martedì 13 settembre 2011

Ancona, il grande popolo in cammino verso il Padre (Roberto Senigalliesi)

Il grande popolo in cammino verso il Padre

Storie diverse ma identico percorso di fede
Tutti contenti nonostante la levataccia all’alba


Roberto Senigalliesi

Ancona
Un popolo in cammino. Realmente e spiritualmente. Tante storie diverse quelle dei centomila che hanno fatto diventare una festa la levataccia di ieri mattina, tutte unite dalla fede. E dalla voglia di partecipare alla Messa con il Santo Padre. Di buon mattino si sono messi le gambe in spalla, hanno accerchiato la città da ogni latitudine e poi raggiunto con passo svelto e gioioso la zona Fincantieri, un luogo che molti anconetani neanche conoscevano ma che ora sono più familiari. Cappello in testa, sacca rossa in spalla, la consapevolezza di stare per assistere ad un grande evento. “Mi sono alzato alle 3 e mezzo - racconta padre Adriano Scalini - ed ho raggiunto la Fincantieri alle 5. Ma ne valeva la pena visto che sono riuscito a conquistare la prima fila del settore riservato ai sacerdoti”.
Francesco Giannelli è pugliese, di Cerignola, ed è uno dei giovani dell’Agorà del Mediterraneo che da Loreto è giunto ad Ancona per partecipare alla grande messa. “Siamo appena stati a Madrid - racconta - e non potevamo mancare a questo appuntamento. La nostra associazione che è nata una decina d’anni fa dopo il primo raduno dei giovani promosso da Giovanni Paolo II, comprende ragazzi di 25 paesi che si affacciano sul Mediterraneo. Ogni anno facciamo la nostra Agorà a Loreto e quest’anno lo facciamo per questa occasione”.
Nella “pancia” della spianata assolata, facilmente individuabili per il loro mantello immacolato, i circa 400 cavalieri dell’ordine equestre di Gerusalemme. “In Italia siamo 7.000 - spiega il Luogotenente per l’Italia centrale Giovanni Ricasoli Firidolfi -. Il nostro carisma è quello di sostenere le opere cristiane in Terra Santa. Facciamo parte della famiglia papale e quindi siamo sempre presenti alle uscite del Santo Padre”.
Spicca anche, tra tanto entusiasmo e colore, la traduzione simultanea, canti compresi, di un’insegnante ad un gruppo di non udenti. Che a loro volta partecipano con grande entusiasmo.
“È stata una levataccia - racconta Giuliano Montenovo di Camerano - ma ne valeva la pena. Alle 6 eravamo alla stazione di Passo Varano, quindi fino alla stazione centrale in treno e poi, a piedi, fino al luogo delle Messa. Ho visto una grande organizzazione: si vede che sono abituati a gestire questi eventi”.
Emozionato ma felice Franco Rubini, il popolare “barcarolo” di Portonovo, che è stato uno dei prescelti per l’offertorio. Lui è un “veterano” delle visite papali. “Ho portato al Papa un’ancora stilizzata, appoggiata su un cesto di corde di canapa fatto a mano - racconta -. E’ la terza volta che ho questa opportunità (una con Giovanni Paolo II e due con Benedetto XVI). Cosa ho detto al Pontefice? Ho chiesto la benedizione per la mia famiglia ma anche un aiuto per pescare sempre in abbondanza. Il Papa ha sorriso e mi ha detto: sarà fatto. Poi mi ha detto che mi trovava dimagrito: è perché a casa mi fanno lavorare troppo - ho risposto”.

© Copyright Corriere Adriatico, 12 settembre 2011

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