mercoledì 14 settembre 2011

IL PAPA E GLI ABUSI NELLA CHIESA. L'INTERVENTO DECISIVO DI BENEDETTO XVI. UNA CRONOLOGIA (Armin Schwibach)

Clicca qui per accedere allo speciale in lingua tedesca. Qui una traduzione sommaria.
Consentitemi di ringraziare in modo speciale Armin Schwibach.


Dossier: der Papst und der Missbrauch in der Kirche (Armin Schwibach)

5 commenti:

Anonimo ha detto...

ma il vaticano non si vergogna a fare fare agli altri quello che deve fare di persona?
grazie a raffaella e grazie a schwibach

mariateresa ha detto...

la spiegazione giuridica di uno che non è certo amico del Papa
http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna&currentArticle=148YZI

adesso citatemi uno che uno che dica che l'iniziativa è una bella pensata.

gemma ha detto...

e i laici che ci stanno a fare? Smettiamola di criticare e rimbocchiamoci tutti le maniche, se ai livelli laici alti ancora meglio, visto che per loro c'è più visibilità

mariateresa ha detto...

sì sono d'accordo con Gemma. Del resto è dall'inizio del pontificato che facciamo così.E non solo in Italia.
Sono amareggiata anch'io ma non è tagliandoci i zanetti dalla rabbia che otterremo qualcosa.

Anonimo ha detto...

Visto che la risposta tarda e i vaticanisti (a parte Schwibach) o hanno il pannolone o fanno la nanna, mi sono rimboccato le maniche come dice Gemma e ho esaminato la denuncia.
Gli unici elementi di fatto che la denuncia tenta di portare contro Ratzinger riguardano i casi Teta, Trupia, Campbell, Kiesle, Murphy e padre H.
E’ compito facile smontare ognuna di queste false accuse.
Teta era stato sospeso da ogni ministero fin dal 1990 e il fatto che la definitiva laicizzazione tra primo grado a Tucson e appello a Roma sia intervenuta solo nel 2004 può essere considerata una lentezza procedurale ma non certo una copertura (e con la sospensione non si potevano verificare altri casi nelle mura ecclesiastiche). Pensare altrimenti sarebbe come accusare un giudice di aver coperto un reo, nonostante la sottoposizione a misura cautelare, solo perché in Italia i processi sono lenti.
http://azstarnet.com/news/local/pdf_fb90c780-3d26-11df-9e9f-001cc4c002e0.html
Inoltre la denuncia finge di ignorare che fu semmai la CDF a sollecitare nel 1994 la decisione del caso Teta da parte della diocesi di Tucson. E che la CDF frattanto aveva ricevuto tramite il Tribunale della Segnatura Apostolica la denuncia da parte del difensore di Teta contro il Tribunale di Tucson di complesse irregolarità procedurali. Teta chiese pertanto alla CDF di togliere il caso a Tucson e di avocarlo a sé. Ma la CDF non accolse l’istanza della difesa, il che prova inconfutabilmente che non solo non vi era alcuna volontà di insabbiamento ma nemmeno un atteggiamento di particolare riguardo per il sacerdote accusato.
http://richardsipe.com/2010-03/Teta%203.pdf

Per il caso Trupia la denuncia allega un articolo di The Atlantic dove si accusava la CDF per la lettera che nel 1997 notoriamente fu invece la Congr. del clero ad inviare a Moreno (il problema era se accettare le dimissioni di Trupia o condannarlo)
http://www.theatlantic.com/daily-dish/archive/2010/04/ratzinger-and-the-cases-of-father-teta-and-father-trupia/188620/
Il caso Trupia non era di competenza della CDF non essendoci sollecitazione. Quando la CDF ha assunto la competenza, lo ha definitivamente laicizzato.
http://azstarnet.com/news/local/article_6fd9e4bd-fcfc-50d6-ab3f-2d14c95219fd.html

Il caso Campbell è poi platealmente favorevole alla posizione di Ratzinger. Campbell era stato condannato a 14 anni di carcere per abusi non di competenza della CDF. Nel 1989 il vescovo di Springfield chiedeva alla CDF di concedergli il beneficio della dispensa dagli obblighi sacerdotali, benché Campbell non ne avesse fatto domanda. Ratzinger rispondeva che la dispensa non poteva essere concessa perché mancava la domanda dell’interessato e invitava il vescovo a processarlo invece per abusi come di competenza e laicizzarlo così penalmente.
http://hosted.ap.org/specials/interactives/_documents/pope_church_abuse.pdf

Restano i casi Kiesle (analogo a Campbell), Murphy e padre H di Essen, su cui hai già ampiamente pubblicato la documentazione della assoluta incensurabilità dell’azione di Ratiznger. Infine, sul caso Irlanda l’unica accusa (ridicola) è quella di aver accettato l’anno scorso due dimissioni di vescovi su quattro presentate (evidentemente, per le altre due, che forse erano forzate, c’è stata una valutazione di non responsabilità).
Alberto