sabato 10 settembre 2011

Il Congresso eucaristico di Ancona. La famiglia per la Chiesa e la società (O.R.)

Il Congresso eucaristico di Ancona

La famiglia per la Chiesa e la società

Ancona, 10. Una speciale festa, alla quale hanno partecipato decine di migliaia di famiglie, ha fatto da prologo alla giornata conclusiva, e anche più solenne, del XXV Congresso eucaristico nazionale di Ancona, dove appunto domani, domenica 11, è atteso l'arrivo di Benedetto XVI. È stato un incontro scandito da riflessioni, momenti musicali, testimonianze e conclusosi, a tarda sera, con una veglia di preghiera presieduta dal cardinale arcivescovo di Genova, Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana (Cei).
In precedenza, nel primo pomeriggio, l'arrivo del iv pellegrinaggio nazionale delle famiglie promosso dal Rinnovamento nello Spirito Santo, in collaborazione con l'Ufficio per la pastorale della famiglia della Cei e il Forum delle associazioni familiari. Un'occasione -- hanno spiegato gli organizzatori -- per rispondere alla «profonda crisi spirituale che la famiglia sta attraversando e che, oggi più che mai, è la madre di tutte le crisi».
Quello della famiglia, con le sue tante implicazioni, è stato insomma il tema dominante della giornata. Dal cardinale Ennio Antonelli, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, che ha ricordato l'importante appuntamento in programma il prossimo anno a Milano, dove si terrà il VII Incontro mondiale delle famiglie, è giunto anche l'invito ai coniugi cristiani a «partecipare bene e possibilmente insieme» alla messa domenicale. «Intorno a questo incontro settimanale col Signore nell'assemblea liturgica, la famiglia si costruisce come piccola Chiesa missionaria e cellula vitale della società». Per questo «la domenica è anche il giorno privilegiato della famiglia». Non bisogna rassegnarsi, quindi, «a lasciarlo ridurre a week-end, fine settimana consumista e individualista, disgregazione delle comunità e delle famiglie».
Sulla crisi che minaccia la famiglia al suo «interno» e al suo «esterno» si è soffermato, invece, il cardinale arcivescovo emerito di Palermo, Salvatore De Giorgi. Nel suo interno, infatti, la famiglia «è indebolita dal degrado o dal crollo dei valori fondamentali dell'amore coniugale», come l'indissolubilità, la fedeltà, la procreazione, l'educazione dei figli. Dall'esterno, invece, è «aggredita da forze culturali, sociali e politiche che tentano di scardinarla nel suo fondamento naturale», cioè «l'unione stabile di una donna e di un uomo per una comunione di vita e di amore». Di conseguenza, ha aggiunto, «non c'è amaramente da meravigliarsi se oggi la famiglia, che dovrebbe essere al centro di tutta l'azione politica come di ogni manovra finanziaria a concreto servizio dell'uomo, di fatto venga relegata agli ultimi posti, trascurata se non dimenticata, a danno di tutta la società e in particolare delle nuove generazioni».
Tra i momenti più significativi della giornata di sabato anche lo spazio dedicato alla riflessione ecumenica. E, soprattutto, la visita di una delegazione, guidata dall'arcivescovo di Ancona-Osimo, Edoardo Menichelli, alla storica sinagoga levantina. Qui insieme alla locale comunità ebraica -- presente il presidente emerito dell'assemblea rabbinica italiana, Giuseppe Laras -- si è svolta una comune preghiera per la pace, alternata alla lettura, in ebraico e in italiano, di alcuni salmi. Al termine l'arcivescovo e il rabbino capo di Ancona, Bruno Coen, hanno sottolineato la necessità di una maggiore conoscenza reciproca e di sforzi comuni per ricercare il bene della pace.
Sulla presenza dei cristiani nella costruzione della città terrena si è soffermato, invece, il cardinale Bagnasco nell'omelia della messa celebrata venerdì sera. Per il porporato l'unica «bussola» da seguire è il bene «integrale e quinsi trascendente dell'uomo». In questo senso i cristiani «hanno sempre costituito una presenza di coagulo». Sapendo che «è “insieme” che si percorrono le vie del servizio se non si vuole essere velleitari ancorché generosi; “insieme”, senza avventure solitarie, per essere significativi ed efficaci; “insieme” secondo le forme storicamente possibili, con realismo e senza ingenuità o illusioni, facendo tesoro degli insegnamenti della storia».

(©L'Osservatore Romano 11 settembre 2011)

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