Papa e rabbino, insieme alle Fosse Ardeatine
Roma. Le Fosse Ardeatine uniranno in preghiera Benedetto XVI e il rabbino capo di Roma, Riccardo Disegni. Un gesto dall'alto valore simbolico per un appuntamento già denso di significato. Manca una settimana alla visita che il papa farà al sacrario nel 67esimo anniversario dell'eccidio. Poco più di un mese fa il Pontefice ha accolto l'invito rivoltogli dall'Associazione delle famiglie italiane dei Martiri caduti per la libertà della Patria e domenica prossima, alle 10, sarà sul luogo in cui nel 1944 furono trucidati dai tedesci 335 italiani, tra militari e civili. La presenza di Ratzinger si carica di una valenza «storica», perchè a recarsi alle Ardeatine, dove 67 anni fa ebbe luogo la strage nazista, sarà un papa tedesco.
Dopo quelle di Paolo VI il 12 settembre 1965 e di Giovanni Paolo II il 21 marzo 1982, quella di Benedetto XVI sarà la terza volta di un papa alle Fosse Ardeatine. Ma avrà un connotato di unicità. Alle Fosse Ardeatine furono uccisi anche 75 ebrei e ad aggiungere spessore all'appuntamento del 27 marzo ci sarà anche la compresenza del pontefice e del rabbino. Benedetto XVI raggiungerà il sacrario e pregherà per le vittime. Altrettanto farà Di Segni subito dopo. Un gesto importante anche nel quadro del dialogo interreligioso e dei rapporti tra comunità cattolica e ebraica. Con il Papa ci sarà Il cardinale Andrea Cordero Lanza di Montezemolo, figlio di una delle vittime della Ardeatine: Giuseppe Cordero Lanza di Montezemolo. «Benedetto XVI mi ha chiesto di accompagnarlo e mi ha commosso: quel luogo è legato alla mia storia e ha accomunato gente di fedi e origini diverse, uniti da una stessa sorte. È una testimonianza di fraternità come ce ne sono poche al mondo». Ieri Benedetto XVI ha chiuso la settimana dedicata agli esercizi spirituali, la cui conclusione si è sovrapposta con la festività di San Giuseppe e quindi con il suo onomastico. Il Papa ha ricevuto molti segnali di affetto e stima. A cominciare dagli auguri che il presidente Napolitano gli ha rivolto a nome di tutto il popolo italiano, ricordando come la festa e la figura di San Giuseppe sia un'occasione per «celebrare la famiglia, cellula fondante della nostra società e fulcro della crescita dello Stato unitario». Al papa sono arrivati inoltre gli auguri dei presidenti di Senato e Camera, Schifani e Fini, e del premier Berlusconi.
© Copyright Il Mattino, 20 marzo 2011
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