i giovani si sono autoconvocati grazie ai social network, mentre ad ogni tappa diocesi, parrocchie, movimenti, hanno organizzato momenti di preghiera, spesso per le strade, e di festa, compresi concerti di musica rock, spettacoli di teatro, proiezioni di cortometraggi.
«In questi ultimi giorni, la Croce visiterà alcune parrocchie, una per ogni territorio della diocesi – spiega Ivo Leahy, direttore dei contenuti della Jornada –. Un incontro molto speciale sarà la veglia al santuario Cerro de los Angeles, a Getafe, mentre dal 12 agosto la Croce sarà di nuovo nella Cattedrale, in attesa del Papa». Il ritorno di Croce e Icona a Madrid, portati in spalla da dodici giovani e posti sull’altare maggiore, è stato accolto dai canti del coro dei volontari, nel corso della veglia in Cattedrale, presieduta dall’arcivescovo di Madrid, il cardinale Antonio Maria Rouco Varela.
«Abbracciare la Croce di Cristo – ha sostenuto il cardinale – può far sì che la terra sia un prologo del cielo». Questo perché la Croce «è lo strumento che ci avvicina al trionfo sulla morte fisica e dell’anima, alla vittoria che ci porta alla vita eterna e che dà senso ai piccoli successi dell’uomo nella sua vita».
Allo stesso modo, ha proseguito il porporato, la Croce «sarà il simbolo del successo» della Gmg. Prima della chiusura della veglia, con l’inno ufficiale della Giornata, Rouco ha invitato i giovani a seguire l’esempio di Maria, «che non ebbe paura ad avvicinarsi alla croce, così come tutti i santi patroni della Gmg, tra i quali il neo beato Giovanni Paolo II», che affidò ai giovani del mondo la grande Croce di legno, al termine dell’Anno Santo della Redenzione del 1984, come «segno dell’amore di Cristo per l’umanità». Nel 2003 Wojtyla affidò ai giovani anche l’icona di Maria «Salus populi romani», che da allora viaggia assieme alla Croce.
Per gli incaricati di Pastorale giovanile, il dono della Croce che papa Wojtyla ha voluto fare ai giovani, «obbliga ad andare all’essenza del cristianesimo con i giovani, ossia a Cristo morto e risorto per noi – spiega padre Eric Jacquinet, responsabile della sezione giovani del Pontificio Consiglio dei laici –. Spesso ci chiediamo con quali iniziative attirare i giovani, dalla carità all’ecologia, dallo sport all’arte, ma dobbiamo ricordarci che il punto di partenza è sempre l’amore di Cristo».
Concorda Marisa Jiménez, delegata per la pastorale giovanile della diocesi di Tarragona, secondo cui il passaggio della Croce nelle diocesi «è una grande opportunità pastorale». Proprio a Tarragona l’anno scorso i simboli della Gmg sono stati accompagnati, tra l’altro, da un musical sulle radici paoline della diocesi: «A volte pensiamo di non sapere come arrivare ai giovani – aggiunge Jimenéz –. Il pellegrinaggio della Croce ci ha fatto capire come avvicinarli al nucleo della fede».
© Copyright Avvenire, 31 luglio 2011 consultabile online anche qui.
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