martedì 2 agosto 2011
Il prete picchiato a Ronta (diocesi di Firenze). La Messa di San Pio V non c'entra. La ricostruzione del Prof. Dante Pastorelli
Riceviamo e con gratitudine segnaliamo a questo link la ricostruzione del triste episodio dell'aggressione al parroco di Ronta, un paesino del Mugello, diocesi di Firenze. Il testo è stato redatto dal Prof. Dante Pastorelli.
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5 commenti:
Er sor Pastorelli è persona di spiccata onesta intellettuale e morale, dotato di senso dell'equilibrio e amore per la verità.
L'ho sempre detto e questo suo articolo ne è la conferma.
Un cordiale saluto al sor Dante.
D'accordo che non l'hanno menato per la Messa in latino, ma se tanto mi da tanto, se ci avesse provato, minimo gli passavano sopra con un buldezer
Corrado
Ciao, tripparò!
Nella mia quasi cinquantennale battaglia pro Missa Antiqua ed a difesa dell'integrità della nostra Fede che in questa Messa perfetta si esprime, mai ho sopportato strumentalizzazioni e mai ho negato l'apprezzamento a chi in coscienza reputavo fosse dovuto.
Il card. Piovanelli non era certo dalla "nostra" parte, ma ho sempre riconosciuto la comprensione che ha mostrato verso di noi concendendoci l'indulto, forse il primo tra i vescovi italiani, e la generosità nei riguardi dell'Istituto di Cristo Re Sommo Sacerdote. Poi se per altri motivi ritenevo di dover avanzar dubbi, dissenso o critiche, l'ho fatto. A viso aperto, come sempre.
Quant'all'Anonimo di sopra, credo che la mia ricostruzione dovrebbe risponder alla sua preoccupazione esasperata.
Il sacerdote è forte e fedele alla retta dottrina, un ratzingeriano convinto e, ove lo riterrà opportuno, introdurrà senza tema alcuna la celebrazione del Rito Antico. Ma preveder il futuro è un mestiere che lascio alle Sibille. Se ne riparlerà a tempo opportuno.
E non confondiamo la popolazione di Ronta con un gruppetto di fanatici, e con un prepotente ignorante che scambia la Salve Regina per una Messa in latino, così come per un giornalista della Nazione Messa in latino significa Messa tridentina.
Si deve levar alta b la voce contro preti, vescovi e cardinali disobbedienti che negano il diritto dei cattolici alla liturgia tradizionale, ma a ragion veduta. Insomma, ci vuol serietà, altrimenti si fa la ridicola figura di piagnoni fuori luogo.
Corrado ha centrato la questione secondo me. Il punto qua non è ne' gli eccessi di certi siti e blog pseudotradizionalisti - e i loro lettori che passano il tempo a insegnare il mestiere al Successore di Pietro e a fare il tifo per Econe contro il Papa - ne' tantomeno le acidule vendettine di chi si è visto bannare da quei siti ma gira gira la pensa allo stesso modo.
Il punto è che basta un minimo di fedeltà e di buon senso per venire aggrediti in vario modo dal branco di attivisti che controllano troppe sacrestie e ai quali si da ancora il diritto di chiamarsi cattolici e ammorbare la vita parrocchiale e diocesana.
Il punto qua sono le avvisaglie di persecuzione che dobbiamo aspettarci non solo dalla "dittatura del relativismo" fuori dalla Chiesa, ma da supposti "fratelli" DENTRO di essa, non appena più preti e più fedeli cominceranno a divenire visibilmente più sensibili alla guida del Santo Padre verso la tanto sospirata "riforma della riforma" e in generale alla restaurazione della identità cattolica nella liturgia e nella proclamazione della inconcussa fede apostolica. E' solo questione di tempo prima che i sacerdoti e fedeli che si avvalgono del sacrosanto Motu Proprio Summorum Pontificum si ritrovino in prima linea in questa persecuzione - mediatica prima e forse anche fisica e legale poi. Tanto più se sapranno mantenersi in piena fedeltà come ci si attende da chi innalza il santo vessillo della tradizione, e non si faranno trascinare verso l'ermeneutica della discontinutità da presunti esponenti della purtroppo defuntissima "scuola romana" o da storici che si improvvisano teologi per dire che il Papa è tanto bravo e tanto buono ma si contraddice sulla continuità del Magistero e la sua interpretazione, cioè il cuore stesso del suo carisma.
Quando un sacerdote è colpito sull'altare, la persecuzione è alla Chiesa, qualunque sia il rito approvato che celebra. La Messa antica è PER TUTTA LA CHIESA, e non per una sua parte. Se essa, o qualunque elemento di sanità liturgica e pastorale sono attaccati, è tutta la Chiesa a essere vittima. Questa prospettiva - che è la verità - aiuterebbe tutti, tradizionalisti, pseudotradizionalisti e fedeli cattolici di buona volontà in generale a mantenere lo sguardo sul cuore del problema e non sulle trappole settarie e mediatiche.
Il reverendo è stato aggredito perchè "troppo" cattolico, intollerabilmente cattolico per i dittatori del relativismo, questo è il punto, e più la fede diverrà visibile nella pratica quotidiana, più crescerà l'intolleranza. Ma la vittoria sarà di Cristo (e della sua Santa Madre).
Al riparo dell'anonimato il commentatore di cui sopra oltre a dar lezioni, s'arroga il diritto di offender storici che di meriti ne han parecchi e teologi di fama internazionale, che illustran la Chiesa Cattolica, definendoli presunti esponenti della scuola romana. Giudica e manda, ma senza aver la sapienza che Dio concedeva al Minos dantesco.
Addirittura parla di acidule vendette di chi è stato bannato da qualche blog. Se sa qualcosa in merito, prima di tutto si firmi, e poi faccia nomi e cognomi. Non son le persone per bene che attaccano nell'ombra.
Quanto all'arroganza di certi gruppetti che intendon sostituire il sacerdote alla guida della parrocchia mi sembra che il mio articolo sia molto chiaro. Il sacerdote è il Pastore, i fedeli sono il gregge. Ed il sacerote di Ronta, ch'io sappia, è un ottimo ministro di io. Non sarò certo io, mai, ad approvare l'abbandono delle parrocchie in mani pericolose.
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