lunedì 25 aprile 2011

Al Regina Caeli a Castel Gandolfo, il Papa esorta le realtà ecclesiali a combattere la piaga della violenza sui bambini. La testimonianza di don Di Noto, dell’associazione “Meter” (R.V.)

Al Regina Caeli a Castel Gandolfo, il Papa esorta le realtà ecclesiali a combattere la piaga della violenza sui bambini. La testimonianza di don Di Noto, dell’associazione “Meter”

Nel Lunedì dell’Angelo, Benedetto XVI ha sottolineato come la Risurrezione del Signore segni il rinnovamento della condizione umana e sia il fondamento della Chiesa. Il Papa si è soffermato sulla vittoria di Cristo sulla morte, al Regina Caeli al Palazzo apostolico di Castel Gandolfo, dove si è trasferito ieri pomeriggio. Nell’odierna Giornata per i bambini vittime della violenza, promossa dall’associazione “Meter”, il Papa ha quindi esortato tutte le realtà ecclesiali ad impegnarsi per contrastare questa piaga e per sensibilizzare le coscienze contro lo sfruttamento e l’indifferenza. Il servizio di Alessandro Gisotti:

Impegnarsi senza risparmio di energie per proteggere i bambini dalla violenza: nel Lunedì dell’Angelo, parlando ai fedeli riuniti a Castel Gandolfo, il Papa ha dedicato un pensiero speciale all’Associazione “Meter”, promotrice della Giornata nazionale per i bambini vittime della violenza, dello sfruttamento e dell’indifferenza:

“Li incoraggio a proseguire la loro opera di prevenzione e di sensibilizzazione delle coscienze al fianco delle varie agenzie educative: penso in particolare alle parrocchie, agli oratori e alle altre realtà ecclesiali che si dedicano con generosità alla formazione delle nuove generazioni”.

Prima delle parole in favore dei bambini vittime della violenza, il Papa si era soffermato sulla Risurrezione del Signore che, ha detto, “segna il rinnovamento della nostra condizione umana”:

“Cristo ha sconfitto la morte, causata dal nostro peccato, e ci riporta alla vita immortale. Da tale evento promana l’intera vita della Chiesa e l’esistenza stessa dei cristiani”.

“Cristo è risorto! E’ veramente risorto”: il Papa ha rammentato che uno dei segni caratteristici della fede nella Risurrezione è il saluto tra i cristiani nel tempo pasquale. E questo saluto, ha osservato, “è una professione di fede e un impegno di vita”. Quindi, ha ricordato l’esortazione di Gesù alle donne, descritte dal Vangelo di Matteo, ad annunciare la Buona Novella. Ed ha ribadito, con le parole di Paolo VI, che tutta la Chiesa “riceve la missione di evangelizzare e l’opera di ciascuno è importante per il tutto”. Il Papa si è così chiesto in che modo possiamo incontrare il Signore e diventare sempre più suoi autentici testimoni:

“Nella preghiera, nell’adorazione, dunque, Dio incontra l’uomo. (...) Solo se sappiamo rivolgerci a Dio, pregarLo, noi possiamo scoprire il significato più profondo della nostra vita, e il cammino quotidiano viene illuminato dalla luce del Risorto”.

Si è poi riferito alla festa odierna di San Marco Evangelista, “annunciatore del Verbo e scrittore delle dottrine di Cristo”. Egli, ha aggiunto, è anche il Patrono della città di Venezia, dove, ha detto, mi recherò in visita pastorale il 7 e 8 maggio prossimo. Il Papa ha infine invocato la Vergine Maria affinché aiuti ognuno “a compiere fedelmente e nella gioia la missione che il Signore Risorto” gli ha affidato.

Come ricordato dal Papa al Regina Coeli, ricorre oggi la 15.ma “Giornata nazionale dei bambini vittime della violenza, dello sfruttamento e dell’indifferenza”. L’iniziativa, promossa dall’associazione “Meter, dalla parte dei bambini… contro la pedofilia”, ha ricevuto nei giorni scorsi il sostegno del presidente della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano, dei presidenti di Camera e Senato, Gianfranco Fini e Renato Schifani, e di numerosi presuli italiani. Gabriella Ceraso ha parlato del tema scelto per questa edizione, “Abbiamo ritrovato la vita”, con il fondatore di “Meter”, don Fortunato Di Noto:

R. - Questo tema nasce da una lettera che una ragazza di 16 anni mi ha mandato lo scorso anno, perché lei - vittima di abusi - aveva ritrovato la vita proprio nella nostra esperienza di "Meter" e nella comunità cristiana. E’ la logica della pedagogia dell’amore: solo l’amore è riuscito a far risorgere, in un certo qual modo, questa bambina, ma anche tutte le vittime di atti di violenza, di sfruttamento e di indifferenza.

D. - Oggi il Papa, al Regina Caeli, ha ricordato questa Giornata e lei ha chiesto proprio di esserci in questa occasione per sostenere i bambini vittime, ma per sostenere anche la lotta di Benedetto XVI contro gli abusi. Perché?

R. - Perché il Santo Padre non ha fatto mai mancare la sua voce autentica, saggia, perché - e questo lo posso testimoniare - i bambini nel Santo Padre e nella Chiesa trovano il cuore della loro capacità di poter crescere bene.

D. - E questo nonostante la piaga aperta degli abusi sessuali abbia coinvolto anche membri della Chiesa... La Chiesa è impegnata in una lotta contro tutto questo e "Meter" ne è una testimonianza…

R. - La Chiesa non mette la testa sotto la sabbia, anzi al contrario dice che è vero che dentro la comunità cristiana ci sono persone peccatrici, qualcuno che ha ferito l’innocenza dei privilegiati del Signore, cioè i bambini. Ciò non significa che la Chiesa non possa non annunciare sempre la bellezza del cristianesimo proprio ai piccoli, ai deboli: un cristianesimo autentico che incide nel mondo dà senso anche al dolore degli innocenti.

D. - Questa Giornata è un’occasione sicuramente per commemorare, ma anche per informare e per riflettere…

R. - Se ci impegniamo tutti in una rete pastorale, in una intelligenza nuova, in una incarnazione del Vangelo in una società che spesso diventa scristianizzata, i bambini possono essere sempre più protetti, più sostenuti.

D. - Ci sono dei progetti specifici per questa 15.ma edizione?

R. - Tutte le sedi italiane sono impegnate a promuovere la Giornata: chi è coinvolto a fare una celebrazione eucaristica; chi farà dei convegni o terrà dei particolari incontri anche teatrali e culturali. Quest’anno, poi, moltissime richieste sono venute dal Madagascar, dalle diocesi del Cile, dalle diocesi dell’Uganda e del Mali: questo significa che un’iniziativa che nasce nel profondo sud della Sicilia sta diventando sempre di più, un appuntamento desiderato da molti. (mg)

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